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Autore "Signs", segnali del cinema attuale
Valparaiso

Reg.: 21 Lug 2007
Messaggi: 4447
Da: Napoli (es)
Inviato: 14-09-2008 18:43  
quote:
In data 2008-09-14 15:05, AlZayd scrive:
Quei discorsi dei protagonisti riuniti ricordano l'esacerbate monotonia delle riunioni condominiali.


Ahahah... Questa è terribile. Penso che le scarsissime possibilità che c'erano che rivedessi quell'obbrobrio ora sono veramente ridotte al lumicino...

edit: e dire che non sono mai stato a una riunione di condominio. Ma le immagino tremende...

[ Questo messaggio è stato modificato da: Valparaiso il 14-09-2008 alle 18:45 ]

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 14-09-2008 22:05  
Ma infatti tutti questi appunti hanno anche una loro ragion d'essere, nel senso che Shyamalan tocca i punti della sua riflessione attraverso la creazione di metafore "macchinose", "esagitate". Ma macchinose per chi? Shyamalan è un regista indiano, la spiritualità è una questione imprescindibile, lo si può percepire nelle costruzioni "osannate" delle scene, con i tagli di inquadratura, i grandangoli, l'illuminazione "illuminante", la contemplazione del corpo umano e dei suoi dettagli, etc... Sono tutti "signs" della sua personale visione del mondo, egli sente di osservare le cose della vita da uno spioncino strettissimo, quello dell'occhio limitato dell'uomo. Quel che vede non può che apparire al suo sguardo misterioso e ingigantito.
Per questo una volta dicevo che noi occidentali facciamo fatica ad accettare i film di Shyamalan, percepiamo banali tutte quelle cose che invece lui percepisce come sbalorditive. Ciò che lui porta sotto la lente di ingrandimento, noi lo riteniamo insinificante e coontinuiamo a restare delusi di quella macchina che lavora in funzione di quell'ingrandimento, delusi della storia, degli alieni, dei mostri nel bosco, delle piante assassine.

Il rischio che corre Shyamalan è molto alto. Fare oggi film del genere, vere e proprie parabole su pellicola, significa decretare la sua emancipazione dal mondo attuale, il suo disinteresse per la corrente agnostica che tutto trascina. Egli si interroga in un momento in cui non lo fa più nessuno, e che anzi, tutti considerano inutile e stupido.
Eppure questo regista, che per alcuni appare banale e demodè, è capace di dire con le immagini più di quanto talvolta sembri possibile. La magia è proprio lì.
E allora non è il suo cinema ad essere banale ma sono le sue riflessioni che reputiamo banali, per quanto non ci accorgiamo che ci arrivano magnifiche e intatte con un paio di inquadrature...
Direi che c'è una bella differenza.

E' un po' come dire che oggi Hitchcock fa schifo perchè i suoi film poggiano su teorie freudiane del tutto superate e banali...

E qui chiudo.

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Fakuser

Reg.: 04 Feb 2005
Messaggi: 2656
Da: Milano (MI)
Inviato: 14-09-2008 22:09  
quote:
In data 2008-09-14 22:05, Marienbad scrive:
Ma infatti tutti questi appunti hanno anche una loro ragion d'essere, nel senso che Shyamalan tocca i punti della sua riflessione attraverso la creazione di metafore "macchinose", "esagitate". Ma macchinose per chi? Shyamalan è un regista indiano, la spiritualità è una questione imprescindibile, lo si può percepire nelle costruzioni "osannate" delle scene, con i tagli di inquadratura, i grandangoli, l'illuminazione "illuminante", la contemplazione del corpo umano e dei suoi dettagli, etc... Sono tutti "signs" della sua personale visione del mondo, egli sente di osservare le cose della vita da uno spioncino strettissimo, quello dell'occhio limitato dell'uomo. Quel che vede non può che apparire al suo sguardo misterioso e ingigantito.
Per questo una volta dicevo che noi occidentali facciamo fatica ad accettare i film di Shyamalan, percepiamo banali tutte quelle cose che invece lui percepisce come sbalorditive. Ciò che lui porta sotto la lente di ingrandimento, noi lo riteniamo insinificante e coontinuiamo a restare delusi di quella macchina che lavora in funzione di quell'ingrandimento, delusi della storia, degli alieni, dei mostri nel bosco, delle piante assassine.

Il rischio che corre Shyamalan è molto alto. Fare oggi film del genere, vere e proprie parabole su pellicola, significa decretare la sua emancipazione dal mondo attuale, il suo disinteresse per la corrente agnostica che tutto trascina. Egli si interroga in un momento in cui non lo fa più nessuno, e che anzi, tutti considerano inutile e stupido.
Eppure questo regista, che per alcuni appare banale e demodè, è capace di dire con le immagini più di quanto talvolta sembri possibile. La magia è proprio lì.
E allora non è il suo cinema ad essere banale ma sono le sue riflessioni che reputiamo banali, per quanto non ci accorgiamo che ci arrivano magnifiche e intatte con un paio di inquadrature...
Direi che c'è una bella differenza.

E' un po' come dire che oggi Hitchcock fa schifo perchè i suoi film poggiano su teorie freudiane del tutto superate e banali...

E qui chiudo.





la differenza tra manoj e alfred è che alfred oltre a usare freud fa proprio schifo di suo, nonostante la maestria, il portato culturale e tutte le varie menate.

Parentesi chiusa...
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Deeproad

Reg.: 08 Lug 2002
Messaggi: 25368
Da: Capocity (CA)
Inviato: 14-09-2008 22:16  
quote:
In data 2008-09-14 22:05, Marienbad scrive:
Quel che vede non può che apparire al suo sguardo misterioso e ingigantito.
Per questo una volta dicevo che noi occidentali facciamo fatica ad accettare i film di Shyamalan, percepiamo banali tutte quelle cose che invece lui percepisce come sbalorditive. Ciò che lui porta sotto la lente di ingrandimento, noi lo riteniamo insinificante e coontinuiamo a restare delusi di quella macchina che lavora in funzione di quell'ingrandimento, delusi della storia, degli alieni, dei mostri nel bosco, delle piante assassine.

Il rischio che corre Shyamalan è molto alto. Fare oggi film del genere, vere e proprie parabole su pellicola, significa decretare la sua emancipazione dal mondo attuale, il suo disinteresse per la corrente agnostica che tutto trascina. Egli si interroga in un momento in cui non lo fa più nessuno, e che anzi, tutti considerano inutile e stupido.
Eppure questo regista, che per alcuni appare banale e demodè, è capace di dire con le immagini più di quanto talvolta sembri possibile. La magia è proprio lì.



Condivido tutto. Anche quello che non ho quotato, ma questo in particolar modo.
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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 14-09-2008 22:37  
quote:
In data 2008-09-14 22:09, Fakuser scrive:

la differenza tra manoj e alfred è che alfred oltre a usare freud fa proprio schifo di suo, nonostante la maestria, il portato culturale e tutte le varie menate.

Parentesi chiusa...




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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 15-09-2008 01:56  
quote:
In data 2008-09-14 22:05, Marienbad scrive:
Ma infatti tutti questi appunti hanno anche una loro ragion d'essere, nel senso che Shyamalan tocca i punti della sua riflessione attraverso la creazione di metafore "macchinose", "esagitate". Ma macchinose per chi? Shyamalan è un regista indiano, la spiritualità è una questione imprescindibile, lo si può percepire nelle costruzioni "osannate" delle scene, con i tagli di inquadratura, i grandangoli, l'illuminazione "illuminante", la contemplazione del corpo umano e dei suoi dettagli, etc... Sono tutti "signs" della sua personale visione del mondo, egli sente di osservare le cose della vita da uno spioncino strettissimo, quello dell'occhio limitato dell'uomo. Quel che vede non può che apparire al suo sguardo misterioso e ingigantito.
Per questo una volta dicevo che noi occidentali facciamo fatica ad accettare i film di Shyamalan, percepiamo banali tutte quelle cose che invece lui percepisce come sbalorditive. Ciò che lui porta sotto la lente di ingrandimento, noi lo riteniamo insinificante e coontinuiamo a restare delusi di quella macchina che lavora in funzione di quell'ingrandimento, delusi della storia, degli alieni, dei mostri nel bosco, delle piante assassine.

Il rischio che corre Shyamalan è molto alto. Fare oggi film del genere, vere e proprie parabole su pellicola, significa decretare la sua emancipazione dal mondo attuale, il suo disinteresse per la corrente agnostica che tutto trascina. Egli si interroga in un momento in cui non lo fa più nessuno, e che anzi, tutti considerano inutile e stupido.
Eppure questo regista, che per alcuni appare banale e demodè, è capace di dire con le immagini più di quanto talvolta sembri possibile. La magia è proprio lì.
E allora non è il suo cinema ad essere banale ma sono le sue riflessioni che reputiamo banali, per quanto non ci accorgiamo che ci arrivano magnifiche e intatte con un paio di inquadrature...
Direi che c'è una bella differenza.

E' un po' come dire che oggi Hitchcock fa schifo perchè i suoi film poggiano su teorie freudiane del tutto superate e banali...

E qui chiudo.





Mi/ti chiedo però perche questo regista che "è capace di dire con le immagini più di quanto talvolta sembri possibile." deve ricorrere al sermone, alla logorrea, alla spiegazione minuziosa, all'accumulo di elementi testuali, alla parabola priva di retrogusti, di enigmi, che dice tutto in un sol colpo, che non dice altro se non quello che viene immediatamente recepito/digerito dopo una veloce masticazione?
Io credo che il suo cinema si situi purgatorialmente nel mezzo, in maniera irrisolta e paradossale, tra uno stile superiore e nello stesso tempo inferiore al pensiero, data la seguente severa ma lucida formula:
“Lo stile ed il pensiero sono come il corpo e l’anima. Se lo stile è inferiore al pensiero, si accusa l’autore di impotenza, se è superiore, di menzogna” - John Coltrane."
E se non si trattasse di questo, è probabile che Shya sia un regista ingenuo, cosa che per un professionista del cinema potrebbe equivale alla somma di impotenza e menzogna.

quote:
[i]"Il rischio che corre Shyamalan è molto alto. Fare oggi film del genere, vere e proprie parabole su pellicola, significa decretare la sua emancipazione dal mondo attuale, il suo disinteresse per la corrente agnostica che tutto trascina. Egli si interroga in un momento in cui non lo fa più nessuno, e che anzi, tutti considerano inutile e stupido.


Non credo che Shya corra rischi del genere, anzi, con queste opere ibride e "furbe", con contenuti molto di moda, la cui la spiritualità è davvero di bocca buona e si colloca in quella scia orientalista new age, un po' qualunquista, sommaria, tutta di superficie, alla fine è riuscito ad emergere, a crearsi un discreto pubblico che non crede troppo al "mistero" vero e autenticamente doloroso, un buon posto al sole nel panorama cinemat. internaz. Questo mi sembra un dato di fatto innegabile.
Non è vero inoltre che non vi siano più autori che affrontino la spiritualità, e che su quella si interroghino, in un mondo agnostico e miscredente a cui frega più niente di queste cose. Lasciando ovviamente stare il cinema più commerciale e mercenario, risulta invece che i film impegnati sul fronte da te prospettato, che esistono, non ce li fanno vedere, proprio non sbarcarcano dalle nostre parti. Mi riferisco anche a quei film distibuiti che però snobbiamo, prima la distribuzione, le "pubblicità", i medi, i media criminali!.., poi il pubblico, di autori che davvero rischiamo l'invisibilità perchè fanno un discorso serio e autentico, non strizzando l'occhiolino ad Hollywood come fa Shya con le sue opere ibride e pretenziose. Potrei portare numerosi esempi di grande cinema sommamente spirituale e che però è in fondo al mare... E non parlo di opere peggio di un dito al culo. Sai quanta roba eccelsa, davvero notevole, ho visto in giro per mostre, festival e rassegne che non trovano la via della distribuzione... D'altra parte qualcuno ha statisticato che nel mondo vengono prodotti 25.000 film ogni anno e che in Italia ne arrivano solo 500... di cui il 90% blockbuster vengono pompati, il resto, a morire nelle solite nicchie... Dunque ben venga Shya a riempire questi vuoti con i suoi risaputi temi favolistici, con le sue artificiose filosofie spirituali indù(iste), della cui autenticità testuale non dubito ma che una volta passate tra le narcisistiche maglie del suo rimuginante linguaggio cinematografico finiscono per apparirmi caricaturali.

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HistoryX

Reg.: 26 Set 2005
Messaggi: 4234
Da: cagliari (CA)
Inviato: 15-09-2008 09:29  
Ottimo Alz, non pensavo, sono talmente in accordo con te che sto per cambiare idea.

Te la butto lì, apri un post sulla vera cinematografia spirituale, quella che appunto non arriva in italia o ci arriva con la distribuzione monca.

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 15-09-2008 11:54  
quote:
In data 2008-09-15 01:56, AlZayd scrive:


Mi/ti chiedo però perche questo regista che "è capace di dire con le immagini più di quanto talvolta sembri possibile." deve ricorrere al sermone, alla logorrea, alla spiegazione minuziosa, all'accumulo di elementi testuali, alla parabola priva di retrogusti, di enigmi, che dice tutto in un sol colpo, che non dice altro se non quello che viene immediatamente recepito/digerito dopo una veloce masticazione?
Io credo che il suo cinema si situi purgatorialmente nel mezzo, in maniera irrisolta e paradossale, tra uno stile superiore e nello stesso tempo inferiore al pensiero, data la seguente severa ma lucida formula:
“Lo stile ed il pensiero sono come il corpo e l’anima. Se lo stile è inferiore al pensiero, si accusa l’autore di impotenza, se è superiore, di menzogna” - John Coltrane."
E se non si trattasse di questo, è probabile che Shya sia un regista ingenuo, cosa che per un professionista del cinema potrebbe equivale alla somma di impotenza e menzogna.



Mi piace molto quello che hai scritto. E anche la citazione è perfetta.
Sì, è esattamente questo il punto.
Comincio dicendoti che se Shyamalan ricorre "al sermone, alla logorrea, alla spiegazione minuziosa, all'accumulo di elementi testuali, alla parabola priva di retrogusti" è semplicemente per una questione culturale.
Non posso entrare nello specifico perchè non ho profonde conoscenze teologiche, ma posso dire a grandi linee che nella cultura indiana la fede rappresenta l'elemento fondamentale. La fede per il Dharma e il Karma concorrono alla formazione di una percezione della vita e del mondo che non possono assolutamente essere comprese dagli occidentali. Quelli che noi chiamiamo sermoni, in realtà, rappresentano per Shyamalan quesioni di primaria importanza per vivere, ed è per questo che vengono gestiti all'interno del suo cinema come i perni sui quali far ruotare tutto.
E allora per quanto vera, la tua citazione non definisce. Perchè lo stile non è inferiore al pensiero, ma nemmeno il pensiero è inferiore allo stile se lo consideriamo nell'ottica di una cultura tanto diversa dalla nostra, nella quale il nostro banale rappresenta il fondamentale. Anzi, lo stile enfatico con il quale Shyamalan tratta i suoi temi non ci riempie di una fede cieca in quelle ormai superate questioni esistenziali? Non ci sentiamo bambini che fronteggiano la fede per la prima volta davanti ai suoi film? E visto che ormai siamo svezzati e vaccinati rispetto a queste questioni, quella che si viene a creare davanti alle immagini dei film di Shyamalan, non è una fede squisitamente cinematografica? Una fede di celluloide che possiamo assolutamente concederci?
Secondo me è straordinario il clima di ansia e poi di liberazione che regala il cinema di Manoy, un'ansia e una liberazione tutta spirituale.

Comunque banale o non banale, quello che mi fa provare Shyamalan è una sensazione che per ovvie ragioni non sono abituata a provare, perchè non la conosco. Viverla attraverso il suo lavoro, e in maniera così vivida, mi riempie e soddisfa il mio sguardo.

Altro non so.


quote:
In data 2008-09-15 01:56, AlZayd scrive:
Non credo che Shya corra rischi del genere, anzi, con queste opere ibride e "furbe", con contenuti molto di moda, la cui la spiritualità è davvero di bocca buona e si colloca in quella scia orientalista new age, un po' qualunquista, sommaria, tutta di superficie, alla fine è riuscito ad emergere, a crearsi un discreto pubblico che non crede troppo al "mistero" vero e autenticamente doloroso, un buon posto al sole nel panorama cinemat. internaz. Questo mi sembra un dato di fatto innegabile.



Non saprei, secondo me Shyamalan, con i suoi film più recenti, si sta scavando una bella fossa a Hollywood... Non ci vedo nulla di furbo nel suo cinema, logisticamente credo invece che sia molto ingenuo.

PS: Scritto così, un po' alla cazzo. Vado di fretta.
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[ Questo messaggio è stato modificato da: Marienbad il 15-09-2008 alle 12:01 ]

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 15-09-2008 11:56  
quote:
In data 2008-09-15 09:29, HistoryX scrive:
Ottimo Alz, non pensavo, sono talmente in accordo con te che sto per cambiare idea.

Te la butto lì, apri un post sulla vera cinematografia spirituale, quella che appunto non arriva in italia o ci arriva con la distribuzione monca.



Tu invece piantala di fare il pappagallo. Aprilo tu il post (il topic in effetti sarebbe troppo impegnativo da gestire) invece di procedere a colpi di qualunquismo.
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HistoryX

Reg.: 26 Set 2005
Messaggi: 4234
Da: cagliari (CA)
Inviato: 15-09-2008 13:03  
quote:
In data 2008-09-15 11:56, Marienbad scrive:
quote:
In data 2008-09-15 09:29, HistoryX scrive:
Ottimo Alz, non pensavo, sono talmente in accordo con te che sto per cambiare idea.

Te la butto lì, apri un post sulla vera cinematografia spirituale, quella che appunto non arriva in italia o ci arriva con la distribuzione monca.



Tu invece piantala di fare il pappagallo. Aprilo tu il post (il topic in effetti sarebbe troppo impegnativo da gestire) invece di procedere a colpi di qualunquismo.



Quanti sassolini nelle scarpe...non pensavo.
E se lo vuoi sapere si, potrei anche aprirlo ma non sarei in grado di dare chissa quale consiglio utile, infatti l'ho chiesto a lui, mica a te.

Penso sarebbe estemamente utile, per esperti di cinema e non, così da non farsi fregare dal primo regista finto spiritualista che passa da hollywood, e in ogni caso sarà sempre meglio che leggere teatrini da invidia del pene.

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Valparaiso

Reg.: 21 Lug 2007
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Da: Napoli (es)
Inviato: 15-09-2008 13:18  
Comunque nei film di Shyamalan potrà essere finta qualunque cosa, di certo non lo è la spiritualità.

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HistoryX

Reg.: 26 Set 2005
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Da: cagliari (CA)
Inviato: 15-09-2008 13:22  
quote:
In data 2008-09-15 11:54, Marienbad scrive:
Comunque banale o non banale, quello che mi fa provare Shyamalan è una sensazione che per ovvie ragioni non sono abituata a provare, perchè non la conosco. Viverla attraverso il suo lavoro, e in maniera così vivida, mi riempie e soddisfa il mio sguardo.

Altro non so.



Ed eccolo qua, siamo arrivati al punto.
Riporto il mio intervento di 3 anni fa, messaggio in funzione del futuro a quanto pare...

quote:
In data 2005-10-05 11:14, HistoryX scrive:

Leggendo anche l'altra discussione ho avuto modo di far una riflessione.
Perchè questo film è piaciuto?
A parte i tecnicismi di inquadrature o di costruzione, che probabilmente può apprezzare a pieno solo una fascia di pubblico, visto che qualsiasi cosa può esser fatta bene tecnicamente ma non per questo è di unanime apprezzamento, vi deve essere un'altro tipo di gente dove è attechito un qualcosa, un qualcosa di convincente quindi.
Ciò che ha fatto presa è il "messaggio filosofico" di cui è impregnato il film, spero che definirlo così non crei problemi intellettuali di sorta...
Questi sono i segnali in primis(signs), il luogo e la vita vissuta intrecciati da una influenza reciproca dove eventi, sogni, pensieri sono incanalati in un unica via che comprende ciò che è materiale e possiamo toccare e sperimentare con il corpo fisico e ciò che fa parte del "non fisico", definiamolo così.
Tutto ciò che vediamo può passarci sotto gli occhi con indifferenza in una sorta di apatia generalizzata, sopprattutto in occidente dove questi segnali passano perlopiù inascoltati(non so e non mi pare comunque che l'oriente faccia tesoro di sti cazzo di segnali, per questo la definisco freddamente filosofia), oppure per scelta (cammino interiore) o per scherzo del destino(tragedia) si acquista la sensibilità a poter cogliere e leggere le coincidenze e gli eventi.
Chi sono le persone a cui è attechito questo? Persone che hanno bisogno di credere ma sono troppo immersi nel sonno della società da affogarvici(si!), persone che si vogliono quindi scuotere dal sonno e che non vogliono più vivere con l'impressione di essere zombie?
A cui magari è crollata la fede, non per forza e solo dalla tragedia di trovarsi dinanzi alla morte di una persona cara, ma per colpa della tragedia della vita, perchè nessuno è più per forza cattolicamente traviato, ma ha bisogno di credere, credere con la ragione e lo spirito insieme.
Un bisogno innato che viene fuori con la lettura della realtà della vita grigia di ogni giorno, non solo dentro una cattedrale.
Il bisogno palpabile di sentirsi intrecciati con l'universo.

Ecco forse è così? Non lo so, spiegherei il "tipo" di persona, colta, intelligente e innamorata di se stessa da risultare persino un po saccente, in confronto col mondo e con l'animo un po ribelle.
Continuerei ma nn vorrei già aver leso qualcuno.




Ciao, saldo alla cassa, grazie.

_________________
[ Lei non sa di essere portata via da un vento che ama. Crede di essere libera ma... la distanza che la separa da sè rende invisibile ogni realta`... ]


[ Questo messaggio è stato modificato da: HistoryX il 15-09-2008 alle 13:25 ]

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Valparaiso

Reg.: 21 Lug 2007
Messaggi: 4447
Da: Napoli (es)
Inviato: 15-09-2008 13:29  
Non si capisce una mazza di quel post history...

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Fakuser

Reg.: 04 Feb 2005
Messaggi: 2656
Da: Milano (MI)
Inviato: 15-09-2008 13:32  
questo post è un offesa non alla sensibilità individuale, ma alla funzione del luogo dove è stato scritto.

Le soprascritte righe non hanno nulla che sia anche minimamente rilevante per un analisi non dico cinematografica ma anche solo narratologica del film.

Si tratta ne più nè meno di uno sfogo personale e (non) condivisibile, malamente camuffato da riflessione esistenzialista.

L'avessi scritto ora, ci si potrebbe anche passar sopra.

Ma perdio, ti stai pure citando!!!

Finalmente hai dato la dimostrazine finakle di essere un cazzone irrecuperabile.

Imbecillle, manco di quotare sei capace.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Fakuser il 15-09-2008 alle 13:34 ]

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Fakuser

Reg.: 04 Feb 2005
Messaggi: 2656
Da: Milano (MI)
Inviato: 15-09-2008 13:44  
quote:
In data 2008-09-15 13:29, Valparaiso scrive:
Non si capisce una mazza di quel post history...



Forse perchè NON dice nulla....
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