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FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > "Signs", segnali del cinema attuale   
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Autore "Signs", segnali del cinema attuale
royearle
ex "meskal"

Reg.: 06 Mag 2005
Messaggi: 6294
Da: napoli (NA)
Inviato: 16-09-2005 18:44  
quote:
In data 2005-09-16 18:42, sandrix81 scrive:
questa è già più accettabile.

ma se io dico che lì c'è un carrello, mi pare abbastanza oggettivo.
poi dò la mia interpretazione, e allora sì che sono per forza soggettivo.



Ma la critica non è dire "lì c'è un carrello".
_________________

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 16-09-2005 18:48  
ma è da lì che parte.
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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valy1967

Reg.: 09 Giu 2005
Messaggi: 1002
Da: Roma (RM)
Inviato: 16-09-2005 18:54  
[quote]In data 2005-09-16 18:42, sandrix81 scrive:
questa è già più accettabile.

ma se io dico che lì c'è un carrello, mi pare abbastanza oggettivo.
poi dò la mia interpretazione, e allora sì che sono per forza soggettivo.

[/quote
Questa è percezione....
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" Piantata tra i cedri e le querce,sperduta tra il nulla e l'addio"

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GionUein

Reg.: 20 Mag 2003
Messaggi: 4779
Da: taranto (TA)
Inviato: 16-09-2005 19:07  
E secondo questo principio dell'oggettività ci si dovrebbe limitare a dire che quello che si è appena visto, è un film.
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U N I T A C I N E F I L A

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 16-09-2005 20:16  
quote:
In data 2005-09-16 19:07, GionUein scrive:
è un film.



sei sicuro?
_________________
"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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Ayrtonit
ex "ayrtonit"

Reg.: 06 Giu 2004
Messaggi: 12883
Da: treviglio (BG)
Inviato: 16-09-2005 20:18  
quote:
In data 2005-09-16 18:37, GionUein scrive:
Oppure :
Per quanto vi sforziate di essere oggettivi la vostra sarà comunque un considerazione soggettiva.




questo è poco ma sicuro.
non ci son dubbi a riguardo. e non parlo solo di percezione et --->cnseguenza: critica cinematografica.
vale cmq per ogni percezione umana.
e se è vero che la percezione non costituisce una critica, ne è cmq la base imprescindibile.

ps per pensolo: io non ho visto abbastanza film, a differenza di mattia, per dire che signs è uno dei migliori di sempre.
ma una cosa è certa: è il mio film preferito attualmente.
non vedo cosa ci sia di cosi ridicolo..
_________________
"In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH

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royearle
ex "meskal"

Reg.: 06 Mag 2005
Messaggi: 6294
Da: napoli (NA)
Inviato: 16-09-2005 20:21  
Gli alieni e l'incidente fanno un po'ridere, ma dopo essermi reso conto ieri di che mostro sia Shyamalan, comincio a pensare che determinati effetti non fossero involontari.
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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 16-09-2005 20:44  
quote:
In data 2005-09-16 18:48, sandrix81 scrive:
ma è da lì che parte.



Questa mi è piaciuta molto, ma forse più che critica si dovrebbe chiamare analisi.
L'analisi del testo, come quella logica o grammaticale, è spesso oggettiva. O almeno ha una base solida dalla quale si parte, appunto.
La vita, le attività, e quindi anche la critica, partono dall'essere umano. E l'essere umano è un coacervo di esperienze, studi personali, specializzazioni, visioni ed emozioni ed è quindi ovvio che un giudizio asettico, puro e aprioristico possa non esistere. D'altronde è famosa la frase che reciat "non esiste il giudizio senza il pregiudizio".
Ciò non toglie che ogni disciplina abbia una base solida, riconosciuta storicamente che viene più o meno condivisa da tutti.
Dire oggi che Picasso non sia un'artista o criticarlo per alcune sue scelte linguistiche è un pò anacronistico, nonché sbagliato, ma magari ai suoi tempi le cose si svolgevano diversamente e i giudizi su di lui espressi erano pressoché divergenti.
Così vale per tutti quegli autori, di diversi campi, che ormai si sono litificato storicamente.

Ecco quindi che la storia è un buon metodo per determinare cosa sia oggettivo e non, mentre la militanza è sempre una guerra di potenti soggettivismi.

Ancora si potrebbe dire che alla base del giudizio esiste un gusto. Questo gusto che ha espressioni diverse in ogni persone, dovrebbe essere un gusto cosciente e anche anticipatore di quello che poi storicamente verrà riconosciuto. O diversamente dovrebbe operare delle scelte (sempre diverse da persona a persona che di un argomento potrebbero avere due punti di vista diversi, seppure sulla stessa onda) in modo tale da scremare il rumore dalla forma nascosta...

In questo senso credo che la critica possa essere oggettivata, seppure parta da un soggetto, anche perchè reputo un (buon) critico un difensore e un sostenitore del gusto e un argine che indirizza un flusso nella giusta direzione...

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nandrolone

Reg.: 06 Set 2005
Messaggi: 75
Da: . (MC)
Inviato: 16-09-2005 23:41  
quote:
In data 2005-09-16 02:05, Tristam scrive:
babbei.
io amo shyamalan. e signs è uno dei film migliori della storia del cinema. In assoluto.



Sarà ma questa affermazione sembra una delle più ridicole della storia dei forum del web, è stato individuato il babbeo.

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 17-09-2005 00:05  
quote:
In data 2005-09-16 17:50, vietcong scrive:
quote:
In data 2005-09-14 13:57, Marienbad scrive:

Forse hai ragione tu, dire che un film non ti ha rapito e ti ha annoiato esplica alla perfezione le connotazioni di "forma", e in questo caso non esiste l'arte, e affanculo l'oggettività.




non esiste l'oggettività critica, esistono solo soggettività più o meno potenti.





Non intendevo certo dire che esiste un'oggettività critica, ma piuttosto che esiste un'oggettività nel momento in cui viene individuata una forma.
La soggettività entra in campo quando questa forma viene interpretata e non analizzata.
In caso contrario una descrizione sarebbe una poesia e sappiamo tutti che non è così.
La buona critica sa prima di tutto analizzare, l'intepretazione a quel punto, se dipende strettamente da questa analisi e la comprova, è soggettiva solo in relazione alla sua profondità.
Infatti una buona critica può essere più o meno ficcante, ma non "non oggettiva".

[ Questo messaggio è stato modificato da: Marienbad il 17-09-2005 alle 00:08 ]

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vietcong

Reg.: 13 Ott 2003
Messaggi: 4111
Da: roma (RM)
Inviato: 17-09-2005 01:29  
quote:
In data 2005-09-16 18:35, sandrix81 scrive:
questa dove l'hai presa, dalla smemoranda?




no sono sentenzioso di natura... e ne aggiungo una nuova "l'oggettività è il tormento dei secchioni"

minchiate a parte: "soggettivo" è sempre mal visto, come se uno dicesse arbitrario, ma lo intendevo come sinonimo di personale. Per me il grande critico (non il corretto professionista, ma il critico-come-artista) esprime appunto una personalità, fa letteratura sulla letteratura (o sul cinema): solo così farà un opera durevole, e non un mero servizio di pubblica utilità (cosa che noi ci aspettiamo dalla critica in quanto per lo più giornalismo, ma non è il suo esito più nobile).
questo intendevo con "soggettività potente" (ispirandomi alla nozione di Harold Bloom di "strong critic", estensione dello strong poet). Naturalmente, per arrivare a questo, l'aspetto formale/oggettivo deve essere stato precedentemente ben digerito. Non volevo certo glorificare un particolarismo o un sentimentalismo critico.

Del resto, credo che l'approccio migliiore non sia nè soggettivo nè oggettivo, ma inter-soggettivo, in quanto sia il testo sia il lettore sono entrambi elementi attivi di un processo. E' qualcosa di più del semplice schema prima l'analisi-poi l'interpretazione. ma a un altra volta...




_________________
Capisco che un cameraman possa NON essere interessato al calcio. Ma un intellettuale... è assurdo!
(mio fratello)

[ Questo messaggio è stato modificato da: vietcong il 17-09-2005 alle 01:32 ]

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vietcong

Reg.: 13 Ott 2003
Messaggi: 4111
Da: roma (RM)
Inviato: 17-09-2005 01:58  
quote:
In data 2005-09-17 00:05, Marienbad scrive:
quote:
In data 2005-09-16 17:50, vietcong scrive:
quote:
In data 2005-09-14 13:57, Marienbad scrive:

Forse hai ragione tu, dire che un film non ti ha rapito e ti ha annoiato esplica alla perfezione le connotazioni di "forma", e in questo caso non esiste l'arte, e affanculo l'oggettività.




non esiste l'oggettività critica, esistono solo soggettività più o meno potenti.





Non intendevo certo dire che esiste un'oggettività critica, ma piuttosto che esiste un'oggettività nel momento in cui viene individuata una forma.
La soggettività entra in campo quando questa forma viene interpretata e non analizzata.
In caso contrario una descrizione sarebbe una poesia e sappiamo tutti che non è così.
La buona critica sa prima di tutto analizzare, l'intepretazione a quel punto, se dipende strettamente da questa analisi e la comprova, è soggettiva solo in relazione alla sua profondità.
Infatti una buona critica può essere più o meno ficcante, ma non "non oggettiva".

[ Questo messaggio è stato modificato da: Marienbad il 17-09-2005 alle 00:08 ]




c'è molto buon senso in quello che tu dici, ma io ho una concezione della critica più letteraria e romantica, e la auspico senz'altro più simile alla poesia che alla descrizione. Mi interessa un Autore, non un cartografo. D'altra parte, perchè uno dovrebbe analizzare e descrivere un testo con cui non ha un rapporto originale, che non gli suscita un'interpretazione forte?

Anche l'individuazione di una forma non è un operazione così trasparente. C'è già una selettività nello scegliere un codice piuttosto che un altro: non c'è infatti solo la regia a confortarci con l'indiscutibilità dei piani e delle modalità di riprese, c'è anche la scenggiatura, con nozioni altrettanto formali come la divisione in atti, le digressioni, le caratterizzazioni ecc., c'è poi il codice della recitazione con tutta un altra serie di segni, la fotografia ecc..

Non vogliamo scegliere. Bene, parliamo allora di messa in scena complessiva. Ma, poichè non si può fare una mappa 1:1 (sarebbe dannoso, oltre che impossibile, come mostra il famoso racconto di Borges), concretamente il critico che vuole scrivere un saggio su un film dovrà selezionare dei pezzi, delle scene-chiave, che ritiene piùsignificative. Ma nel momento in cui appare il significato, appare anche l'interpretazione, e dunque lo sforzo personale da parte del critico.
Che sceglierà di lavorare su quegli aspetti formali che l'hanno "colpito" in quel gioco di intersoggettività che è il momento della visione.
Quindi, anche "l'individuazione della forma" di cui tu parli non può essere solo applicazione di criteri razionali obiettivi, per fortuna.


_________________
La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili

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Ayrtonit
ex "ayrtonit"

Reg.: 06 Giu 2004
Messaggi: 12883
Da: treviglio (BG)
Inviato: 17-09-2005 12:51  
dopo aver letto l intervento di marienbad volevo quotare e chiedere:
ma allora esiste una ANALISI OGGETTIVA?
dato che prima viene l analisi e che il soggetivismo si insinua nel processo solo dopo,ovvero al momento del giudizio, dell interpretazione, della critica, seguendo marien sembrerebbe di si.
poi ho letto il post di vietcong, col quale mi trovo d accordo e sul concetto di approccio inter-soggettivo, e su quello di analisi come già inevitabilmente soggettiva.
soggettiva e perciò frammentaria.
personalmente credo che anche il fenomeno della percezione sia di per sè "macchiato" di soggettività, come già intendeva la fenomenologia. l unica cose che mi piace del cubismo è in effetti il suo spirito fenomenologico. noi cmq percepiamo le cose o anche le persone, solo a pezzi, ognuno preso da un diverso punto di vista, anche temporalmente parlando. quindi già il precepire non ci regala nessuna oggettività vera e propria. tanto meno l analisi. e quindi, tanto meno ancora la critica.
il discorso sulla storia che convalida le forme dell oggettività come diceva tristam, è valido per me dal punto di vista del gusto. si può fare una storia del gusto, e poi naturalmente giustificarla. perchè la storia va sempre giustificata, è impossibile smentirla. ma non è la stessa oggettività dic cui parlavo io; ne costituisce una forma, piuttosto, "comoda" e sbiadita.
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DEMONSETH

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 17-09-2005 13:58  
analisi è scomposizione. in quanto tale, non solo esiste un'analisi oggettiva (per rispondere alla tua domanda), ma anzi l'analisi è oggettiva. magari potrà non essere completa, ma oggettiva lo sarà di sicuro, purché di analisi si tratti.

se prendo una scena di un film e scelgo di analizzarla basandomi sul suo decoupage, l'operazione che faccio è oggettiva, poiché le cose che dico, scrivo o quant'altro, sono lì sullo schermo, nel film.
Potrà non essere completa, dicevo, poiché è ovvio che faccio delle scelte: scelgo quel film, scelgo quella sequenza, e comunque è probabilissimo che di quella sequenza non riuscirò a registrare, nella mia analisi, tutto quello che c'è nel quadro.
ma quello che registro c'è, ed in tal senso si può intendere l'operazione come oggettiva.
per il resto, l'oggettività la fa la storia.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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royearle
ex "meskal"

Reg.: 06 Mag 2005
Messaggi: 6294
Da: napoli (NA)
Inviato: 17-09-2005 14:12  
E però, riflettendoci, nemmeno la storia riesce a convalidare un'uggettività del gusto.
Anche la valutazione critica del passato è "in continuo movimento", rivalutazioni e ridimensionamenti dell'arte del passato sono sempre all'ordine del giorno...La riflessione critica non si ferma mai, e ogni epoca sceglie in base ai propri valori e ai propri criteri ciò che ritiene di maggiore o minore valore nella storia delle varie arti.

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