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Autore "Signs", segnali del cinema attuale
Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 24-09-2005 00:01  
ma l'amico pensolo l'è sparit'?
_________________
"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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royearle
ex "meskal"

Reg.: 06 Mag 2005
Messaggi: 6294
Da: napoli (NA)
Inviato: 24-09-2005 00:24  
quote:
In data 2005-09-23 14:54, alessio984 scrive:
quote:
In data 2005-09-23 14:53, alessio984 scrive:
quote:
In data 2005-09-23 12:51, sandrix81 scrive:
beh, tanto per trovare un primo banalissimo nesso (parlo di Cat people, come dicevo non ho ancora visto BWP), procedono entrambi per sottrazione.


la tensione viene fuori dal NON visto.

anzi dal suggerito.



Non visto era meglio, fuori campo sarebbe stato superlativo.
_________________

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HistoryX

Reg.: 26 Set 2005
Messaggi: 4234
Da: cagliari (CA)
Inviato: 03-10-2005 12:45  
quote:
In data 2005-01-06 18:41, liliangish scrive:
Che dire, ho finito di vederlo due ore fa e dopo mi sono letta tutto il topic (non ci ho messo due ore, non ridete troppo presto...)

Intanto un plauso a Tristam per il lavoro compiuto nell'analisi del film.
Poi. La storia. Ma dico, voi guardate un film e pensate alla storia? Alla plausibilità, al riscontro con la realtà, all'inquadramento in un genere? Allora non andiamo al cinema, leggiamo narrativa, anzi un bel romanzo storico, lì tutto deve essere plausibile e coerente.
Io sono dell'opinione che questo film sia splendido proprio perché riesce ad andare oltre. Oltre la sceneggiatura e i suoi limiti invalicabili. Shyamalan sfrutta al meglio il mezzo cinematografico in quanto tale, ovvero il raccontare per suoni e immagini, raccontare attraverso l'espressione dei volti, il tono delle voci, la luce e i colori. La storia? La storia è un pretesto, un pretesto per coinvolgere lo spettatore in un viaggio dentro se stesso, le proprie paure e le proprie convinzioni.
Il dialogo citato da Ayrtonit non è che l'esplicitazione narrativa di una filosofia che permea tutto il film, e che è perfettamente esplicitata nel contrasto tra i due fratelli protagonisti, colui che crede e colui che ha perso la fede.
Se quel dialogo non ci fosse stato non avrebbe tolto niente alla comprensione del film, poiché serve solo a rendere in parole ciò che scaturisce già abbondantemente dalle immagini.
E il finale - edulcorato se vogliamo - non è che l'ennesima conferma di questa chiave di lettura : "Ecco perché aveva l'asma" non vuol dire "Ah che bello aveva l'asma e si è salvato" non è uno stratagemma narrativo, è un'ulteriore esplicitazione del sottotesto: "Ecco perché aveva l'asma" ossia "Anche questo si inserisce nello schema delle cose. Anche l'asma ha un motivo, anche l'asma è un incentivo a credere".

Dopo questo film adoro Shyamalan.



Avevo intenzione di vedere come andava a finire questa bella discussione, ma dopo aver letto lilian mi fermo... non che il suo post sia il peggio letto sinora da chi apprezza questo filmetto ma perchè mi spiazza...
Ci volevo andare molto giù duro ma voglio lasciare la porta aperta alla possibilità di non averlo capito anche se è un impresa assolutamente ardua.

Sono d'accordo su un fatto, che il film sia un pretesto, un pretesto per incassare ai botteghini con un film mediocre, con un messaggio profondo che si risolve in maniera tristemente banale.
La storia è insulsa? no viene definita un pretesto per un viaggio dentro se stessi... quindi la si deve tralasciare? Non m'interessa che le cose siano o meno attinenti con la realtà, ma sul fatto che se si cercava un pretesto per trasmettere un messaggio è stato scelto in maniera scadente, e questo che dir si voglia in maniera colorata o meno ricade nella valutazione complessiva del film.
Su questo non credo si possa essere intransigenti, il messaggio può essere profondo, spunto per riflettere, ma è stato espresso male...

La tecnica di ripresa: non sono un esperto, quindi non sono in grado di giudicare e lascio a voi giudizi tecnici, solo che un a cosa da profano la posso dire... non mi ha dato nulla.

Gli interpreti.
Che dire, sarò stato lobotomizzato o tutto il cast è stato molto scadente?
Qui qualcosa mi ha lasciato invece, irritazione.

Torniamo al messaggio un attimo, quale sarebbe la filosofia? Qui lascio la porta aperta su un qualcosa che potrei non aver afferrato, una crisi mistica è un qualcosa di molto difficile da affrontare, le idee, sulle casualità imperanti che risultano all'interno di uno schema ben delineato di cui dobbiamo coglierne i segnali nascosti sono rimaste "in canna"...tanto per intenderci, buona l'idea, scadente l'espressione.

Un'osservazione, ho avuto la sensazione che nelle intenzioni del regista vi fosse l'idea di un colpo di scena differente, che gli alieni non fossero "cattivi", avrei ben visto un fine collegamento fra i buchi nella porta (nel finale, la mattina con la luce che filtrava) e i cerchi nel grano come un tentativo di comunicare.
Comprenderei qualcosa di più se così fosse stato.

Jo

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 04-10-2005 02:05  
quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
Avevo intenzione di vedere come andava a finire questa bella discussione, ma dopo aver letto lilian mi fermo... non che il suo post sia il peggio letto sinora da chi apprezza questo filmetto ma perchè mi spiazza...


Innanzi tutto avresti fatto bene a leggere tutto fino in fondo, e magari anche più di una volta.
Questo perchè definire Signs "un filmetto" è abbastanza riduttivo e pretestuoso. Aggettivi e sostantivi spregiativi (ma anche no) non supportati da concetti e spiegazioni plausibili servono a poco. Soprattutto per un film come Signs che è uno dei tanti film spartiacque tra chi riesce ad addentrarsi nella critica/analisi/fruizione del cinema e che no.
quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
Ci volevo andare molto giù duro ma voglio lasciare la porta aperta alla possibilità di non averlo capito anche se è un impresa assolutamente ardua.


Ecco lascia aperto. Spalancato.

quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
Sono d'accordo su un fatto, che il film sia un pretesto, un pretesto per incassare ai botteghini con un film mediocre, con un messaggio profondo che si risolve in maniera tristemente banale.


Il film è un pretesto per incassare con un film mediocre?
Boh, io non ho capito cosa intendi. Ce lo puoi, gentilmente, rispiegare?
Inoltre i film non mandano messaggi, per quelli si usano i telegrammi.

quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
La storia è insulsa? no viene definita un pretesto per un viaggio dentro se stessi... quindi la si deve tralasciare?


Nessuno tralascia la storia, come nessuno tralascia la storia sotteranea, nè l'idea che l'autore esprime attraverso il suo film. Tre passaggi che definiscono bene il cinema di oggi... Una storia di facciata; un storia che si appoggia al contesto della storia di facciata e che è una storia intima e specifica; il regista e le sue idee.

quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
Non m'interessa che le cose siano o meno attinenti con la realtà, ma sul fatto che se si cercava un pretesto per trasmettere un messaggio è stato scelto in maniera scadente, e questo che dir si voglia in maniera colorata o meno ricade nella valutazione complessiva del film.
Su questo non credo si possa essere intransigenti, il messaggio può essere profondo, spunto per riflettere, ma è stato espresso male...


Questo lo dici tu, perché forse non lo hai colto. Altre persone hanno esemplarmente indicato in cosa consiste l'articolazione del film. Nel caso, sempre gentilmente, potresti indicarmi qual'è secondo te il pretesto del film, il suo "messaggio", la trama? (non copiare)

quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
La tecnica di ripresa: non sono un esperto, quindi non sono in grado di giudicare e lascio a voi giudizi tecnici, solo che un a cosa da profano la posso dire... non mi ha dato nulla.


Mi spiace molto. Anche qui, un po' per tua ammissione, un po' perché ancora non sei addentro a questioni più specifiche, non sei riuscito a cogliere appieno la forza stilistica di Shyamalan. Innanzi tutto è un regista che fa un cinema che non si vede più. Che utilizza soluzioni, non per forza stilistiche, ma anche solo linguistiche, che sono estinte e spesso difficili da aprezzare. Shyamalan, per esempio, usa una inquadratura (spesso anche complessa) al posto di due o più. Il baricentro si sposta per ovvie ragioni...

quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
Gli interpreti.
Che dire, sarò stato lobotomizzato o tutto il cast è stato molto scadente?
Qui qualcosa mi ha lasciato invece, irritazione.


Non bado mai alle interpretazioni, ma questa volta mi sento di difendere sia Gibson che Phoenix. Un appunto potrei farelo unicamente sulla recitazione dei bimbi... un po' troppo calcata in qualche occasione...

quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
Torniamo al messaggio un attimo, quale sarebbe la filosofia?


Non bisogna per forza trovare una filosofia (ma che vuol dire poi??) in un film. L'approccio è, a mio avviso, errato. Si possono esprimere idee personali, punti di vista, suggerire considerazioni legate alla vita del regista e cose del genere.
Perchè dici filosofia?

quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
una crisi mistica è un qualcosa di molto difficile da affrontare, le idee, sulle casualità imperanti che risultano all'interno di uno schema ben delineato di cui dobbiamo coglierne i segnali nascosti sono rimaste "in canna"...tanto per intenderci, buona l'idea, scadente l'espressione.


se avessi continuato a leggere dopo il messaggio a cui ti sei fermato ne avresti trovato uno mio... Lo riporto se me lo permetti:

"Che sia un film intriso di sentimento e di religiosità (come, seppure diversamente, riuscivano a fare i grandi registi che pur non trattando temi religiosi giravano film spirituali) è fuor di dubbio.
E' un film su Dio, o su quello che l'uomo identifica con questa parola, eppure il soggetto è eliso, cancellato, nascosto nelle manifestazioni fisiche del vissuto.
Che i "signs" si riferiscano ad una possibile esistenza aliena è una sbagliata interpetazione del film. Perchè Shyamalan in questa pellicola ha solo usato un pretesto per dirici altro, e anzi per far trasparire il senso del sacro in un'occasione del tutto estranea. Non è questa una della sfide più grandi dei "testi", in particolare del film? Nascondere il significato dietro ad ogni possibile metafora, ogni possibile suggerimento, ogni indicazione, per farlo emergere da solo se e solo se chi sta vivendo l'esperienza della visione è capace di farlo.
A dire il vero suggerimenti ce ne sarebbero anche, ma come si è visto quasi nessuno è riuscito a carpirli. E pure io quando, ai tempi, mi accinsi alla recensione non ne ero completamente conscio. Visioni su visioni mi hanno permesso di avvicinarmi in maniera più empatica al bambino che si nasconde dietro l'adutlo. a toccarne i sensi più profondi e disvelarne i significati.
Successo questo è inevitabile pensare che un film così abile a non concedersi possa essere considerato uno dei film migliori in assoluto nella propria personale visione.
I segni dell'esistenza di un'entità superiore, e che vivono nella limitata portata del film (non è detto che tutti debbano crederci nella vita o che il film sia un indizio inequivocabile dell'esistenza dei tali), sono presenti e che si offrono timidamente a chi può vederli, sono il vero senso del film.
Segni, signs. Nulla è lasciato al caso, siamo sempre al bivio, sta a noi scegliere, potrebbe dire Graham Hess. Dalla morte della moglie, alle parole che vengono dal passato e che tornano progressivamente alla mente di Mel Gibson, fino l'asma del figlio, gli alieni - che sono l'elemento scatenante della terrestrità dell'uomo, perchè aprono la nostra percezione all'extra, al trans, a ciò che sta oltre all'uomo, ma che la presenza di uno spirituale invece considera e utilizza- sono i veri segni. E questi segni si riferiscono a queste cose, non ai cerchi di grano, che sono invece quello che banalmente credono i detrattori di questa pellicola.
C'è pathos, eccome. Ma anche di più! C'è il sacro e lo spirituale, eppure il film non è retorico, nè lezioso, nè esegetico. E' un film normale sulla vita, e per forza di cose non evita di trascurare ciò che non riusciamo appieno a comprendere e che come l'aria, da quando l'uomo esiste, ci circonda.
Anche se poi non ci pensiamo mai, o ancora meglio ce ne freghiamo.
La sfida di Shyamalan è stata esattamente questa. Trascinare lo spettatore di fronte ad un evento soverchiante, metterci un uomo dubbioso e rancoroso, che ha abbandonato il sacerdozio, per protagonista e poi sbatterti silenziosamente in faccia che i grandi eventi della vita, funesti e felici, non sono unicamente gestiti dall'uomo e dalla sua solitudine.
E' un'idea del regista questa, condivisibile o no. Eppure con il religioso ci abbiamo a che fare ogni giorno, e al di là dei dogmi, c'è questa sua idea. Che è un'idea culturale, e già affrontata parecchie volte da religioni (scintoismo, induismo, buddismo su tutte) e religiosi, e qui in Signs, silenziosamente messa in scena
".


quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
Un'osservazione, ho avuto la sensazione che nelle intenzioni del regista vi fosse l'idea di un colpo di scena differente, che gli alieni non fossero "cattivi", avrei ben visto un fine collegamento fra i buchi nella porta (nel finale, la mattina con la luce che filtrava) e i cerchi nel grano come un tentativo di comunicare.
Comprenderei qualcosa di più se così fosse stato.


scusami ma di quali buchi stai parlando? forse quelli in cima alla scala che portano giù in cantina? Lune e stelle e sagome varie?
Se si, quelli sono sulla finestra e sono presenti da prima che gli alieni arrivassero. Fanno parte delle decorazioni della casa...
Se gli alieni fossero stati buoni (ci poteva anche stare eh) il film avrebbe avuto un altro plot e altri sarebbero stati gli accorgimenti per poter fare uscire le idee del regista da questo.
Tutto è calcolato in funzione di un progetto complessivo... mi pare ovvio... gli alieni dovevano fare quello che hanno fatto, altrimenti nulla quadrava più...
_________________
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royearle
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Da: napoli (NA)
Inviato: 04-10-2005 04:05  
quote:
In data 2005-10-04 02:05, Tristam scrive:

"Che sia un film intriso di sentimento e di religiosità (come, seppure diversamente, riuscivano a fare i grandi registi che pur non trattando temi religiosi giravano film spirituali) è fuor di dubbio.
E' un film su Dio, o su quello che l'uomo identifica con questa parola, eppure il soggetto è eliso, cancellato, nascosto nelle manifestazioni fisiche del vissuto.
Che i "signs" si riferiscano ad una possibile esistenza aliena è una sbagliata interpetazione del film. Perchè Shyamalan in questa pellicola ha solo usato un pretesto per dirici altro, e anzi per far trasparire il senso del sacro in un'occasione del tutto estranea. Non è questa una della sfide più grandi dei "testi", in particolare del film? Nascondere il significato dietro ad ogni possibile metafora, ogni possibile suggerimento, ogni indicazione, per farlo emergere da solo se e solo se chi sta vivendo l'esperienza della visione è capace di farlo.
A dire il vero suggerimenti ce ne sarebbero anche, ma come si è visto quasi nessuno è riuscito a carpirli. E pure io quando, ai tempi, mi accinsi alla recensione non ne ero completamente conscio. Visioni su visioni mi hanno permesso di avvicinarmi in maniera più empatica al bambino che si nasconde dietro l'adutlo. a toccarne i sensi più profondi e disvelarne i significati.
Successo questo è inevitabile pensare che un film così abile a non concedersi possa essere considerato uno dei film migliori in assoluto nella propria personale visione.
I segni dell'esistenza di un'entità superiore, e che vivono nella limitata portata del film (non è detto che tutti debbano crederci nella vita o che il film sia un indizio inequivocabile dell'esistenza dei tali), sono presenti e che si offrono timidamente a chi può vederli, sono il vero senso del film.
Segni, signs. Nulla è lasciato al caso, siamo sempre al bivio, sta a noi scegliere, potrebbe dire Graham Hess. Dalla morte della moglie, alle parole che vengono dal passato e che tornano progressivamente alla mente di Mel Gibson, fino l'asma del figlio, gli alieni - che sono l'elemento scatenante della terrestrità dell'uomo, perchè aprono la nostra percezione all'extra, al trans, a ciò che sta oltre all'uomo, ma che la presenza di uno spirituale invece considera e utilizza- sono i veri segni. E questi segni si riferiscono a queste cose, non ai cerchi di grano, che sono invece quello che banalmente credono i detrattori di questa pellicola.
C'è pathos, eccome. Ma anche di più! C'è il sacro e lo spirituale, eppure il film non è retorico, nè lezioso, nè esegetico. E' un film normale sulla vita, e per forza di cose non evita di trascurare ciò che non riusciamo appieno a comprendere e che come l'aria, da quando l'uomo esiste, ci circonda.
Anche se poi non ci pensiamo mai, o ancora meglio ce ne freghiamo.
La sfida di Shyamalan è stata esattamente questa. Trascinare lo spettatore di fronte ad un evento soverchiante, metterci un uomo dubbioso e rancoroso, che ha abbandonato il sacerdozio, per protagonista e poi sbatterti silenziosamente in faccia che i grandi eventi della vita, funesti e felici, non sono unicamente gestiti dall'uomo e dalla sua solitudine.
E' un'idea del regista questa, condivisibile o no. Eppure con il religioso ci abbiamo a che fare ogni giorno, e al di là dei dogmi, c'è questa sua idea. Che è un'idea culturale, e già affrontata parecchie volte da religioni (scintoismo, induismo, buddismo su tutte) e religiosi, e qui in Signs, silenziosamente messa in scena
".


Mi era sfuggito questo, molto bello, e molto migliore dei primi post a mio parere.

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royearle
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Da: napoli (NA)
Inviato: 04-10-2005 04:07  
quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
Un'osservazione, ho avuto la sensazione che nelle intenzioni del regista vi fosse l'idea di un colpo di scena differente, che gli alieni non fossero "cattivi", avrei ben visto un fine collegamento fra i buchi nella porta (nel finale, la mattina con la luce che filtrava) e i cerchi nel grano come un tentativo di comunicare.
Comprenderei qualcosa di più se così fosse stato.


History, quello è(era) Spielberg.
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Da: cagliari (CA)
Inviato: 04-10-2005 10:27  
quote:
In data 2005-10-04 04:07, meskal scrive:
quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
Un'osservazione, ho avuto la sensazione che nelle intenzioni del regista vi fosse l'idea di un colpo di scena differente, che gli alieni non fossero "cattivi", avrei ben visto un fine collegamento fra i buchi nella porta (nel finale, la mattina con la luce che filtrava) e i cerchi nel grano come un tentativo di comunicare.
Comprenderei qualcosa di più se così fosse stato.


History, quello è(era) Spielberg.



Me lo sarò sognato allora, me li ricordo sulla porta e non ho fatto caso che ci fossero prima.

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royearle
ex "meskal"

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Da: napoli (NA)
Inviato: 04-10-2005 11:05  
quote:
In data 2005-10-04 10:27, HistoryX scrive:
quote:
In data 2005-10-04 04:07, meskal scrive:
quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
Un'osservazione, ho avuto la sensazione che nelle intenzioni del regista vi fosse l'idea di un colpo di scena differente, che gli alieni non fossero "cattivi", avrei ben visto un fine collegamento fra i buchi nella porta (nel finale, la mattina con la luce che filtrava) e i cerchi nel grano come un tentativo di comunicare.
Comprenderei qualcosa di più se così fosse stato.


History, quello è(era) Spielberg.



Me lo sarò sognato allora, me li ricordo sulla porta e non ho fatto caso che ci fossero prima.


Vabbuò, domani è una bella giornata.

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HistoryX

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Da: cagliari (CA)
Inviato: 04-10-2005 12:14  
quote:
In data 2005-10-04 02:05, Tristam scrive:
quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
Avevo intenzione di vedere come andava a finire questa bella discussione, ma dopo aver letto lilian mi fermo... non che il suo post sia il peggio letto sinora da chi apprezza questo filmetto ma perchè mi spiazza...


Innanzi tutto avresti fatto bene a leggere tutto fino in fondo, e magari anche più di una volta.
Questo perchè definire Signs "un filmetto" è abbastanza riduttivo e pretestuoso. Aggettivi e sostantivi spregiativi (ma anche no) non supportati da concetti e spiegazioni plausibili servono a poco. Soprattutto per un film come Signs che è uno dei tanti film spartiacque tra chi riesce ad addentrarsi nella critica/analisi/fruizione del cinema e che no.


Comprendo ti dispiaccia veder criticato il film della tua vita... da come lo difendi sembra sia stato girato da te!
Mi sembra di aver dato delle motivazioni ai sostantivi dispregiativi, per quanto tu ne possa dire continuo a giudicarlo un filmetto, e con questo non voglio ledere niente e nessuno, ma credo sia palese.
quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
Ci volevo andare molto giù duro ma voglio lasciare la porta aperta alla possibilità di non averlo capito anche se è un impresa assolutamente ardua.


Ecco lascia aperto. Spalancato.
[/quote]
Socchiuso va bene lo stesso?

quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
Sono d'accordo su un fatto, che il film sia un pretesto, un pretesto per incassare ai botteghini con un film mediocre, con un messaggio profondo che si risolve in maniera tristemente banale.


Il film è un pretesto per incassare con un film mediocre?
Boh, io non ho capito cosa intendi. Ce lo puoi, gentilmente, rispiegare?
Inoltre i film non mandano messaggi, per quelli si usano i telegrammi.
[/quote]
Ce lo puoi a chi? Sei multisfaccettato? Se permetti lo spiego a te solo...eheh! Accidenti sembra abbiano toccato davvero un tuo pargolo...
Non ricordo se da te, ma è stata definita una genialata da alcuni il fatto di sfruttare i cerchi nel grano per attirare il pubblico. Se si guarda dal punto di vista della produzione sicuramente lo è stata, ma vi è anche l'occhio e il portafoglio del pubblico non credi?
Se per te e altri il film è stato bello da essere una pietra miliare del cinema, per altri può essere stata una fregatura...
Non ci si può nascondere dietro a un dito dicendo che ci si fa fregare dal trailer... si è creata un attesa su un tema alquanto fittizio sfruttando l'onda del periodo dove i cerchi nel grano sono di attualità.
Complimenti alla produzione e al regista per i soldi fatti ma se mi permetti posso essere almeno in condizione di mandarli a fare in c**o? e definire il film come c***o mi pare?

quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
La storia è insulsa? no viene definita un pretesto per un viaggio dentro se stessi... quindi la si deve tralasciare?


Nessuno tralascia la storia, come nessuno tralascia la storia sotteranea, nè l'idea che l'autore esprime attraverso il suo film. Tre passaggi che definiscono bene il cinema di oggi... Una storia di facciata; un storia che si appoggia al contesto della storia di facciata e che è una storia intima e specifica; il regista e le sue idee.
[/quote]
Allora, cosa vuol dire "nessuno tralascia la storia"? Tu forse non lo fai.
Storia di facciata: (ripeto)Specchietto per le allodole sviluppato in maniera intelligente all'occhio (del)critico(il tuo), ma all'occhio critico risulta deludente. Si creano delle aspettative che poi non verranno esaudite in maniera esaustiva(!)...Il film è stato presentato sulla storia di facciata, e sulla storia di facciata posso e devo valutarlo.
La storia intima e specifica mi è risultata di una banalità assurda, malrecitata e maldiretta a questo punto.
Le idee del regista mi son sembrate faziose e pretestuose, grandi idee che trapelano si ma sviluppate in maniera, ecco, come dire, veloce! Sembra che sia mancato il tempo di svilupparle, è una sensazione ma è quello che mi è arrivato.
Per quanto riguarda il regista penso che non ripeterà più un film come il sesto senso, basta vedere anche the village per comprendere che è al servizio delle macchine produttrici e agisce in funzione di esse: ossia far soldi prima di tutto.
quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
Non m'interessa che le cose siano o meno attinenti con la realtà, ma sul fatto che se si cercava un pretesto per trasmettere un messaggio è stato scelto in maniera scadente, e questo che dir si voglia in maniera colorata o meno ricade nella valutazione complessiva del film.
Su questo non credo si possa essere intransigenti, il messaggio può essere profondo, spunto per riflettere, ma è stato espresso male...


Questo lo dici tu, perché forse non lo hai colto. Altre persone hanno esemplarmente indicato in cosa consiste l'articolazione del film. Nel caso, sempre gentilmente, potresti indicarmi qual'è secondo te il pretesto del film, il suo "messaggio", la trama? (non copiare)
[/quote]
Non copiare cosa?
Bisognerebbe mettersi d'accordo sui termini, pretesto-messaggio-trama possono portare confusione.
Per quanto riguarda il messaggio puoi leggere giù, l'avevo scritto mi pare, senza fare romanzi, forse per quello non te ne sei accorto? sempre cordialmente beninteso.
quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
La tecnica di ripresa: non sono un esperto, quindi non sono in grado di giudicare e lascio a voi giudizi tecnici, solo che un a cosa da profano la posso dire... non mi ha dato nulla.


Mi spiace molto. Anche qui, un po' per tua ammissione, un po' perché ancora non sei addentro a questioni più specifiche, non sei riuscito a cogliere appieno la forza stilistica di Shyamalan. Innanzi tutto è un regista che fa un cinema che non si vede più. Che utilizza soluzioni, non per forza stilistiche, ma anche solo linguistiche, che sono estinte e spesso difficili da aprezzare. Shyamalan, per esempio, usa una inquadratura (spesso anche complessa) al posto di due o più. Il baricentro si sposta per ovvie ragioni...
[/quote]
Per cogliere la bellezza di un qualcosa non credo sia sempre e totalmente necessario avere delle basi. In ogni caso è vero, non ho esperienza.

quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
Gli interpreti.
Che dire, sarò stato lobotomizzato o tutto il cast è stato molto scadente?
Qui qualcosa mi ha lasciato invece, irritazione.


Non bado mai alle interpretazioni, ma questa volta mi sento di difendere sia Gibson che Phoenix. Un appunto potrei farelo unicamente sulla recitazione dei bimbi... un po' troppo calcata in qualche occasione...
[/quote]
A parte i bimbi, gibson ha fatto di meglio, non far l'errore se apprezzi il film paccheto completo di soppravalutare tutte le varianti.

quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
Torniamo al messaggio un attimo, quale sarebbe la filosofia?


Non bisogna per forza trovare una filosofia (ma che vuol dire poi??) in un film. L'approccio è, a mio avviso, errato. Si possono esprimere idee personali, punti di vista, suggerire considerazioni legate alla vita del regista e cose del genere.
Perchè dici filosofia?
[/quote]
Cosa ti disturba o non ti è chiaro della parola filosofia? Non ti seguo. A parte che la vita del regista è conosciuta a te ma non per questo lo deve esser anche per me.
quote:
In data 2005-10-03 12:45, HistoryX scrive:
una crisi mistica è un qualcosa di molto difficile da affrontare, le idee, sulle casualità imperanti che risultano all'interno di uno schema ben delineato di cui dobbiamo coglierne i segnali nascosti sono rimaste "in canna"...tanto per intenderci, buona l'idea, scadente l'espressione.


se avessi continuato a leggere dopo il messaggio a cui ti sei fermato ne avresti trovato uno mio... Lo riporto se me lo permetti:[...]
[/quote]
A questo ti riferisci quando dici di nn copiare?
Come vuoi che te lo spieghi il messaggio? Mi presti le parole? eheh...
Mi sembra alquanto inutile spiegare una filosofia orientale con parole che potresti fraintendere, non dubito sulla tua intelligenza ma sull'interpretazione dei termini che è sempre e comunque soggettivo.

La perdita della fede su un Dio con la barba è un qualcosa che nella vita di un uomo dovrebbe capitare, la considero una benedizione, è sofferenza, è paura e anche qualcosa di peggio di ciò che è stato intravisto nel film, crolla tutto ciò che è stato costruito, tutto ciò su cui si basava l'esistenza prima perde di valore, ma non solo i sentimenti, ogni cosa diviene vuoto, ci si sente interpreti di un film dove solo noi sappiamo di essere attori, il mondo continua a muoversi intorno a noi ma vuoto e inutile. Non sono metafore.
La sofferenza è un travaglio, è una rinascita, un ardere convinzioni dogmatiche e atteggiamenti secolari che fanno parte di noi, il campo spirituale si fonde con la realtà materiale, con quello che siamo e la figura di Dio non è la sola messa in discussione.
Nel film questo non mi è arrivato, sarà per la mia formazione, sarà il momento, sarà perchè non ne avevo bisogno, non lo so.
Ho notato quel che voleva dire ma il risultato non è stato emozionante, scioccante, orientato a dare una scossa, un apertura in questo senso, verso l'interiorità dello spirito lontana da una lettura occidentale, ci ha provato, ma non ci è riuscito.
I segni divini(?)di cui è intrisa l'esistenza è molto bella come idea, ricordo matrix che in tal senso mi ha coinvolto in maniera sicuramente più avvincente, ecco signs non mi ha convinto, il messaggio è apparso arrancante e si perdeva nella lentezza di certe scene, nell'interpretazione scadente, nella mancanza di passione, nella trama(la quale considero diversa dal messaggio) che si ritorce in se stessa in modo noioso, il colpo di scena arriva stanco, scontato e banale... i segnali? Si ci sono, ma nell'ologramma del'esistenza, nella griglia dove tutto è collegato potevano esser meglio espressi.
Questa è pur sempre un opinione.

Ho riletto il tuo "messaggio" personale colto e lo apprezzo e lo rispetto.
Se lo vedo in ottica del film devo ripetermi purtroppo e non lo farò.

jo

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pensolo

Reg.: 11 Gen 2004
Messaggi: 14685
Da: Genova (GE)
Inviato: 04-10-2005 12:16  
Vorrei fare una domanda a chi apprezza questo film.

Bisogna essere credenti per riuscire a comprenderlo e capirlo anche solo in minima parte?

Perchè se pensate sia così io non credo di avere speranze.

Quel che ho scritto riguardo al film è scaturito da una singola visione e dalle sensazioni che questa mi ha procurato.

Non escludo mai a priori che un film che di primo acchitto mi ha "disturbato" possa poi in visioni successive, darmi sensazioni diametralmente opposte.

Ribadisco che ad oggi, in base alla singola visione di questa pellicola, faccio una fatica immane ad accettarne tutte le critiche positive che ho dovuto leggere in questo topic

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HistoryX

Reg.: 26 Set 2005
Messaggi: 4234
Da: cagliari (CA)
Inviato: 04-10-2005 12:22  
scusate per il casino fatto nel riportare i vecchi messaggi, è un casino... spero sia comprensibile.

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Ayrtonit
ex "ayrtonit"

Reg.: 06 Giu 2004
Messaggi: 12883
Da: treviglio (BG)
Inviato: 04-10-2005 13:03  
oltre a quotare l intervento di tristam, vorrei aggiungere un paio di considerazioni.
legate l una all altra.
la prima è rivolta proprio a tristam.

il tuo dire che questo come tanti altri è un film spartiacque per chi entra nella comprensione tecnica di un film e chi no, è apprezzabile e sacrosanto a mio avviso. ma renditi conto, e credo che tu già lo faccia, che ci sono molte persone (purtroppo) che del merito tecnico di un film se ne strasbattono. nno solo perchè anche scrivendo un papiro, come tuo solito, di sensate motivazioni di encomio alla regia di shyamalan, non riescono ad afferrarle appieno - cosa che sarebbe più che giustificabile, se è vero che io per prima non ho una adeguata nè vasta preparazione cinematografica- ma anche perchè, dicevo, non gliene frega proprio di afferrarle..come se la regia, con tutto l universo che si schiude dietro di lei, fosse terra di mere constatazioni stilistiche e decorative, quando invece lì risiede una metafisica che disvela, religiosamente, il Senso per eccellenza del film. ci son persone che dopo tutto ciò diranno: si ma a me non è piaciuto.
e va bene, ci sta. o meglio ci starebbe se avessero ammesso l importanza e la bellezza della regia. che già di per sè, l avessero fatto, almeno un pochino il film lo apprezzerebbero. amarlo poi è un altro conto.
e qui potrei andare avanti.
invece mi rivolgo a history, nel caso specifico di signs. ti faccio una domanda.

ti rendi conto che quando dici che il messaggio a te non è arrivato forse perchè non era il momento, o non eri in condizione, o per la tua esperienza, ebbene tutto ciò non dovrebbe essere la tua arma di demolizione del film?
non dico che ciò non dovrebbe influire ma non dovrebbe essere il pretesto, o l argomento fondante di una critica. sarebbe come se io criticassi nodo alla gola- e me ne guardo, dato che è un capolavoro- (per dirne uno che ho visto recentissimamente) dicendo che quel giorno ero stanca perchè avevo dormito 3 ore, e che quindi il film era lento.....oddio nessuno mi vieta di esternare le mie debilitate condizioni fisiche durante la visione, ma farne poi un puntello di critica del film mi sembra davvero esagerato.

rispondo quindi anche a pensolo: il fatto di esser credenti non c'entra nulla con l amare questo film. mi sembra anche ovvio. che poi lo si ami anche per quello, è soggettivo. è un di più, ma non certo una conditio sine qua non.
_________________
"In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH

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HistoryX

Reg.: 26 Set 2005
Messaggi: 4234
Da: cagliari (CA)
Inviato: 04-10-2005 13:21  
quote:
In data 2005-10-04 13:03, Ayrtonit scrive:
[...]
invece mi rivolgo a history, nel caso specifico di signs. ti faccio una domanda.

ti rendi conto che quando dici che il messaggio a te non è arrivato forse perchè non era il momento, o non eri in condizione, o per la tua esperienza, ebbene tutto ciò non dovrebbe essere la tua arma di demolizione del film?
non dico che ciò non dovrebbe influire ma non dovrebbe essere il pretesto, o l argomento fondante di una critica. sarebbe come se io criticassi nodo alla gola- e me ne guardo, dato che è un capolavoro- (per dirne uno che ho visto recentissimamente) dicendo che quel giorno ero stanca perchè avevo dormito 3 ore, e che quindi il film era lento.....oddio nessuno mi vieta di esternare le mie debilitate condizioni fisiche durante la visione, ma farne poi un puntello di critica del film mi sembra davvero esagerato.





No, ecco, non avrei dovuto scriverlo, so benissimo che così non è, ora spiego meglio, ricorda che parte tutto dal messaggio di lilian. Sto facendo solo un tentativo per salvarlo dentro di me, con giustificazioni palesemente inutili, arduo è il compito infatti. Cancellalo.

Non è importante quella frase ai sensi del mio giudizio, mi pare di aver dato diversi motivi, opinabili naturalmente, per il quale nn mi è piaciuto.
Mi sembra ben esagerato considerare questo film un capolavoro, e non lo dico perchè il giorno dormivo, stai tranquilla(o).

jo

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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 04-10-2005 14:48  
la solita guerra persa in partenza.
uff...

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HistoryX

Reg.: 26 Set 2005
Messaggi: 4234
Da: cagliari (CA)
Inviato: 05-10-2005 11:14  
quote:
In data 2005-10-04 14:48, 13Abyss scrive:
la solita guerra persa in partenza.
uff...


e che fischio vuol dire?
bah...si vincono premi oscar con le opinioni?

Leggendo anche l'altra discussione ho avuto modo di far una riflessione.
Perchè questo film è piaciuto?
A parte i tecnicismi di inquadrature o di costruzione, che probabilmente può apprezzare a pieno solo una fascia di pubblico, visto che qualsiasi cosa può esser fatta bene tecnicamente ma non per questo è di unanime apprezzamento, vi deve essere un'altro tipo di gente dove è attechito un qualcosa, un qualcosa di convincente quindi.
Ciò che ha fatto presa è il "messaggio filosofico" di cui è impregnato il film, spero che definirlo così non crei problemi intellettuali di sorta...
Questi sono i segnali in primis(signs), il luogo e la vita vissuta intrecciati da una influenza reciproca dove eventi, sogni, pensieri sono incanalati in un unica via che comprende ciò che è materiale e possiamo toccare e sperimentare con il corpo fisico e ciò che fa parte del "non fisico", definiamolo così.
Tutto ciò che vediamo può passarci sotto gli occhi con indifferenza in una sorta di apatia generalizzata, sopprattutto in occidente dove questi segnali passano perlopiù inascoltati(non so e non mi pare comunque che l'oriente faccia tesoro di sti cazzo di segnali, per questo la definisco freddamente filosofia), oppure per scelta (cammino interiore) o per scherzo del destino(tragedia) si acquista la sensibilità a poter cogliere e leggere le coincidenze e gli eventi.
Chi sono le persone a cui è attechito questo? Persone che hanno bisogno di credere ma sono troppo immersi nel sonno della società da affogarvici(si!), persone che si vogliono quindi scuotere dal sonno e che non vogliono più vivere con l'impressione di essere zombie?
A cui magari è crollata la fede, non per forza e solo dalla tragedia di trovarsi dinanzi alla morte di una persona cara, ma per colpa della tragedia della vita, perchè nessuno è più per forza cattolicamente traviato, ma ha bisogno di credere, credere con la ragione e lo spirito insieme.
Un bisogno innato che viene fuori con la lettura della realtà della vita grigia di ogni giorno, non solo dentro una cattedrale.
Il bisogno palpabile di sentirsi intrecciati con l'universo.

Ecco forse è così? Non lo so, spiegherei il "tipo" di persona, colta, intelligente e innamorata di se stessa da risultare persino un po saccente, in confronto col mondo e con l'animo un po ribelle.
Continuerei ma nn vorrei già aver leso qualcuno.

Ora, perchè non è piaciuto?
Leggevo le opinioni sul film, più di 500 con la media della sufficenza.
Per forza di cosa la scelta di aver calcato la mano sui cerchi nel grano e poi non aver risolto(o nemmeno affrontato) nulla ha pagato sulla valutazione.
Tutte persone insensibili che volevano indipedence day? No. Non è nemmeno pensabile se si ragiona un pò, e qui fuoriesce un po di faziosità(e in questo caso non solo) nel controgiudicare.
I crops circles(ho scritto bene?), sono dei simboli, dei segnali, che hanno smosso sicuramente la fantasia e la curiosità, idee ed elucubrazioni, le teorie e gli studi, sono un qualcosa che, senza dilungarmi per vie aliene, hanno creato stimolo.
Questo stimolo è stato sollecitato per poi non essere appagato, e fin qui basterebbe per una maggioranza di critici, adesso mi ripetono "è un pretesto per dire altro!"...e che palle, l'abbiamo capito ma ci sarà pure un legame diretto tra sto cavolo di pretesto e sto cazzo di "altro" che voleva dire? scusate...

No, non c'è. O per lo meno non è riuscito a svolgerlo. Questo è il buco, la voragine immensa del film, ringrazio mattia(tristan?) per l'acuta figura delle tre storie(non so se è tutta farina pura del tuo sacco o perchè fai studi in questo senso:razz:), è una mancanza, negli intrecci dove fede, un mondo sconosciuto(gli alieni, ma anche la morte) e vita vengonono svolti manca proprio il sale principale, il tema centrale che tiene in piedi il film(e gli incassi) scorre fiacco sino ala conclusione.
Il tema intimo e lo spartito non si sposano, anzi si pestano a colpi di mazza da baseball...

Per questo avrei visto uno svolgimento finale differente con una tensione che si risolveva con un colpo si scena dove gli alieni non erano malvagi ma soltanto "stranieri incompresi"... e al diavolo la scena iniziale dove muore la moglie. In questo film vince la morte, vince la paura per il diverso, ditemi una cosa... a cosa serve leggere questi segnali se poi si rimane gli stessi? A cosa serve subire un evento come una tragedia se poi leggendola porta solo ad altra morte e distruzione?

Ecco perchè non mi è piaciuto.

jo

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