FilmUP.com > Forum > Tutto Cinema - Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pasolini
  Indice Forum | Registrazione | Modifica profilo e preferenze | Messaggi privati | FAQ | Regolamento | Cerca     |  Entra 

FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pasolini   
Vai alla pagina ( Pagina precedente 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 Pagina successiva )
Autore Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pasolini
liliangish

Reg.: 23 Giu 2002
Messaggi: 10879
Da: Matera (MT)
Inviato: 18-09-2005 15:12  
quote:
In data 2005-09-18 11:35, stevie scrive:
Cazzo Lil, mi hai spiegato perché sono stato così male. Quoto tutto con ammirazione.





allora è servito a qualcosa il sonno perso stanotte.
_________________
...You could be the next.

  Visualizza il profilo di liliangish  Invia un messaggio privato a liliangish    Rispondi riportando il messaggio originario
DottorDio

Reg.: 12 Lug 2004
Messaggi: 7645
Da: Abbadia S.S. (SI)
Inviato: 18-09-2005 15:55  
quote:
In data 2005-09-18 10:08, liliangish scrive:
Leggere questo topic è stato un po' come mescolare alla merda servita agli sfortunati ragazzi del film qualche goccia di cioccolata, per migliorarne il sapore.



Come darti torto?
Cmq ottimo intervento davvero...mi sta pian piano rivenendo la voglia di rivedermi sto film che a ripensarci è forse più bello di come l'ho visto la prima volta
_________________
Geppetto è stato l'unico uomo ad aver fatto un figlio con una sega

Attention: Dieu est dans cette boite comme ailleurs et partout!

  Visualizza il profilo di DottorDio  Invia un messaggio privato a DottorDio    Rispondi riportando il messaggio originario
AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 18-09-2005 19:47  
quote:
In data 2005-02-07 18:07, darkStar scrive:
Il mio voto è invece 10
Pasolini era avanti anni luce rispetto al suo tempo che nn lo comprendeva.
In qto film ci sono enormi sferzate al consumismo e al nichilismo propri dell'epoca moderna..un attacco durissimo al potere in tutte le sue forme.
Difficile da digerire ma un capolavoro immortale



Concordo! Io gli metterei 12! L'ho rivisto a Venezia, in una ottima copia restaurata. Film definitivo, più classico del più classico dei film; più moderno dei film moderni, post-moderni, contemporanei, post contemporane... E'un film senza tempo (tale è l'atmosfera di disperato estraniamento che si respira guardandolo); è la più pura essenza filmica congelata in 120 minuiti circa di fotogrammi che assomigliano solo a se stessi, girati nell'anno del signore 1975. Opera estrema, l'ultims, è il testamento spirituale di un poeta che ne morì. Forse mi riaffaccio per spendere qualche doverosa parola in più.

  Visualizza il profilo di AlZayd  Invia un messaggio privato a AlZayd  Vai al sito web di AlZayd    Rispondi riportando il messaggio originario
sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 18-09-2005 20:38  
Lo vidi al cinema a febbraio, e il giorno dopo ne parlammo brevissimamente con Cronenberg su messenger.

[15.18.21] David Cronen: allora il capolavoro di Pasolini è reputato tale anche da te??
[15.18.33] . Non si sev: minchia
[15.18.35] . Non si sev: certo che sì
[15.20.31] . Non si sev: è geniale, sembra il lato oscuro della forza
[15.21.14] . Non si sev: cioè, al di là della stronzata, c'è il male, nella sua forma più elementare
[15.21.46] David Cronen: si.. ottimo definirlo elementare
[15.22.16] David Cronen: ho notato anche io che viene proprio proposto il male nella sua forma più semplice, fanciullesca..
[15.22.31] David Cronen: cosparsa di elementi come la merda, il sangue, i racconti erotici
[15.22.46] David Cronen: che affascinano i protagonisti e l'uomo fin dai primi anni di vita
[15.23.03] David Cronen: e che diventano da adulti profondo odio, male infinito
[15.23.21] David Cronen: non c'è infatti molto di metaforico
[15.23.28] . Non si sev: già
[15.23.49] . Non si sev: tutto quello che pasolini aveva da dire è lì
[15.23.50] David Cronen: è tutto molto esplicito, come un sogno malefico che ci passa ridondante e geniale davanti agli occhi
[15.23.56] David Cronen: esatto
[15.24.09] . Non si sev: il film riesce ad essere nella sua totalità una metafora proprio essendo tremendamente realistico
[15.24.12] David Cronen: sono contento che qualcuno ne sia rimasto entusiasta
[15.24.27] David Cronen: perchè pensavo di essere il solo con Mereghetti ha definirlo un capolavoro
[15.24.41] . Non si sev: ieri sera alla fine del film in sala c'era la metà della gente che c'era all'inizio -__-
[15.25.16] . Non si sev: anzi, a dire il vero già dopo 20 minuti la mia fila era vuota
[15.25.25] David Cronen:
[15.25.51] David Cronen: primi venti minuti c'era la raccolta:A
[15.26.06] David Cronen: s'immaginavano già a cosa avrebbe dato frutto
[15.26.14] . Non si sev: ahah già
[15.26.48] . Non si sev: forse qualcuno era venuto solo per vedere il documentario che davano prima del film
[15.26.58] . Non si sev: ma non penso che mezza sala fosse lì solo per quello
[15.27.01] David Cronen: ho letto si
[15.27.06] David Cronen: si infatti
[15.27.13] . Non si sev: e comunque mi sembra idiota andarsene visto che il biglietto lo si è pagato comunque
[15.27.22] David Cronen: certo:)
[15.27.37] David Cronen: comunque ci sono momenti di grande cinema
[15.27.50] David Cronen: su tutti mi viene in mento il finale visto coi binoccoli
[15.28.06] . Non si sev: già
[15.28.10] David Cronen: su quella spece di aia contenente tutto il male del mondo
[15.28.26] . Non si sev: nel dietro le quinte si vede che all'ultimo momento era sorto un problema per realizzare quelle scene
[15.28.31] . Non si sev: pasolini era disperato
[15.28.38] David Cronen: ah si?
[15.28.41] David Cronen: non sai il perchè?
[15.29.46] . Non si sev: tipo che la finestra era troppo vicina alla mdp, per cui era troppo vicino il mascherino e l'immagine non veniva bene a fuoco
[15.29.56] . Non si sev: una cosa del genere
[15.30.08] David Cronen: si posso immaginare..
[15.30.16] . Non si sev: il doc non era commentato per cui si doveva capire cosa accadesse dalle voci di pasolini e dei tecnici
[15.30.22] David Cronen: non semplice in effetti anche con la finestra davanti..
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

  Visualizza il profilo di sandrix81  Invia un messaggio privato a sandrix81  Vai al sito web di sandrix81    Rispondi riportando il messaggio originario
roccomedia

Reg.: 15 Lug 2005
Messaggi: 3829
Da: Bergamo (BG)
Inviato: 02-10-2005 15:53  
Ho rivisto questo film qualche giorno fa dopo una decina d'anni e mi sconvolge ancora.....Pasolini ha descritto il "male" allo stato puro...di quello che si legge solo nelle pagine del Marchese De Sade....di quello che Lovecraft attribuisce alle pagine corrotte e sconosciute del "Necronomicon"....
Un "male" sconvolgente quanto al contempo "banale" nel senso di "azioni mostruose commesse da persone pressoché normali, che in se non avevano alcun segno demoniaco o mostruoso" (Arendt, 1964).
Al di là della scabrosità dei temi e delle immagini, della cultura vista come speculare alla perversione più nefanda, colpisce la quasi assenza di reattività e di sentimento delle vittime(a parte le lacrime della ragazza orfana e l'ostentazione del "pugno" comunista del ragazzo trovato a copulare con la serva...), che finiscono addirittura per tradirsi a vicenda...
Manca alle vittime quella "passione che si annuncia laddove vivere è tremare....anche laddove questo tremito ha qualcosa di vile e di turpe, non ci si deve sottrarre e bisogna ascoltare la vita" (Pasolini, "Le ceneri di Gramsci",1963)
Dal lato opposto rispetto alla "passione", Pasolini pone la rassegnazione, la contemplazione, l'apatia...come scrive Franco Cassano parlando di Pasolini: "Dalla passione ci si allontana con l'età: gli anni riducono la nostra capacità di reagire tremando al mondo" (F. Cassano, "PierPaolo Pasolini: ossimoro di una vita", in "Il pensiero meridiano", 1996).....
I ragazzi di Salò sono espressione della rassegnazione e dunque il manifesto del Pasolini del tramonto....fortunatamente la morte lo raggiungerà prima che la rassegnazione si pervada di quel distacco, quella freddezza, quella finta saggezza rappresentata dall' umorismo: "Pasolini ha sempre diffidato dell'umorismo, sintomo di una distanza tra i corpi, di una prossemica fredda e rassegnata" (Ibidem). L'umorismo diviene il tentativo di trasformare in virtù la terribile malattia dell'apatia e dell'indifferenza. L'umorismo, con il suo atteggiamento contemplativo è rassegnazione, disperazione che porta all'adattamento.
Salò è uno stadio importante (e fortunatamente conclusivo) della degenerazione della "passione" pasoliniana...prima che il "malsano" umorismo della "vecchiezza", di cui aveva grande terrore, contaminasse e corrompesse definitivamente la sua opera....


[ Questo messaggio è stato modificato da: roccomedia il 02-10-2005 alle 15:56 ]

  Visualizza il profilo di roccomedia  Invia un messaggio privato a roccomedia    Rispondi riportando il messaggio originario
Citizen

Reg.: 12 Ago 2004
Messaggi: 210
Da: Prato (PO)
Inviato: 08-11-2005 19:38  
Odi et amo!
_________________
Me, I don't talk much... I just cut the hair.

  Visualizza il profilo di Citizen  Invia un messaggio privato a Citizen    Rispondi riportando il messaggio originario
POT666


Reg.: 10 Dic 2004
Messaggi: 59
Da: albi (CZ)
Inviato: 14-11-2005 12:15  
quote:
In data 2005-09-18 10:08, liliangish scrive:
Leggere questo topic è stato un po' come mescolare alla merda servita agli sfortunati ragazzi del film qualche goccia di cioccolata, per migliorarne il sapore.
ciò premesso, mi sembra che si sia parlato ben poco del film se non per affibbiargli generici aggettivi che lo collegano al suo secondo girone o più rettamente a quello che è, ossia un'opera straziante e disturbante.

che il disturbo possa generare pesante avversione, che possa spingere a chiedersi il perché di un parto mentale e visivo così orrido è pienamente comprensibile, così come è comprensibile che in qualcuno il rigetto e l'orrore possano indurre a definire il film una cosa che fa schifo.

e infatti il film fa veramente schifo, ma nel senso letterale della frase, ma lo schifo che induce, di per sé, non è che la base, la sensazione superficiale che può portare alla comprensione della pellicola solo se mediata dalla riflessione sulla metafora che il film rappresenta.
e questa metafora non può essere compresa neppure in parte (comprenderla appieno, lo stesso Pasolini lo disse, è pressoché impossibile) senza conoscere il pensiero dell'autore in quegli anni, quando aveva ormai abiurato la trilogia della vita perché la vitalità del sesso e del corpo nudo erano diventati retaggio del sistema consumistico e pertanto erano stati svuotati del significato di cui egli aveva voluto caricarli.
e proprio questi corpi svuotati dalla dignità che deriva dalla spontaneità dell'atto sessuale e delle vicendo che ad esso si intrecciano nella trilogia della vita diventa protagonista del primo film di quella che sarebbe stata la trilogia della morte.
La mortificazione del corpo è il mezzo per giungere alla mortificazione dello spirito, al completo annichilimento della condizione umana. dove il corpo era stato mezzo di gioia e piacere, diventa mezzo di angoscia e disperazione.
nel mondo alla rovescia rappresentato nella villa sul lago, dove i rapporti familiari sono deleteri, dove l'amore è perversione, dove è bandito persino il ricorso al conforto divino, l'odio, la prepotenza e l'insensatezza sono padroni, la morte è la meta più agognata.

quello che angoscia in questa rappresentazione sconvolgente della vita a rovescio è che essa non è che la metafora della vita reale. dove i rapporti di potere, la sottomissione alla legge del possesso e l'impossibilità di difendersi sono regole non scritte, ma pesantemente presenti.

il senso di angoscia generato dal film è dovuto proprio alla presa di coscienza di questa realtà. che per qualcuno può esere una merda, non lo nego.

ma il fatto stesso che tale venga definita ne consacra l'aspetto disturbante, osceno e ahimè molto più reale di quanto potrebbe sembrare.



  Visualizza il profilo di POT666  Invia un messaggio privato a POT666  Email POT666    Rispondi riportando il messaggio originario
AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 14-11-2005 12:26  
quote:
In data 2005-09-18 10:08, liliangish scrive:
Leggere questo topic è stato un po' come mescolare alla merda servita agli sfortunati ragazzi del film qualche goccia di cioccolata, per migliorarne il sapore.
ciò premesso, mi sembra che si sia parlato ben poco del film se non per affibbiargli generici aggettivi che lo collegano al suo secondo girone o più rettamente a quello che è, ossia un'opera straziante e disturbante.

che il disturbo possa generare pesante avversione, che possa spingere a chiedersi il perché di un parto mentale e visivo così orrido è pienamente comprensibile, così come è comprensibile che in qualcuno il rigetto e l'orrore possano indurre a definire il film una cosa che fa schifo.

e infatti il film fa veramente schifo, ma nel senso letterale della frase, ma lo schifo che induce, di per sé, non è che la base, la sensazione superficiale che può portare alla comprensione della pellicola solo se mediata dalla riflessione sulla metafora che il film rappresenta.
e questa metafora non può essere compresa neppure in parte (comprenderla appieno, lo stesso Pasolini lo disse, è pressoché impossibile) senza conoscere il pensiero dell'autore in quegli anni, quando aveva ormai abiurato la trilogia della vita perché la vitalità del sesso e del corpo nudo erano diventati retaggio del sistema consumistico e pertanto erano stati svuotati del significato di cui egli aveva voluto caricarli.
e proprio questi corpi svuotati dalla dignità che deriva dalla spontaneità dell'atto sessuale e delle vicendo che ad esso si intrecciano nella trilogia della vita diventa protagonista del primo film di quella che sarebbe stata la trilogia della morte.
La mortificazione del corpo è il mezzo per giungere alla mortificazione dello spirito, al completo annichilimento della condizione umana. dove il corpo era stato mezzo di gioia e piacere, diventa mezzo di angoscia e disperazione.
nel mondo alla rovescia rappresentato nella villa sul lago, dove i rapporti familiari sono deleteri, dove l'amore è perversione, dove è bandito persino il ricorso al conforto divino, l'odio, la prepotenza e l'insensatezza sono padroni, la morte è la meta più agognata.

quello che angoscia in questa rappresentazione sconvolgente della vita a rovescio è che essa non è che la metafora della vita reale. dove i rapporti di potere, la sottomissione alla legge del possesso e l'impossibilità di difendersi sono regole non scritte, ma pesantemente presenti.

il senso di angoscia generato dal film è dovuto proprio alla presa di coscienza di questa realtà. che per qualcuno può esere una merda, non lo nego.

ma il fatto stesso che tale venga definita ne consacra l'aspetto disturbante, osceno e ahimè molto più reale di quanto potrebbe sembrare.





_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

  Visualizza il profilo di AlZayd  Invia un messaggio privato a AlZayd  Vai al sito web di AlZayd    Rispondi riportando il messaggio originario
trelkowski

Reg.: 09 Mar 2006
Messaggi: 107
Da: palermo (PA)
Inviato: 07-04-2006 16:53  
VOTO 7,5
_________________
Dick Laurant è morto

  Visualizza il profilo di trelkowski  Invia un messaggio privato a trelkowski    Rispondi riportando il messaggio originario
Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 13-07-2006 17:50  
SALO' o le 120 giornate di Sodoma (l'inferno siamo noi ovvero dopo di me il diluvio)

La rappresentazione del male allo stato puro. Non di un male diabolico, esoterico, proveniente dall'esterno, ingigantito dalle circostanze. No. Questa è la rappresentazione della malignità insita nella natura umana. Gridate pure allo scandalo, abbandonate la sala, bruciate il film e tutte le pellicole esistenti, indicate PierPaolo l'eretico, il sodomita il pervertito. Certo starete bene per un po', scaricando su un facile bersaglio l'orrendo senso di colpa, potrete sentire la vostra anima lavata e linda, vi sentirete al sicuro. Fino a quando qualcuno vi obbligherà a vedere, o meglio farà in modo che non facciate finta di non vedere.
I campi di concetramento nazisti, gli eccidi stalinisti, tutti i morti che si sono affastellati nel corso della storia in nome di guerre sante o non sante? Tutti i cadaveri martoriati pisciati, cagati, torturati a morte? Chi li ha prodotti se non l'uomo? Tutti gli abusi di potere,gli atti di sciacallaggio, le sopraffazioni sessuali, gli atti pedofili, le violenze psicologiche nel recinto di una stanza?
PierPaolo vive sulla sua pelle l'ipocrisia di un mondo che fa finta di non vedere, si inebetisce davanti alla televisione e poi parte in quarta per crociate bigotte. PierPaolo è il bersaglio. Il sodomita scomodo, il filosofo anarchico, il bizzarro sessuale. Con Salo' Pasolini pone la parola Fine a un certo tipo di cinema. Dopo di lui il diluvio.

to be continued

  Visualizza il profilo di Schizobis  Invia un messaggio privato a Schizobis    Rispondi riportando il messaggio originario
Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 21-07-2006 11:51  
Il libro dal quale è tratto il film è “Le 120 giornate di Sodoma” di De Sade ma naturalmente ogni tentativo di sottolineare parallelismi tra opera scritta e opera filmica è assolutamente pretestuoso.
La sceneggiatura scitta con Citti e Pupi Avati (che farà ritirare il suo nome dal progetto, anche se lo stimolo iniziale per fare il film nasce proprio dal regista emiliano) è rigorosa e maniacale. 4 sezioni (Antinferno, Girone delle Manie, Girone della Merda, Girone del Sangue), 4 uomini di potere (il duca, il monsignore, il presidente, il magistrato), 4 meretrici che aizzano verbalmente i 4 signori, 4 mesi a cavallo tra il 1944 e il 1945 (per un totale esatto di 120 giorni 30 +31+31+28), 4 come il numero della morte (4 che portano una bara). Le interpretazioni sul significato di questo film sono molteplici, c’è chi parla di metafora del potere corrotto, c’è chi parla di sessualità bloccata allo stato infantile, c’è chi pone in primo piano l’accento fortemente politico ed eversivo del film. All’uscita della pellicola le reazioni furono abnormi e i dibattiti molto accesi, soprattutto dopo il sequestro per oscenità e le accuse di pedofilia. Quello che risulta evidente è l’intento provocatorio di Pasolini, al di là di ogni accento politico, la necessita di suscitare una reazione soprattutto in una classe intellettuale che si autocompiace del proprio livello culturale. Il regista friulano contesta apertamente questa enorme distanza tra cultura d’elite e cultura popolare, questo abisso da sempre presente nella società italiana e che rimane il grande limite per una ulteriore possibilità di progresso.
E’ terribile pensare come PierPaolo aveva già previsto tutto, la tenicizzazione della società non accompagnata da un parallelo progresso culturale, la stupidità della mercificazione televisiva e l’enorme potere occulto dei mass media, l’involuzione retrograda innescata dal senso di colpa clericale, la censura violenta di ogni forma di pensiero destabilizzante per la società. Una bella spallata (e inculata) al doppiogiochismo della nostra elite intellettuale l’aveva data Bernardo Bertolucci con il suo Ultimo Tango.
Pasolini trasforma la sua rabbia spostando il limite ancora più in là e mostrandoci cosa siamo capaci di fare tra una citazione di Kossovsky e una musica di Mozart. Le citazioni dotte sono controbilanciate da barzellette imbecilli e questo è una sottolineatura evidente dell’ampio intervallo di confidenza che le nostre menti pensanti e i nostri grandi filosofi si consentono. Pasolini è emarginato, ostacolato, alienato, censurato non solo dai nemici storici riconosciuti (la destra, il potere clericale) ma anche dall’ala pseudointellettuale e radicalchic della sinistra che guarda con imbarazzo questo suo figlio degenere. Pasolini è obiettivo e onesto soprattutto perché fa autocritica, perché svela le ipocrisie e le contraddizioni delle nostre vite borghesi, perche punta il dito su chi predica bene e razzola male. Pasolini paga sul suo corpo martoriato la solitudine del genio e le premonizioni di una scomoda Cassandra. Ma se si rimane soli, si muore.

to be continued

  Visualizza il profilo di Schizobis  Invia un messaggio privato a Schizobis    Rispondi riportando il messaggio originario
quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 21-07-2006 19:12  
Uno dei rari film che non ho il coraggio di rivedere.Una sconvolgente atto d'accusa contro l'essenza criminale e antiumana del Potere che trasforma le persone in oggetti.Come scriveva Orwell "Potere vuol dire infliggere dolore e sofferenza, vuol dire fare a pezzi la mente altrui" Salò è la perfetta rappresentazione di questo

  Visualizza il profilo di quentin84  Invia un messaggio privato a quentin84    Rispondi riportando il messaggio originario
Logan71

Reg.: 16 Ott 2005
Messaggi: 3331
Da: TERRACINA (LT)
Inviato: 23-07-2006 10:01  
Un film che ho visto solo due volte e che colpisce sempre per la sua rudezza, per la sua bellezza, per la sua rappresentazione semplice e crudele del Male.
Mi lascia sempre un senso di vuoto e di rabbia.

Il libro di De Sade è l'apoteosi degli orrori, dell'efferatezza e della perversione senza freni.
Un libro che ti prende a mazzate sulla bocca dello stomaco che parte quasi in sordina, descrivendo "solo" sesso...ma poi diventa sempre più perverso, aumentando di pari passo con la perversione dei 4 Signori.

Pasolini, da grande regista qual'era, riesce perfettamente a ricreare l'atmosfera e a farci quasi toccare con mano la perfidia, il male che sprigiona da quei quattro "animali" ma non ci lascia toccare gli innocenti...ce li fa solo vedere...non possiamo intervenire (se lui interviene...anzi...quasi sembra aiutare i signori).

Pasolini e De Sade hanno trovato il modo di farmi odiare ancora di più gli "Aristocratici", i "Padroni", i "Benestanti Facoltosi"...quelli che hanno tanti, tanti soldi e non sanno che cazzo fare nelle loro tediose giornate...Hostel nella sua bruttezza filmica ci mostra cosa potrebbero fare...come lo fa Salò (ma lungi da me di mettere a paragone quella Merda con questa Cioccolata).
...e forse la realtà è anche peggio...

...Dio quanto Vi odio...



_________________
Sono il migliore in quello che faccio...ma quello che faccio a volte non è sempre piacevole...Snikt!




[ Questo messaggio è stato modificato da: Logan71 il 23-07-2006 alle 10:05 ]

  Visualizza il profilo di Logan71  Invia un messaggio privato a Logan71    Rispondi riportando il messaggio originario
Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 24-07-2006 08:51  
Ritorniamo alla struttura del film. E cominciamo dall’Antinferno. Il sottotitolo potrebbe essere scene di caccia (umana ) in bassa padana e in effetti vengono rastrellati e sequestrati giovanetti e giovanette della zona di Marzabotto. Questi 4 signoroni fascisti stanno cercando carne giovane e fresca per i loro turpi giochi sadomasochisti e per sperimentare tutte le perversioni in una villa isolata vicino al Lago di Garda, che diventa prigione e luogo infernale. Bellissima la scena nella quale il Duca (un Bonacelli assolutamente orripilante come gli altri tre compari) si accorge di una carie dentaria in una delle giovinette selezionata e la rifiuta in malo modo. Tutto quello che è eccessivo è buono ma si ha la sensazione netta che questi 4 depravati utilizzino il loro elevato livello culturale (continue citazioni soprattutto da Proust e Baudelaire) e il loro potere sociale per organizzare una dittatura che sembra più un regolamento di conti prima della definitiva decadenza (da lì a poco si rovescerà tutto e ci sarà Piazzale Loreto). Nel Girone delle Manie sentiamo un po’ di turpiloquio colto che dovrebbe scatenare i più bassi istinti sessuali. In realtà tutti gli atti sessuali rappresentati (dalla masturbazione alla sodomia) sono prosciugati da ogni connotazione edonistica e rimangono incompiuti e infantili. Vi sono improvvisi scoppi di riso ma non c’è alcuna ombra di gioia e di divertimento, solo crudeltà sadica. Più le vittime soffrono, piangono, si lamentano più i quattro signori infieriscono, raggiungendo il grado desiderato di eccitazione solo infliggendo punizioni e violentando psicologicamente e non i poveri corpi. Terribile dal punto di vista figurativo la scena di questi corpi nudi che a quattro zampe, privati di ogni dignità si affollano sulle scalinate della ville e si umiliano per una razione del pasto.
Il Girone della Merda è quello meno sostenibile dal punto di vista della resistenza dello spettatore e anche se sappiamo che tutti quegli stronzi cucinati in un grande vassoio sono di cioccolato (toblerone per la precisione) il vedere masticare quelle feci è forse la sfida più alta che Pasolini getta in faccia allo spettatore ed è il superamento di un limite che porta la provocazione nella zona nietzschiana al di là del bene e del male, al di là del principio del piacere, nella terra di nessuno dell’irrapresentabile. Non c’ è Dio a salvarci, Dio mio, Dio mio, perché ci hai abbandonato. Chissa quante volte lo avranno pensato gli ospiti dei campi di sterminio nazisti o dei gulag stalinisti. E forse lo avranno pensato gli ostaggi in mano agli iracheni, o i passeggeri del volo 93 United Airlines o le persone negli uffici delle Twin Towers. Chissà se lo avranno pensato tutte le migliaia di migliaia di vittime innocenti di abusi di potere e violazioni del diritto internazionale. Il Girone del Sangue culmina con una serie di efferate torture guardate indirettamente attraverso un binocolo e senza sonoro, con un effetto estraniante da cinema muto. Che contrasto tra i quadri di Balla, Boccioni, Sironi appesi alle pareti e la rappresentazione dell’orrore umano.

“Sai ballare?”
“No”
“Proviamo un po’?”
“Come si chiama il tuo ragazzo?”
“Margherita”

Il finale enigmatico di Salò è in realtà la chiave di lettura di tutto il film e anche la soluzione di ogni alambicco interpretativo: non c’è niente da capire, il male è banale, semplice, mediocre, si nutre della nostra normalità. Crediamo di sedurre e di impadronirci del segreto del piacere, invece siamo tanto tristi, davvero tristissimi come suggeriscono le note della canzone al’inizio e alla fine del film. Pasolini è triste perché avverte ormai una completa estraneità alla società moderna, un totale scollamento tra pensiero e azione, una perenne contaminazione di ogni cellula con i germi dell’autodistruzione. Volevamo sedurre il male e invece il male ci ha sedotti, come ha fatto Faust con Margherita. Volevamo la vita, ma se ci voltiamo indietro scorgiamo un’ombra lunghissima e scura, come in un quadro di De Chirico. Qualche critico ha voluto vedere nel ballo finale la fine della guerra e la possibilità della redenzione dimenticando che pochi momenti prima i due giovanotti erano stati protagonisti delle più tremende efferatezze (lingue tagliate, occhi cavati via dalle orbite, genitali bruciati, impiccagioni). Dispiace contraddirli ma i due ballano sulle note dell’inferno. Non c’è pausa a tutto questo orrore, non c’è redenzione o purificazione, pentimento o autocoscienza.
_________________
True love waits...

  Visualizza il profilo di Schizobis  Invia un messaggio privato a Schizobis    Rispondi riportando il messaggio originario
Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 24-07-2006 08:51  
Qualcuno ha parlato di Arancia Meccanica per cercare un paragone di toni e modi, ma qui l’ironia è scomparsa e la rappresentazione dei corpi viene intensificata rispetto a qualsiasi altro simbolo. Forse questo film è più vicino al potere eversivo e alla forza anarcoide di “Ultimo Tango” o all’atmosfera claustrofobica e volgare della“Grande Abbuffata”. Ma il film fonda un genere a sé stante quello del tentativo di rappresentare l’indicibile e l’impossibile. Capisco com per alcuni il film possa risultare totalmente indigesto e non avvicinabile da nessuna angolazione, che ancora oggi sia capace di fare svuotare rapidamente le sale dopo i primi minuti di proiezione, che crea uno stato di tensione (al di là delle cose sovraesposte e sovrazoommate) indipendente dalle immagini ma generato direttamente dal clima di crudeltà psicologica a tratti intollerabile. Ma l’ eccesso, l’iperbole, l’esagerazione sono necessari artisticamente per scuotere le coscienze, per farci riflettere, prendere in mano le redini delle nostre vite e non fare il solito popolo bue, la solita massa che fa solo massa ed è guidata dai poteri occulti. Il popolo va educato, non lobotomizzato per potere essere meglio sodomizzato. Le responsabilità degli uomini di cultura e di governo sono enormi ed ataviche.
Ma la primavera, purtroppo, tarda ad arrivare.

Dopo la trilogia della vita questo trionfo medioevale della morte purtroppo diventa profezia. Il corpo martoriato di Pasolini verrà trovato in un’alba livida di Novembre sul lungomare di Ostia. Il confine è stato varcato PierPaolo, non si torna più indietro. Iniziano i dibattiti sul film e sulla tua morte e per uno scherzo del destino, con i giudizi e con le parole, del tuo corpo viene fatto scempio, della tua dignità di artista e letterato viene fatto un falò indecoroso. Sei torturato, ti fanno bere piscio e ingoiare merda, ti tagliano finalmente la lingua per non farti parlare, ti cavano gli occhi per non farti più guardare, ti bruciano l’uccello perché è troppo sovversivo e si infila in buchi immorali. Si, ti hanno abbandonato tutti, soprattutto quelli che sapevano quello che facevano. Prima che il Gallo canti ti avranno rinnegato settanta volte sette.
E’ l’estate, fredda, dei morti.

THE END
_________________
True love waits...

  Visualizza il profilo di Schizobis  Invia un messaggio privato a Schizobis    Rispondi riportando il messaggio originario
Vai alla pagina ( Pagina precedente 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 Pagina successiva )
  
0.129850 seconds.






© 1999-2020 FilmUP.com S.r.l. Tutti i diritti riservati
FilmUP.com S.r.l. non è responsabile ad alcun titolo dei contenuti dei siti linkati, pubblicati o recensiti.
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Cagliari n.30 del 12/09/2001.
Le nostre Newsletter
Seguici su: