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La sottile linea rossa è di una noia mortale! |
Quilty
Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 27-10-2003 19:48 |
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Ho finito di leggere il post su "distretto 13" riguardo alla discussione sulle"emozioni ,tecnica "eccetera.
Mattia ha ragione.Completamente.
Anzi mi sono pure stampato un suo post-fiume a pagina 7.
Questo però non c'entra nulla col discorso del contenuto del film( o messaggio).
_________________ E' una storia che è successa ieri, ma io so che è domani. |
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ginestra
Reg.: 02 Mag 2003 Messaggi: 8862 Da: San Nicola la Strada (CE)
| Inviato: 27-10-2003 19:49 |
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Arrivo tardi su questo topic, chissà perché mi era sfuggito,altrimenti avrei subito risposto.Ho la videocassetta di questo film, che ho visto al cinema prima e poi, non appena mi si è presentata l'occasione di un'offerta sul solito giornale,l'ho comprata.Mi è rimasta nel cuore quest'opera di Malick, perché molto introspettiva,ti tiene incollata alla poltrona, per cogliere tutto ciò che c'è da cogliere,per guardare quasi in religioso silenzio i personaggi e leggere i loro pensieri, come in un dialogo muto tra lo spettatore e gli attori.E' un'analisi spietata verso tutte le nefandezze che comporta qualsiasi conflitto, piccolo o grande che sia.Chi non si riconosce nel soldato esterrefatto che si guarda attorno, cercando una sola ragione, una sola, del fatto di stare lì???Le paure, le incertezze,le follie inespresse le vivremmo, sicuramente anche noi,in quella situazione.Oh!Finalmente un film di guerra diverso dagli altri, era ora!!!Salvate il soldato Ryan è solo un'opera godibile, ma niente di straordinario;se accostamento si deve fare, preferirei affiancarlo a "Il nemico alle porte", dove regna già un 'atmosfera diversa da quella del film di Spielberg.
_________________ E tu, lenta ginestra,che di selve odorate queste campagne dispogliate adorni, anche tu presto alla crudel possanza soccomberai del sotterraneo foco, che ritornando al loco già noto, stenderà l'avaro lembo su tue molli foreste....... |
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Quilty
Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 28-10-2003 11:01 |
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Il Cinema come dice Mattia ha un suo linguaggio.
Paragonando un film ad un libro,è proprio come viene scritto questo libro,quali metafore vengono usate,quale stile insomma,è tutto questo che suscita quelle che vengono normalmente e un po' semplisticamente chiamate "emozioni".
Emozioni che vengono create appunto e sono efficaci a seconda dello stile che si usa.
Hitchcock era un maestro nel creare suspence(emozioni!)poichè era un maestro dell'uso del cinema e di tutte le tecniche necessarie e volte a creare paura,panico,angosca,eccetera.
Se prendiamo come esempio un film come "le verità nascoste",questo non comunica alcuna paura nello spettatore (a volte ottiene l'effetto contrario)perchè le tecniche che sono state usate dal regista (le famose scelte di regia)sono state usate goffamente,maldestramente per creare panico in chi guarda. Il concetto è semplicissimo ed è tutto qui.
Naturalmente ho parlato di spettatore intendendo uno spettatore allenato al cinema,e non una persona che ha visto a malapena un centinaio di film.
Così come chi è allenato a leggersi dei mostri di scrittura come Edgar Allen Poe non potrà che trovare superficiali e dilettanti certi scrittori contemporanei che si spacciano per scrittori horror.
Così vale per un libro.
Se questo è scritto male,costruito male nel suo linguaggio difficilmene riuscirà a catturare a lungo l'attenzione del lettore,che lo reputerà noioso e non emozionante.
Quindi le emozioni dipendono dal linguaggio filmico usato,e su questo non c'è discussione,Mattia ha esposto benissimo questa faccenda.
Il linguaggio però nasce con una funzione essenziale,che non è solo quella di creare particolari stati d'animo in chi guarda o legge. Il linguaggio nasce per comunicare.
E se si comunica si trasmette un concetto(o messaggio).Non esiste nessun libro che sia scritto per non comunicare un messaggio. Questo messaggio potrà essere banale,originale,qualsiasi cosa,ma c'è sempre;diversamente la scrittura( di un testo o di un film) diventa solamente un esercizio di stile,parola che spesso assume una connotazione negativa,e non a caso.
E il contenuto è anch' esso racchiuso dentro allo stile di un autore,a come viene scritto un film o un libro,in poche parole al linguaggio.
Per usare la metafora espressa da Mattia, bisogna smontare l'auto in tutti i suoi pezzi per estrapolare il contenuto del linguaggio.
Per questo parlavo di analisi a metà,quando si afferma che in un determinato film non ci sono i cosidetti messaggi.
Ogni libro ha un contenuto ,non conosco libri che non nascondano un messaggio, se ci sono sono esempi rari che prendono il nome di esercizi di stile.
Ogni film ha un contenuto,più o meno profondo a seconda del linguaggio usato per comunicare.
Il linguaggio serve per comunicare, è la sua funzione principale.
Altrimenti potremmo prendere un post provocatorio e scomporlo e analizzare che linguaggio viene usato,quali tecniche si usano per fare incazzare un altro utente(ironia,sarcasmo eccetera)e concludere che il post non nasconde nessun contenuto ma ha solamente la funzione di provocare forti senzazioni non volendo comunicare nulla,quando invece lo scopo dell'autore del post era quello di comunicare.
Il cinema ha il suo linguaggio e comunica tramite questo.
Un film di Capenter come "Essi vivono" nasconde un contenuto profondo,un messaggio politico. Potrebbe essere un saggio di qualche autore che si dedica all'attualità.
In effetti lo è ,solo che usa al posto della scrittura i codici tipici e gli strumenti del mezzo cinema.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 28-10-2003 alle 11:06 ] |
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seanma
Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 28-10-2003 14:36 |
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quote: In data 2003-10-28 11:01, Quilty scrive:
Il Cinema come dice Mattia ha un suo linguaggio.
Paragonando un film ad un libro,è proprio come viene scritto questo libro,quali metafore vengono usate,quale stile insomma,è tutto questo che suscita quelle che vengono normalmente e un po' semplisticamente chiamate "emozioni".
Emozioni che vengono create appunto e sono efficaci a seconda dello stile che si usa.
Hitchcock era un maestro nel creare suspence(emozioni!)poichè era un maestro dell'uso del cinema e di tutte le tecniche necessarie e volte a creare paura,panico,angosca,eccetera.
Se prendiamo come esempio un film come "le verità nascoste",questo non comunica alcuna paura nello spettatore (a volte ottiene l'effetto contrario)perchè le tecniche che sono state usate dal regista (le famose scelte di regia)sono state usate goffamente,maldestramente per creare panico in chi guarda. Il concetto è semplicissimo ed è tutto qui.
Naturalmente ho parlato di spettatore intendendo uno spettatore allenato al cinema,e non una persona che ha visto a malapena un centinaio di film.
Così come chi è allenato a leggersi dei mostri di scrittura come Edgar Allen Poe non potrà che trovare superficiali e dilettanti certi scrittori contemporanei che si spacciano per scrittori horror.
Così vale per un libro.
Se questo è scritto male,costruito male nel suo linguaggio difficilmene riuscirà a catturare a lungo l'attenzione del lettore,che lo reputerà noioso e non emozionante.
Quindi le emozioni dipendono dal linguaggio filmico usato,e su questo non c'è discussione,Mattia ha esposto benissimo questa faccenda.
Il linguaggio però nasce con una funzione essenziale,che non è solo quella di creare particolari stati d'animo in chi guarda o legge. Il linguaggio nasce per comunicare.
E se si comunica si trasmette un concetto(o messaggio).Non esiste nessun libro che sia scritto per non comunicare un messaggio. Questo messaggio potrà essere banale,originale,qualsiasi cosa,ma c'è sempre;diversamente la scrittura( di un testo o di un film) diventa solamente un esercizio di stile,parola che spesso assume una connotazione negativa,e non a caso.
E il contenuto è anch' esso racchiuso dentro allo stile di un autore,a come viene scritto un film o un libro,in poche parole al linguaggio.
Per usare la metafora espressa da Mattia, bisogna smontare l'auto in tutti i suoi pezzi per estrapolare il contenuto del linguaggio.
Per questo parlavo di analisi a metà,quando si afferma che in un determinato film non ci sono i cosidetti messaggi.
Ogni libro ha un contenuto ,non conosco libri che non nascondano un messaggio, se ci sono sono esempi rari che prendono il nome di esercizi di stile.
Ogni film ha un contenuto,più o meno profondo a seconda del linguaggio usato per comunicare.
Il linguaggio serve per comunicare, è la sua funzione principale.
Altrimenti potremmo prendere un post provocatorio e scomporlo e analizzare che linguaggio viene usato,quali tecniche si usano per fare incazzare un altro utente(ironia,sarcasmo eccetera)e concludere che il post non nasconde nessun contenuto ma ha solamente la funzione di provocare forti senzazioni non volendo comunicare nulla,quando invece lo scopo dell'autore del post era quello di comunicare.
Il cinema ha il suo linguaggio e comunica tramite questo.
Un film di Capenter come "Essi vivono" nasconde un contenuto profondo,un messaggio politico. Potrebbe essere un saggio di qualche autore che si dedica all'attualità.
In effetti lo è ,solo che usa al posto della scrittura i codici tipici e gli strumenti del mezzo cinema.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 28-10-2003 alle 11:06 ]
| Bene.Ti ringrazio;hai esposto in maniera veramente ordinata e comprensibile quello che ho sempre cercato di dire io.
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
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Quilty
Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 28-10-2003 18:39 |
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Naturalmente non sempre si vuole comunicare con il linguaggio-film un pensiero profondo .
Kill Bill,per esempio:chi mai si soffermerebbe ad analizzare il contenuto della trama? E' un puro pretesto per scrivere delle pagine di cinema di alta scuola,omaggio ai fumetti e alla cultura nipponica.Così per Pulp Fiction,che è grande per il linguaggio film e non certo per il contenuto.
Ma nel caso di La Sottile linea rossa il messaggio è parte importante del film.
Spider di Cronenberg è un trattato di psicologia applicato al cinema,impossibile non valutare la trama e scomporla e divertirsi a mostrare la scelte di regia che rendono sublimi i pensieri distorti di uno schizofrenico con il solo uso delle immagini.
Questo è il Cinema.
_________________ E' una storia che è successa ieri, ma io so che è domani. |
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gatsby
Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 08-07-2004 12:36 |
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quote: In data 2003-05-18 05:35, Tristam scrive:
quote: In data 2003-05-16 22:59, gatsby scrive:
L’intento di Malick è sicuramente quello espresso da te, ma il problema che una ricerca così esasperata in tutte le scene di un significato ipertestuale rende la pellicola estremamente contorta.
Alla fine si finisce per annoiarsi, nonostante apprezzi tutto il lavoro che c’è dietro, non provo alcun piacere nel guardarlo. Continuavo a pensare:
Certo, è bravo, ma tutto ciò a quale fine?”. Sembra come slegata, fredda a gli occhi dello spettatore. Non si riescono a seguire i vari pensieri dei vari personaggi, perché non si capisce mai chi stia pensando. Si parla di tutto, di amore,della famiglia, della sulla giustizia e su ciò che è sbagliato.
Ma perché?
Tutto è solamente accennato, i discorsi servono a far vedere che le persone pensano continuamente ,anche nelle situazioni più disparate, e non perché abbiano una valenza letteraria propria.
L’estrema lunghezza rende poi il tutto ancora più pesante, e di certo terminata la visone difficilmente ci si ricorda di ciò che ha detto un singolo, né si comprende bene se si possa evincere un discorso generale da parte dell’autore.
Insomma tecnicamente apprezzabile, ma più studio documentaristico che film.
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Quello che dici mi ricorda molto quello che pensavo appena dopo la prima visionedel film.
Il film non mi piacque.
Lo detestai.
Eppure mi rimase in mente, come tutte quelle cose che ti restano appena dietro la fronte in attesa e ogni tanto ci pensi. Ogni tanto ancora ti ci incazzi. Fortifichi le tue asserzioni, e tutto va avanti così. Sicuro di te poi un giorno ti capita di rivederlo e tutto quello che ti dava fastidio e ti sembrava slegato improvvisamente si posiziona perfettamente all'interno di un quadro che ha dimensioni più vaste di quelle che credevi.
Ti consiglio quindi di mantenere pure le tue idee. Lasciale depositare, fai che lentamente il film scivoli via. Intanto non lo farà mai del tutto, perchè lo odii e non ti è piaciuto.
Resterà lì in attesa del giorno in cui per caso e per curiosità, o solo per voglia di criticarlo ancora e meglio, lo rivedrai.
Così a me è successo. Lo odiavo e non ne volevo sentire nemmeno parlare.
Oggi ce l'ho in dvd e me lo sono anche rivisto.
Quindi aspetta a rivederlo. Questo è un piccolo consiglio...
Poi per tornare al film invece...
Lo so che non si dovrebbe fare e che farlo è troppo facile e anche molto banale ma immagina questo film come fosse musica. Immagina poi che questa musica sia la musica di Mozart o meglio di Bhrams...
Non solo la storia o i personaggi, o i pensieri ritornano e si intrecciano ma anche i segmenti del film, le vere e proprie immagini si alternano, spariscono e tornano.
In questo senso allora non è necessario sempre seguire o avere sotto il proprio controllo la melodia della sinfonia ma soltanto ascoltare e 'vedere' come tanti strumenti insieme che da soli non produrebbero altro che linee musicali, magari accordate e armoniche, ma prive di significato, insieme riescano a condurti attraverso il tempo della durata per poi, durante questa, riportarti più e più volte su momenti che conosci, che ti sembra di avere già sentito. i sentieri già camminati.
Allora è vero che anche questo film è fatto di momenti. Anche durante le parti più lunghe, dove le unità narrative si compattano per costruire un momento preciso della storia il film si costruisce di tanti interventi, migliaia di apporti. E non è solo il semplice inserimento del testo sulle immagine sono soprattutto le immagini, i temi delle immagini e soprattutto il modo in cui si strutturano le singole inquadrature a costruire un tessuto polifonico, o meglio a multilivello.
Quindi si esiste e c'è il testo, non si capisce chi lo recita. E' il soldato Bell, è Witt? non si può assolutamente capire senza che le immagini ( e qui si capisce come le immagini siano con semplicità e ovvietà l'elemento connotativo per eccellenza- nel cinema logicamente-) non aiutino a costruire prima il contenitore e poi il contenuto. Allora sulle voci off ecco che le immagini aiutano prima a farci conoscere il soldato Bell, sposato con una donna che lo lascerà, che pensa o meglio legge a noi le lettere che scrive a lei, la cui carta è proprio lo stesso ricordo di loro, al ralenti, muto.
e poi c'è la natura, gli aborigeni che sono la mente del soldato Witt. Il sole che attraverso le foglie, l'albero. Sono tutte visualizzazioni delle mente o forse solo una concertazione di sensazioni che servono ad accompagnare e a costruire soprattutto un certo sentimento.
Il film è un film sentimentale quindi ed è per questo che sfugge le costrizioni narrative. si articola su piani diversi da quelli più classici e canonici. Forse è l'unica pecca se vogliamo.
Dici che sembra tutto accenato? Beh ma guarda il mondo visivo che quell'uomo mette in scena. altro che accennare. si tratta di unità che si spezzano, si intrecciano, vengono perse e poi ritrovate intatte e quasi non credi che te ne eri dimenticato. e allora le rivedi e ti dici "ah si giusto! c'era anche questo!".
I personaggi ci sono un momento e quello dopo siamo già lontani su un altro soggetto. Improvvisamente compare una donna in una casa. Un voce racconta qualcosa. Ecco il viso di un soldato. si ritorna alla guerra. La macchina da presa quindi si muove, attraversa momenti. Passati e presenti e poi anche momenti che potrebbero anche non fare parte propriamente del film stesso. E allora hai davvero ragione quando parli di documentario. La sottile linea rossa è infatti in gran parte un documentario. Gli animali, i panorami, i bambini che nuotano e tantissimi altri particolari fanno parte di quel processo che il regista utilizza per riprendere nel suo reale trascorre certi eventi e non importa quanto forzati e comandati possano essere. avvengono li e ora e sono ripresi.
Per questo poi il film è un grandissimo film di montaggio. Un'opera mastodontica, per ore di girato almeno, che è stata abilmente e con molta ccuratezza condensata in poche ore. Il montaggio è il riflesso puro e semplice della singola inquadratura. un totale di unità che per similitudine presenta le stesse caratteristiche della stessa unità. Non è stabile, e sempre a seguire, si perde nei perticolari, costruisce l'atmosfera di connessione e le armonizza, le organizza tutte in una catena di significati che toccano la mente ma inevitabilmente l'empatia.
_________________
"Io è un altro"
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 18-05-2003 alle 05:39 ]
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 18-05-2003 alle 05:47 ]
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non posso negare che rivedendolo, e sapendo cosa aspettarmi, il film l'abbia apprezzato molto più che prima.
ciò non toglie che continuo a trovarlo molto presuntuoso, ed alla fine noioso. So che posson sembrare argomentazioni banali, ma riconosciuti la valenza tecnica e lo sforzo e l'impegno di Malick, non posso non pensare a questa pellicola come un progetto che alla ricerca di parabole altissime si perda nel suo filosofeggiare senza rendersi comprensibile e apprezzabile nella sua interezza. Quasi che fosse uno sfoggio di intelligenza.
_________________ Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è |
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Petrus
Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 08-07-2004 12:43 |
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Volevo intromettermi in questa battaglia fra giganti con un pensiero non mio
Citerò il buon vecchio Lars von
"I miei film preferiti sono quelli che, quando li vidi la prima volta, odiai profondamente. Prendete per esempio Barry Lindon. Mi ci addormentai su Barry Lindon.
Oggi non ne potrei più fare a meno"
_________________
"I miei film cercano di parlare in maniera sommessa al cuore dell'uomo; il rispetto, la gentilezza, la comprensione reciproca, la riconoscenza, l'amicizia, l'umanità insomma, è la cosa più importante per l'uomo"
A.Kurosawa
[ Questo messaggio è stato modificato da: Petrus il 08-07-2004 alle 12:47 ] |
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gatsby
Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 08-07-2004 12:47 |
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Beh certo che ad un anno e passa di distanza, e soprattutto dopo la seconda visione( che comuqnue avrò fatto almeno quattro-cinque mesi fa) mi rendo conto che scrissi in maniera abbastanza banale all'epoca.
E dei discorsoi di Trsitam e Quilty sulla concezione di cinema mi trovo perfettamente d'accordo.
Il mio appunto non doveva esser generalizzato, per quanto si prestasse molto a tale azione, ma solo indirzizato al film nello specifico, partendo dalla egenerale adesione a quei principi sopra ricitati.
_________________ Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è |
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69TRex
Reg.: 10 Mag 2004 Messaggi: 120 Da: Parma (PR)
| Inviato: 08-07-2004 15:18 |
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vedo che l'argomento si è fascinosamente espanso dalla provocazione originale,ma volevo solo dare la mia opinione su quest'opera.la prima volta che vidi La Sottile Linea Rossa uscii dal cinema con la luce negli okki,capii di aver visto un grande film(nn superiore a Ryan,assolutamente,ma un grande film cmq),me ne innamorai.la seconda volta dissi:si,bello,xò è un po' pesante(e nn pesante cm è pesante 2001:quello è il capolavoro di Kubrick!e x favore,nn paragoniamo malick a stanley..)..la terza volta mi sn annoiato abbastanza,la quarta volta speravo solo ke il tempo passasse in fretta.ora nn lo sopporto...noioso,pretenzioso,ripetitivo,realizzato in modo tutt'altro che curato(anke se in effetti il nocciolo nn è "la guerra",potevano realizzare meglio molte sequenze,soprattutto quelle "d'azione").insomma,oltre a nn reggere proprio il paragone cn altri film sul tema,cm Ryan,FMJ,Apocalypse o Platoon solo x citarne alcuni,è un film che mi ha davvero "stufato".
_________________ "Io mi chiamo Alèxandros e posso tornare in qualunque momento e da qualunque luogo"
- Mègas Alèxandros |
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GionUein
Reg.: 20 Mag 2003 Messaggi: 4779 Da: taranto (TA)
| Inviato: 08-07-2004 19:30 |
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Lo sapevo ... a petrus piace von trier ... |
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Petrus
Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 08-07-2004 20:03 |
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AlZayd
Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 09-07-2004 02:13 |
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quote: In data 2003-05-16 18:58, Tristam scrive:
in tutto quello che, tu Gatsby, consideri una pecca va ricercato il valore del film.
ammetto di avere odiato e detestato il film per almeno due anni, prima di averlo rivisto.
alla seconda visione, dopo tanti pregiudizi, finalmente avevo colto il significato del film.
Innanzi tutto bisogna considerare che se ci si approccia al film cercando di mantenere un'unità narrativa centrale e principale è ovvio che il film avrà poco senso.
il peccato sta proprio qua. ci si approccia sempre troppo facilmente ai film grazie al tramite della storia che racconta. un film come soldato ryan che, esclusa la prima sequenza, è praticamente un insulto e un'opera vergognosa che, in stile spielberg-disney, non fa altro che raccontare, attraverso le macrocategorie sentimentali dell'uomo primitivo, le "emozioni" (??!!) della guerra.
La sottile linea rossa al contrario si sgretola nei personaggi, nelle loro vite, passate e presenti, perde (ma in verità non ha) un centro narrativo dall'inizio. immediatamente. quello che ci ritroviamo a vedere sono una serie di piccoli film che si intrecciano, i cui soggetti sono gli uomini, ogni uomo. la sua vita e i suoi pensieri, su uno sfondo comune che si alterna tra più luoghi.
Questo in linea generale potrebbe essere la descrizione di un qualsiasi film se non che Malick costruisce un tessuto narrativo e suggestivo intorno a questi temi principali. e quindi ovvio che la storia non si costruisca solo mentre si sceglie di raccontare o di rappresentare l'azione (che contiene insitamente la narrazione) o a ridosso degli attori che parlano, pensano e visualizzano flashback. la storia nasce quasi spontanea da un mondo visivo che è capace di evocare e collegare, nutrire e anche connotare (!) un sottofondo in cui si muovono non solo esistenze ma anche il modo stesso di intendere e di realizzare cinema.
da questo nasce il rifiuto di una centralità narrativa, per questo non esite il personaggio principale su cui concretizzare gli sforzi, i sogni e i grezzi sentimenti. tutto si sposta verso l'esterno, aderendo ai contorni del film e rifluendo poi verso il centro per costruire la stessa struttura di questo film, nonchè di questo tipo di cinema.
le unità di spazio e di tempo vengono violate e continuamente spostate, alternate, si vive la visone in un costante tentativo di ricostruire e riposizionare i significati. inserti dedicati alla luce che filtra tra gli alberi, macchine da prese che girano intorno agli alberi, che inquadrano l'erba, così come i volti degli attori, le voci fuori campo, i pensieri concretizzati, le storie alternate, gli stessi ralenti servono soltanto per costruire un diverso tipo di cinema di cui si sente molto la mancanza e che è forse il migliore modo per sfuggire dalla schematizzazione (spielbergiana e non) e per affermare l'importanza delle proprie diverse scelte.
Se ci hai fatto caso questo film è facilmente paragonabile, per modalità di narrazione, strutturazione delle sequenze, ad alcuni film di David Lynch, su tutti Velluto Blu e Mulholland Drive, dove prima di entrare nel film e nel suo corpo centrale, siamo lanciati prima a destra e poi a sinistra in tantissime frammentazione del film.
Come se per arrivare al centro dovessimo prima superare certi momenti che hanno un valore certamente emaptico (e quindi aiutano a entrare nella giusta sintonia del film) ma che si cotruiscono abilmente attraverso il vedere.
_________________
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Quoto tutto. Mirabile, superbo scritto. Vero nei contenuti, suggestivo nella forma.
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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HistoryX
Reg.: 26 Set 2005 Messaggi: 4234 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 30-01-2006 11:10 |
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Troppe parole...
Odio i filosofi e la filosofia, è un modo per appropriarsi di qualcosa che non si può possedere.
Malick non ha bisogno di filosofie, non c'è bisogno di fare rigiri mentali, quel che deve dire lo dice semplice senza eccessive teorie...basta saper ascoltare, ascoltare le parole e ascoltare la luce delle sue immagini.
Ci sono film che vanno diritti all'essenza delle cose, che entrano dentro le persone saltando gli argini mentali dell'interpretazione, essi costruiscono, nel tempo...siamo davanti ad un capolavoro di comunicazione essenziale.
Si son fatti accostamenti con Mulholland drive e Velluto blu... è l'esatto opposto, Linch punta a scardinare la razionalità, Malick ad aggirarla, nemmeno considerarla per andare mirata al centro delle emozioni ed all'essenza dello spettatore. |
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kagemusha
Reg.: 17 Nov 2005 Messaggi: 1135 Da: roma (RM)
| Inviato: 30-01-2006 11:19 |
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quote: In data 2006-01-30 11:10, HistoryX scrive:
Troppe parole...
Odio i filosofi e la filosofia, è un modo per appropriarsi di qualcosa che non si può possedere.
Malick non ha bisogno di filosofie...
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Credo che Malick (laureato in filosofia)non sarebbe molto d'accordo con te |
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sgamp2003
Reg.: 21 Ago 2004 Messaggi: 11260 Da: Roma (RM)
| Inviato: 30-01-2006 11:19 |
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Questo è indubbiamente uno dei film più belli che abbia mai visto.
Posso essere d'accordo sul fatto che sia prolisso ed a volte tedioso, ma ciò non toglie che sia un film bellissimo.
E' indubbiamente diverso dal Soldato Ryan(questo gioca più sulla psicologia dei personaggi che sulle battaglie) ed indubbiamente migliore, ma ha ricevuto minori consensi rispetto al film di Spielberg e questa è una cosa che non ho mai capito.
Meritava almeno un premio Oscar per quelli per cui è stato candidato(miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale che ho trovato perfetta, miglior fotografia altrettanto perfetta, miglior montaggio e miglior colonna sonora).
Di tutti questi premi non ne ha vinto neanche uno e questo è stato a mio avviso uno scempio.
Ma si sa, l'Academy Awards non guarda quasi mai alla qualità(di solito i miglior films sono sempre quelli che racimolano più soldi ai bott5eghini piuttosto che i migliori) e gli Oscar degli ultimi anni(salvo rare eccezioni) ne sono la prova.
Ma questo credo che sia lo scandalo più grande: questo film meritava appieno il trionfo e si è ritrovato nella polvere.
Un madornale errore a mio avviso.
_________________ tesserò i tuoi capelli come trame di un canto,
conosco le leggi del mondo e te ne farò dono...
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