15 Novembre 2005 - Conferenza stampa
"The Big White"
Intervista a Robin Williams.
di Francesco Lomuscio


Sugli schermi italiani con la commedia nera The big white, diretta da quel Mark Mylod di cui sentimmo parlare, nel 2002, per Ali G, l'attore Robin Williams è approdato a Roma per presentare il film alla stampa, provvedendo ad enfatizzare un piacevole clima buffonesco e dichiarando, tra l'altro, di amare molto andare in bicicletta.

Signor Williams, lei ha visto Ali G, il precedente film del regista Mark Mylod?
Robin Williams: Sì, e dopo aver visto Ali G ho capito che quello con cui avrei lavorato sarebbe stato un regista che ha senso dell'umorismo. E' bello lavorare con un regista che possiede il senso dell'umorismo, lavorare con uno che non ne ha sarebbe come avere un direttore della fotografia cieco.

Come mai negli ultimi anni ha lavorato soprattutto in queste piccole produzioni indipendenti?
Robin Williams: Beh, faccio questi piccoli film indipendenti perché grossi non me ne hanno più proposti; quando fai questi film, il difficile è poi venderli, trovare una sala che li proietti, ti senti come chi distribuisce i volantini sulla quarantaduesima strada, che cerca di convincerti ad andare a far visita ad un determinato, nuovo posto. Poi, però, i film pornografici trovano magari più facile distribuzione. La cosa positiva di queste produzioni è che hanno sostanza, stoffa, elementi che quelle grosse non possiedono più. Poi, anche il fatto che non devi avere a che fare con i grossi distributori è già una cosa positiva.

Secondo lei, perché un attore come Robin Williams, il quale ha iniziato la carriera con folgoranti performance comiche, ora viene sempre scelto per film in cui a dominare sono amore e malinconia?
Robin Williams: Ovviamente, all'inizio mi ingaggiavano per le commedie perché sono un comico. Il fatto della malinconia credo rispecchi l'attuale stato d'animo dell'America, però, ultimamente, ho interpretato anche R.V., una commedia di Barry Sonnenfield.

Conosce la Commedia all'italiana? Se sì, c'è un film che avrebbe voluto interpretare?
Robin Williams: Ovviamente, conosco bene Bob Benigni, mi piace molto, lo considero un grande comico ed il fatto che abbia una vena politica me lo fa apprezzare tanto. Se potessi, sceglierei di lavorare con lui, lo farei molto volentieri, ma, se me lo proponessero, lo farei anche per altri registi italiani attivi in questo genere.

Quanto dista la sua personalità dall'attore di Good morning Vietnam a quello di The big white?
Robin Williams: In realtà, in questo caso si tratta di un amore molto stretto, molto forte, mentre in Good morning Vietnam è un amore che il personaggio vuole, ma che, a causa delle diverse culture e della differenza di lingua, non s'incontra mai. Alla fine, quindi, i due personaggi si lasciano e, come gli americani quando si sono allontanati dal Vietnam, non capiscono veramente cosa sia successo.

Negli Anni Ottanta, il telefilm Mork e Mindy ebbe un successo strepitoso. Le è mai venuto in mente che, come è successo agli attori di serial del calibro di Happy days e Friends, sarebbe potuto rimanere incastrato in quel ruolo?
Robin Williams: Beh, la paura non mi è mai venuta, in quanto dopo quattro anni Mork e Mindy è finito, prima, quindi, che diventasse una serie. Se una serie va' avanti, l'elemento positivo è che guadagni tanti quattrini, ma quello negativo, appunto, è che rimani intrappolato nel personaggio in questione. Il che, quindi, mi ha consentito di liberarmi del personaggio di Mork e fare altro, da Popeye in poi. E, comunque, Ron Howard non se la passa poi tanto male, si è trovato altro da fare (ride).

I personaggi femminili presenti in The big white rappresentano, in un certo senso, due creature molto buone che fanno da fondamentale sostegno agli uomini. Secondo lei, ciò rispecchia la realtà?
Robin Williams: Sì, mia moglie mi salva tutti i giorni, se non ci fosse lei non sarei qui ora. Credo che noi uomini non saremmo in grado di allevare i bambini come lo fanno le donne, pensate se dovessimo allattarli noi… basta, finita (ride)! La donna riesce a capire situazioni complesse che l'uomo non affronta mai in profondità. Inoltre, se non ci fosse mia moglie, avrei cento biciclette, ma non una casa (ride).

Giunto a questo punto della sua carriera, lei sente il bisogno di fare un film da regista?
Robin Williams: No, non ne sento il bisogno, ho lavorato con grandi registi e conosco la pressione, è un talento che hanno alcuni attori ed altri no; io non ho intenzione di prendere quella strada, magari potrei esplorare quella del catering, non lo ha mai fatto nessuno. Di attori che fanno i registi ed i produttori, poi, ce ne sono a bizzeffe, guardate George Clooney, lui fa tutto. E tutti (ride).


  

Intervista per il film "The Big White".


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