14 Settembre 2010 - Conferenza
"Sharm El Sheik - Un'estate indimenticabile"
Intervista al regista e al cast.
di Mirko Lomuscio

In occasione dell'uscita di "Sharm el Sheikh", il regista Ugo Fabrizio Giordani ha incontrato a Roma la stampa, affiancato dal cast e dal produttore Marco Poccioni, per presentare il film. Grande assente in conferenza, Giorgio Panariello.

Come è nato questo progetto?
Ugo Fabrizio Giordani: Questo progetto è nato dopo che un mio carissimo amico, dirigente dell'Alitalia, è stato improvvisamente licenziato. Il tema, quindi, era serio, ma ho cercato di affrontarlo in maniera lieve, con tono da commedia.

Il Credito d'imposta è utile quando si girano questi film all'estero?
Marco Poccioni: Sì, indipendentemente dal fatto che il film venga girato o no all'estero, è di sicuro una delle iniziative utili per le società di produzione. Comunque, siamo stati bene a Sharm el Sheikh, tanto che alcuni attori hanno chiesto di rimanere lì anche dopo la fine delle riprese.

Enrico Brignano cosa può dirci di questa esperienza?
Enrico Brignano: Il clima che si è venuto a creare è stato fantastico, perché, come è noto, la commedia vive di alchimie e, se non traspare il divertimento, il film non funziona. Noi ci siamo veramente divertiti, in particolar modo perché eravamo liberi di esprimerci, Ugo ci dava solo qualche consiglio per migliorare le nostre performance.

Il personaggio di Giorgio Panariello s'ispira forse a Luciano Gaucci?
Ugo Fabrizio Giordani: In realtà, il personaggio a cui ci siamo ispirati è purtroppo un personaggio che a noi non piace molto, ovvero uno dei tanti furbetti che, da molto tempo, girano per l'Italia. Abbiamo cercato di fare un film per tutta la famiglia, privo di volgarità gratuite.

E Maurizio Casagrande quale tecnica di coppia ha adottato per lavorare con Enrico Brignano e Giorgio Panariello?
Maurizio Casagrande: Alle otto di sera mi mettevo in camera a fare lezione ed Enrico e Giorgio venivano a studiare (ride). No, scherzi a parte, quando c'è stima reciproca e si guarda all'altro con ammirazione è facile incastrare le performance.

Le attrici, invece, cosa possono raccontarci?
Fioretta Mari: Questo film è stato un dono dal cielo, perché ho avuto un regista e dei compagni di lavoro fantastici. Il mio personaggio è una nonna giovane che ha un rapporto di amore e odio con il figlio, interpretato da Enrico.
Michela Quattrociocche: Io interpreto una ragazza di diciotto anni che rimane incinta ma che, alla fine, non si rivela cattiva come sembra.
Ludovica Bizzaglia: Questa è stata forse la più bella esperienza della mia vita. Il mio personaggio è una tredicenne in cerca del primo amore e in contrasto con la sorella maggiore. Mi sono trovata benissimo a lavorare con loro.
Elena Russo: Il mio personaggio non è molto positivo, ma spero almeno che susciti qualche risata.

Come si sono trovati i giovani protagonisti a lavorare con gli altri attori, di lunga esperienza?
Daniele La Leggia: Io mi sono reso conto che ho avuto la fortuna di lavorare con un cast di persone fantastiche, quindi, ho sfruttato l'occasione per prendere qualcosa da ognuno di loro e crescere.
Gabriele Penteriani: Io nel film interpreto un diciottenne nerd che, nella propria famiglia, è quasi un estraneo. Ovviamente, anche io mi sono trovato molto bene con il cast e, oltre al regista, devo ringraziare il suo aiuto Matteo, che mi ha aiutato molto nella preparazione del personaggio.

Santillo, che nel film è sempre in giacca, deve aver subito più degli altri i quaranta gradi del posto…
Walter Santillo: Sì, io sono quello che ha patito più di tutti i quaranta gradi, perché ero sempre in giacca scura (ride). Questa è stata la mia prima esperienza cinematografica, io vengo dalla televisione; mi sono trovato molto bene con loro, Enrico mi dava diversi consigli. Volevo fare il bello, ma c'era Muniz, volevo fare il diciottenne, ma c'erano i ragazzi, quindi mi sono accontentato di interpretare il segretario di Panariello (ride).
Sergio Muniz: Io interpreto il solito animatore e istruttore subacqueo. Abbiamo cercato tutti di dare un certo spessore ai nostri personaggi

Il film si riallaccia a quel modello di commedia italiana che vedeva l'italiano all'estero con tutti i suoi vizi e difetti?
Ugo Fabrizio Giordani: Assolutamente, anche perché io nasco come assistente di Ettore Scola e considero la nostra commedia a livello mondiale. Feci anche un altro film di questo tipo, "Teste di cocco", comunque sì, diciamo che mi sono rifatto a pellicole come "Il gaucho".

Il vostro tentativo era quello di rifarvi al cinepanettone?
Ugo Fabrizio Giordani: No, rispetto il lavoro dei miei colleghi, ma la prima cosa che ho pensato era che il film non sarebbe dovuto essere volgare. Poi, quelli sono film comici, mentre il mio è una commedia, ma non ho modelli a cui ispirarmi, faccio i film come li so fare e con fatica, perché per girare questo ho impiegato tre anni.
Enrico Brignano: Non ho fatto fino ad oggi cinepanettoni e ringrazio anche Dio, perché, essendo io uno che fa teatro, non potrei mai accettare d'interpretare il tipo di romano che è in quei film.

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