11 Luglio 2005 - Conferenza stampa
"Blueberry"
Intervista a Vincent Cassel e Jan Kounen.
di Pietro Salvatori


Esce Blueberry, del franco-olandese Jan Kounen. Il film, che presta il fianco a facili critiche, presenta nel cast uno dei suoi punti di forza. Oltre Michael Madsen e Juliette Lewis, anche Vincent Cassel, il consorte transalpino della nostrana Bellocci. Abbiamo incontrato il bel francese (che, generosamente, tentava, con successo, di esprimersi in italiano) insieme al regista, per parlare un po' di questa ultima fatica del cinema francese che almeno, al contrario di quello italiano, almeno prova a osare qualcosa in più ogni tanto, al di là dell'esito (disastroso, a nostro avviso, in questo caso).

Conosceva il fumetto prima di metter mano al film? E, a prescindere da quest'aspetto, che rapporto ha con il genere western in generale?
Vincent Cassel: Mah, in realtà non mi sono appassionato al film e alla sua sceneggiatura né per un amore particolare per il western né perché amassi il fumetto. Sì, l'ho letto da piccolo, come un po' tutti i francesi, ma non ne ero un grande appassionato. Sul western in generale, ho un discreto rapporto; amo in particolar modo Sergio Leone, il western italiano.

Realizzando il film mi pare che ne sia uscito fuori qualcosa che in comune con il fumetto abbia solo il nome…
Jan Kounen: In effetti volevo realizzare quello che fosse un episodio mancante del fumetto: Negli albi in realtà, Blueberry incontra uno sciamano morto. Dissi a Moebius (l'autore del fumetto-n.d.r.) che, a livello cinematografico, sarebbe stato più interessante l'incontro con uno sciamano vivo. Sorprendentemente lui mi ha dato carta bianca, era affascinantissimo dal progetto, da quel che poteva uscire sullo schermo partendo dal suo fumetto. Il film in effetti si rivolge soprattutto a chi conosce il fumetto.

Come mai ha impiegato tanto tempo dopo Dobermann per girare un altro film?
Jan Kounen: Ho riflettuto a lungo prima di intraprendere il progetto. E' duro avvicinarsi a una realtà così particolare, mistica. Ho voluto conoscere per bene il mondo degli indiani, che è particolarissimo. Tra i due film in effetti ho girato un documentario, "Altri mondi", che, a mio avviso, è assolutamente complementare a Blueberry. Quello è molto legato al reale, alla realtà, il film è un'esperienza mistica.

Vincent, ma non fai mai commedie perché ti identifichi in questi personaggi, un po' duri, d'azione comunque?
Vincent Cassel: No, in realtà non faccio commedie perché purtroppo le commedie francesi sono tutte brutte, e hanno il gravissimo problema di essere autoreferenziali. Fanno ridere solo i francesi.

Ma cos'è che l'affascinava in questo mondo, il mondo di un fumetto tendenzialmente incentrato sul west?
Jan Kounen: Nel wester mi interessava questo straordinario incontro tra mondo occidentale e universo indiano. Tra l'altro girare un western in quanto tale è il sogno di qualsiasi regista. Il western, come pochi altri periodi, ha costruito una mitologia collettiva, e quindi cinematografica.

Quale sarà la reazione del pubblico medio ad un film di così poco semplice lettura?
Jan Kounen: A livello di marketing ho fatto di tutto perché la promozione non accreditasse il film come un semplice western. Sicuramente chi va al cinema aspettandosi di vedere del puro e semplice western rimarrà deluso.


  

Intervista per il film "Blueberry".


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