FilmUP.com > Forum > Tutto Cinema - 2001-A Space Odyssey(Bowman,ecco dove filosofeggiare)
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Autore 2001-A Space Odyssey(Bowman,ecco dove filosofeggiare)
seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 07-03-2003 11:39  
L'Alba dell'Uomo

Stupendi e ridenti paesaggi si parano ai nostri occhi:una natura incontaminata,visto che l'uomo non esiste ancora,ma al suo posto ci sono delle grosse scimmie,ancora a un livello primitivo.La loro vita è noiosa,senza qualcosa che li faccia occupare il tempo.Sono oggetti della Natura,non ne sono protagonisti.
Poi...
Poi c'è quella cosa nera,quella magnificente cosa nera,alla cui vista le scimmie sono attonite,ma allo stesso tempo attratte come se quella roba per loro potesse significare un cambiamento.Primitivi idolatri davanti a un cubico Dio...
Ma quella cosa non è Dio,è molto di più.
Le scimmie si sono evolute.Un mucchio d'ossa.Uno di loro si distingue.Più affilato e ricurvo.Attraente.La mano si allunga,afferra l'oggetto.Sguardo.Un rapido movimento.Bam.Bam.Bam.Le ossa vanno in pezzi.La magniloquente melodia wagneriana sancisce una conquista,fondamentale ma terribile.La conquista dell'offesa.La conquista delle armi.
Ma si va ben oltre...
Le scimmie come i soldati inglesi di "Barry Lyndon":posti in quadrato in un primordiale tentativo di schieramento di fronte a una battaglia,una scaramuccia tra due simili.Ma accade l'imponderabile:l'osso.L'osso percuote,percuote,percuote.La scimmia è lì a terra,stecchita.Il suo rivale ha fatto un ulteriore scoperta.La scoperta di come sopravvivere.La scoperta della vittoria.La scoperta dell'omicidio.
Felice,inebriato da questo nuovo sentimento,lancia l'osso in aria...


Lo spazio.Lo spazio illimitato sulle note di Strauss.Un lentissimo procedere insieme alla navicella.,verso un'ignota destinazione.Ma non importa.Perchè siamo catturati dalla magia della scena,dall'incredibile landscape propostoci,un'interminabile ipnosi davanti a simile maestosità.
Una futuristica base dove tutto è computerizzato.Qualcosa di inconfessabile è accaduto.Bisogna stare attenti.Raccontare bugie.L'uomo si è evoluto in questi millenni,ed è quindi logico che usi le sue capacità,il suo ingegno per prevalere sugli altri,esattamente come aveva fatto la scimmia.
Poi...di nuovo quella magnificente cosa nera,quel mistero...divenuto da oggetto di culto a oggetto di studio...perchè l'uomo si è evoluto...
Ma quella magnificente cosa nera non si può studiare...si può solo....si può solo...

E così...


Missione Giove

Di nuovo lo spazio illimitato...ma stavolta la "navicella"è ben più grande di prima...
La gravita è assente...l'uomo fa ginnastica dove non c'è aria....

Un ambiente triste,squallido,anonimo:due uomini soli con se stessi,attorniati da migliaia e migliaia di apparecchiature.
L'uomo fuori dal mondo,estraniato,distante distaccato.Solo.

Un momento...abbiamo pur sempre altri tre uomini,ma è come se fossero morti,sotto ibernazione come sono...

E poi c'è lui,Hal 9000.
Già Hal 9000.
Quell'occhio rosso,scrutatore implacabile,sentinella incorruttibile,punto di congiunzione fra due mondi.
Tutti quelli che verrano dopo(David di Spielberg,i robottini di Star Wars,persino la "666" di Diego Cugia)non potranno prescindere da Hal 9000.

Hal 9000,calcolatore infallibile,senza possibilità di errore,così freddo e asettico ma allo stesso tempo grottescamente umanoide(il merito di questo va soprattutto anzi unicamente,alla voce italiana di Hal,l'immenso Gianfranco Bellini).
Il rapporto tra gli astronauti e Hal è strano.A momenti pare indirizzarsi su una relazione fra esseri umani,ma nasconde il tentativo,sempre presente,dell'ingegno volto al male da parte dei due uomini.
Un dubbio si insinua...un dubbio atroce...e allora bisogna farla finita...bisogna fottere il calcolatore...già perchè noi siamo uomini,lui è solo un computer.
Ma non è vero.Hal non è SOLO un computer...è molto di più e molto di meno..
Hal è un paradosso...è senza errore,ma sbaglia..è asettico ma orgoglioso...è senza emozioni ma è malvagio...
Io sono srnza errore,non è ammissibile-dice Hal-l'errore non è contemplato.Ma che senso ha che un computer rivendichi la sua infallibilità?Si rende conto di essere imperfetto e allora...LIFE FUNCTIONS TERMINATED.Le tre cupole di ghiaccio non si apriranno più.
E'intelligente.,Hal,molto.E allora capisce che il suo essere fallibile lo porterà alla disconnessione.No,Hal non è decisamente solo un computer,è qualcosa di più...di più deglle scimmie,di più degli uomini,di più degli androidi di Blade Runner,di più...
Già,perchè solo un "di più" mentre è disconnesso,può pregare l'uomo di smetterla,perchè solo un "di più" può avere il suo canto del cigno.Non ce l'ho fatta.Questa scena è una pugnalata...un capolavoro di drammaticità...una fine tra le più grottesche...ma uno strano senso di terrore mi prendeva mentre la vedevo... mozzafiato...basta,basta parlare di Hal.

Giro,giro tondo,cascaaa il mondoooo....


Giove e oltre l'infinito


In lontananza,Giove e ancora una volta,lo spazio illimitato.
Qualcosa di indescrivibile...la magnifgicente cosa nera galleggia nell'aria...

Un delirio visionario e onirico:il viaggio di Bowman "oltre i confini della realtà".L'occhio.Prima quello rosso di Hal,ora quello in negativo di Bowman...
qualcosa di unico,irripetibile:uno scorrere ininterrotto di psichedelici fiumi colorati,forme indistinte all'orizzonte,forse il passato,forse il presente,forse il futuro.Il Tempo non esiste più.Chissà magari è proprio questo l'Iperuranio platonico,l'Eden o magari l'Eldorado.Sono attimi e luoghi senza tempo e anche Bownam è nel "non-tempo".

Poi...un buco.Una stanza.Se prima era un non tempo,ora è anche un "non luogo"
Regna il silenzio.Tutto è bianco,il colore che ha in sè tutti i colorie nessuno.Un uomo,intento a fare la cosa più normale del mondo:mangiare.Non c'è senso in queste scene,ma non importa.
In vino veritas e il bicchiere cade ,si rompe.
L'uomo è sparito.Solo un letto,con un vecchio decrepito dentro.E poi quella cosa là,la magnificente cosa nera,lì davanti al vegliardo morente.
Una mano,debolmente e con fatica si solleva verso la magnificente cosa nera,come in segno di rispetto,di adorazione,di culto.Ricordate le scimmie?Scimmie e uomini,nessuna differenza.
Ora...ora il vecchio non c'è più.Al suo posto,una sfera e un bambino.Tutto è circolare.

Ancora,un ultima volta,lo spazio illimitato,ma stavolta al centro ecco il bambino,sintesi e insieme nullificazione,placido ed etereo mentre i suoi occhi asettici ma grottescamente umanoidi ci scrutano.
Lentamente,ma inesorabilmente,la dissolvenza in nero copre tutto quanto ed è finita.
Cala il sipario sul più emozionante viaggio dell'uomo dai tempi di Omero.


Questo non è un film,è arte allo stato puro...solo a pensare cosa si produce oggi e confrontarlo con 2001 mi viene da ridere...
Se 2001 non è il capolavoro dei capolavori,allora non so cosa dire..davvero...
gli altri sono capolavori,sì.,ma relativi,questo no.

Comunque è proprio vero che i geni della terra non basterebbero a fare una squadra di calcio.
E Stanley Kubrick è uno di questi.

Dire altro sarebbe superfluo e ridondante.Aggiungo soltanto
Grazie,Stan.


_________________
Buongiorno signori. Signori, io sono un elaboratore HAL 9000. Entrai in funzione alle officine HAL di Verbana, Illinois, il 12 gennaio 1992... il mio istruttore m'insegno' anche a cantare una vecchia filastrocca. Se volete sentirla, posso cantarla...


[ Questo messaggio è stato modificato da: seanma il 07-03-2003 alle 13:40 ]

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 07-03-2003 15:04  
quote:
In data 2003-03-07 11:39, seanma scrive:
Non c'è senso in queste scene,ma non importa.



Eh no, qui sbagli...

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 07-03-2003 15:07  
quote:
In data 2003-03-07 15:04, Quilty scrive:
quote:
In data 2003-03-07 11:39, seanma scrive:
Non c'è senso in queste scene,ma non importa.



Eh no, qui sbagli...



bè,diciamo "!il senso è poco comprensibile"...

Clarke ha detto:"Se capite tutto di 2001 ,abbiamo fallito"
_________________
sono un bugiardo e un ipocrita

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 07-03-2003 15:20  
Poco comprensibile mi sta bene,sono state date tante chiavi di lettura: la più bella è quella che riprende il mito dell'Odissea(che appunto da il titolo al film): Ulisse(Bowman, arciere,come era Ulisse)sconfitto il Ciclope(Hal 9000) torna a casa a Itaca. Quella è la sua casa dove lui, in un gioco di sguardi stupefacente, vede se stesso invecchiare e morire e rinascere come "Oltre-uomo" (le note finali sono un rimando a Nietzsche).
Il finale è una riflessione sulla vita e la morte, finale aperto naturalmente alla più svariate e suggestive interpretazioni.
_________________
E' una storia che è successa ieri, ma io so che è domani.

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 07-03-2003 15:28  
quote:
In data 2003-03-07 15:20, Quilty scrive:
Poco comprensibile mi sta bene,sono state date tante chiavi di lettura: la più bella è quella che riprende il mito dell'Odissea(che appunto da il titolo al film): Ulisse(Bowman, arciere,come era Ulisse)sconfitto il Ciclope(Hal 9000) torna a casa a Itaca. Quella è la sua casa dove lui, in un gioco di sguardi stupefacente, vede se stesso invecchiare e morire e rinascere come "Oltre-uomo" (le note finali sono un rimando a Nietzsche).
Il finale è una riflessione sulla vita e la morte, finale aperto naturalmente alla più svariate e suggestive interpretazioni.


francamente mi piacciono poco queste interpretazioni "a ricalco" così schematiche:Hal col Ciclope,ad esempio non ci azzecca per nulla,anche perchè il protagonista non è certo Bowman,nè tantomeno Hal,ma concetti come l'Uomo,la Storia,Il destino...
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sono un bugiardo e un ipocrita

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joelcoen

Reg.: 28 Ott 2002
Messaggi: 958
Da: Napoli (NA)
Inviato: 07-03-2003 18:41  
Quando lui riesce a vedere Giove , anche se non si vede prende la pietra , che è il tutto , è quello che si vuole che sia e così lui che vuole ritornare a casa ci ritorna tramite la pietra , ma solo mentalmente ervede la sua vita finire e quella di suo figlio cominciare.

Che ne pensate di questa mia interpretazione????

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sloberi

Reg.: 05 Feb 2003
Messaggi: 15093
Da: San Polo d'Enza (RE)
Inviato: 07-03-2003 19:17  
quote:
In data 2003-03-07 15:07, seanma scrive:

Clarke ha detto:"Se capite tutto di 2001 ,abbiamo fallito"




Questa frase sembra sia solo leggenda tanto che c'è chi la attribuisce a Kubrick ed io spero sia così. Fare un film incomprensibile non è da geni come Kubrick ma da uno che vuole sbrodolarsi nelle proprie capacità artistiche.
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E' ok per me!

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Travis83

Reg.: 16 Mag 2003
Messaggi: 101
Da: Afragola (NA)
Inviato: 16-05-2003 11:45  
Ho visto 2001 appena due volte. La prima volta ho cercato di capirlo: mi lasciò turbato, affascinato, im-potente a formulare qualsiasi interpretazione. La se-conda volta mi sono predisposto esclusivamente a "sentirlo": durante i titoli di coda sono rimasto im-mobile, con la bocca aperta e gli occhi gonfi di lacri-me. Ero estasiato.
Non c'è modo migliore di guardare 2001 che depo-nendo la (pur legittima) presunzione di carpirne “razionalmente” il mistero. 2001 non dice: suggeri-sce. Non dimostra: apre orizzonti inattesi. Soprattut-to, ha tempi interiori inflessibili, e la sua lentezza non è estenuante: è ipnotica. Ha l’andamento di una sin-fonia: bisogna sincronizzare il proprio respiro sui movimenti di macchina, i propri battiti sui tagli del montaggio. Soltanto in questo modo se ne coglie la perfezione. 2001 è nello stesso tempo la negazione assoluta del Cinema ed il suo compimento, il suo vertice massimo. Celebra divinamente la ragion d’essere della settima arte, il suo fine troppo spesso obliato, mai raggiunto: il trionfo dell’Immagine sulla Parola. 2001 procede per sottrazione, sprofonda in un crescente silenzio, si porta dietro il suo segreto come il Monolito. La sua profondità è tutta in superficie: ecco perché è inaccessibile. Come per tutti i film di Kubrick vale più la forma che il contenuto, più la foggia che la materia, più la maniera di raccontare che ciò che si racconta. O meglio: il suo contenuto è la forma, la sua materia è la foggia, ciò di cui rac-conta è lo Stile. È un film che in fin dei conti non parla d’altro che di se stesso. E di cinema. E che esprime, più che altro, l’inenarrabile necessità di una nuova forma di narrazione, della formulazione di un nuovo linguaggio, di una nuova maniera di comuni-care e di tacere, o di comunicare tacendo.

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Superzebe

Reg.: 25 Mag 2002
Messaggi: 3172
Da: Genova (GE)
Inviato: 16-05-2003 12:41  
quote:
In data 2003-05-16 11:46, Travis83 scrive:
Ho visto 2001 appena due volte. La prima volta ho cercato di capirlo: mi lasciò turbato, affascinato, impotente a formulare qualsiasi interpretazione. La seconda volta mi sono predisposto esclusivamente a "sentirlo": durante i titoli di coda sono rimasto immobile, con la bocca aperta e gli occhi gonfi di lacrime. Ero estasiato.
Non c'è modo migliore di guardare 2001 che deponendo la (pur legittima) presunzione di carpirne “razionalmente” il mistero. 2001 non dice: suggerisce. Non dimostra: apre orizzonti inattesi. Soprattutto, ha tempi interiori inflessibili, e la sua lentezza non è estenuante: è ipnotica. Ha l’andamento di una sinfonia: bisogna sincronizzare il proprio respiro sui movimenti di macchina, i propri battiti sui tagli del montaggio. Soltanto in questo modo se ne coglie la perfezione. 2001 è nello stesso tempo la negazione assoluta del Cinema ed il suo compimento, il suo vertice massimo. Celebra divinamente la ragion d’essere della settima arte, il suo fine troppo spesso obliato, mai raggiunto: il trionfo dell’Immagine sulla Parola. 2001 procede per sottrazione, sprofonda in un crescente silenzio, si porta dietro il suo segreto come il Monolito. La sua profondità è tutta in superficie: ecco perché è inaccessibile. Come per tutti i film di Kubrick vale più la forma che il contenuto, più la foggia che la materia, più la maniera di raccontare che ciò che si racconta. O meglio: il suo contenuto è la forma, la sua materia è la foggia, ciò di cui racconta è lo Stile. È un film che in fin dei conti non parla d’altro che di se stesso. E di cinema. E che esprime, più che altro, l’inenarrabile necessità di una nuova forma di narrazione, della formulazione di un nuovo linguaggio, di una nuova maniera di comuni-care e di tacere, o di comunicare tacendo.




applausi, davvero.
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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 16-05-2003 14:46  
quote:
In data 2003-05-16 11:45, Travis83 scrive:
Ho visto 2001 appena due volte. La prima volta ho cercato di capirlo: mi lasciò turbato, affascinato, im-potente a formulare qualsiasi interpretazione. La se-conda volta mi sono predisposto esclusivamente a "sentirlo": durante i titoli di coda sono rimasto im-mobile, con la bocca aperta e gli occhi gonfi di lacri-me. Ero estasiato.
Non c'è modo migliore di guardare 2001 che depo-nendo la (pur legittima) presunzione di carpirne “razionalmente” il mistero. 2001 non dice: suggeri-sce. Non dimostra: apre orizzonti inattesi. Soprattut-to, ha tempi interiori inflessibili, e la sua lentezza non è estenuante: è ipnotica. Ha l’andamento di una sin-fonia: bisogna sincronizzare il proprio respiro sui movimenti di macchina, i propri battiti sui tagli del montaggio. Soltanto in questo modo se ne coglie la perfezione. 2001 è nello stesso tempo la negazione assoluta del Cinema ed il suo compimento, il suo vertice massimo. Celebra divinamente la ragion d’essere della settima arte, il suo fine troppo spesso obliato, mai raggiunto: il trionfo dell’Immagine sulla Parola. 2001 procede per sottrazione, sprofonda in un crescente silenzio, si porta dietro il suo segreto come il Monolito. La sua profondità è tutta in superficie: ecco perché è inaccessibile. Come per tutti i film di Kubrick vale più la forma che il contenuto, più la foggia che la materia, più la maniera di raccontare che ciò che si racconta. O meglio: il suo contenuto è la forma, la sua materia è la foggia, ciò di cui rac-conta è lo Stile. È un film che in fin dei conti non parla d’altro che di se stesso. E di cinema. E che esprime, più che altro, l’inenarrabile necessità di una nuova forma di narrazione, della formulazione di un nuovo linguaggio, di una nuova maniera di comuni-care e di tacere, o di comunicare tacendo.



Mi dispiace ma non sono per niente d'accordo.Dire che 2001 è un esercizio sublime di stile e basta è come svuotarlo della sua anima...Questo film parla di molto "dicendo"poco o niente,la forma è sublime mezzo per l'altrettanto sublime contenuto.D'accordo poi sul fatto che vada semplicemente "gustato".
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Superzebe

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Da: Genova (GE)
Inviato: 16-05-2003 14:51  
ma quale è il contenuto? tutto ha un contenuto se glielo vogliamo dare, ricordiamoci che il cinema non devo avere per forza un contenuto didascalico o peggio ancora didattico. E' il vecchio discorso di l'art pour l'art.
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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
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Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 16-05-2003 15:15  
"l'arte per l'arte"trovo sia piuttosto meschino..ma davvero esiste una concezione del genere????

Tutto ha un contenuto che sia più o meno esplicitato poi è un altra questione.
Nel caso specifico,il contenuto è messo in una grotta di Montecristo,tanto per capirci...bisogna scavare,scavare e scavare..per riuscire a trovare il tesoro.
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Superzebe

Reg.: 25 Mag 2002
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Da: Genova (GE)
Inviato: 16-05-2003 16:17  
si ma scavando scavando scavando si può arrivare non dove l'artista ha nascosto il tesoro ma da un'altr parte magari trovando uina cosa ugualmente bella ma diversa. E' la soggettività dello spettatore che crede di essere soggettività dell'artista.
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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 16-05-2003 17:42  
e se anche fosse??ben venga una simile scoperta dato che mai si saprà il vero intento dell'autore.....
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Superzebe

Reg.: 25 Mag 2002
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Da: Genova (GE)
Inviato: 16-05-2003 18:15  
certamente, quindi ogni soggettività può dare un'interpretazione diversa del film e quindi tutto si rimette alla sensibilità di chi vede\legge\ascolta. E il caso di 2001 è un caso lampante in quanto il regista non suggerisce nessun chiaro sentiero da seguire per dare un senso al susseguirsi di immagini del film.
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