The omen Film Collection: Limited edition 5 blu-ray

The omen Film Collection: Limited edition 5 blu-ray

Il figlio del diavolo in alta definizione


di Francesco Lomuscio19 febbraio 202010:01



Iniziata nel 1976, è, senza alcun dubbio, la saga che, insieme a quella de “L’esorcista”, ha saputo affrontare nel migliore dei modi la tematica dell’Anticristo nel magico universo della Settima arte.
Se ne è cominciato a riparlare nel 2006, quando John Moore ha realizzato un apprezzabile remake del capostipite, ma, all’interno della sua collana Midnight Classics, tramite cui provvede a rendere disponibili in home video i migliori horror cult riservandogli gustosissimi trattamenti, Koch Media ne lancia ora i quattro lungometraggi originali in una accattivante limited edition media book racchiudente cinque blu-ray, in quanto uno dedicato a molte delle oltre otto ore di contenuti speciali.
Senza contare un interessante booklet e quattro card da collezione riportanti ognuna una locandina originale di ciascun film inclusi nella confezione.

Disco 1: Il presagio (1976)
La storia prende il via dal momento in cui, pur di non dire alla moglie Katherine alias Lee Remick che il loro attesissimo figlio è deceduto alla nascita, l’ambasciatore Robert Thorn interpretato da Gregory Peck lo sostituisce – su consiglio del sacerdote direttore dell’ospedale – con un altro bambino nato nella stessa notte da una madre morta durante il parto.
Bambino che viene chiamato Damien e che, in possesso dei connotati di Harvey Stephens, rivelandosi nientemeno che discendente del diavolo è entrato immediatamente nello stuolo dei “piccoli mostri” della storia del cinema.
Ma, a differenza di molti suoi satanici predecessori e successori, non espone la propria natura sfoggiando vomito verdastro o mutazioni mostruose, bensì si limita a diffondere il malessere e la morte provocando quelli che agli occhi di tutti sembrerebbero, in realtà, banali incidenti. Quindi, mentre questi ultimi vengono anticipati da segnali premonitori che compaiono all’interno di fotografie, fornendo un’originale idea poi scopiazzata nella serie “Final destination”, abbiamo, tra l’altro, una bambinaia che s‘impicca penzolando dalla finestra, un impalamento e una decapitazione al ralenti da antologia nel campionario di uccisioni orchestrate con maestria dal sottovalutato Richard Donner. Il Richard Donner che, proveniente per lo più dalla televisione, ha dato qui una svolta alla propria carriera (ricordiamo che poi è stato alla direzione di “Superman”, “I Goonies” e “Arma letale”), favorendo un certo realismo nel costruire un plot di tensione la cui atmosfera viene resa inquietante anche grazie alla minacciosa presenza di rottweiler e al fondamentale contributo dei cori latini inclusi nella colonna sonora di Jerry Goldsmith, premiata con l’Oscar.
Galleria fotografica, trailer, spot tv e radiofonici, ventidue minuti di intervista allo sceneggiatore David Seltzer, ventiquattro di dietro le quinte, sei riguardanti i fatti strani avvenuti durante la lavorazione del film, un’introduzione di Donner, una scena eliminata commentata dallo stesso e dal Brian Helgeland che gli ha scritto “Assassins” e commenti audio sottotitolati dei due, del solo regista insieme al montatore Stuart Baird e dei critici Lemon Dobbs, Nick Redman e Jeff Bond occupano la sezione extra del disco.

Disco 2: La maledizione di Damien (1978)
Ora tredicenne e manifestante le fattezze di un convincente Jonathan Scott-Taylor, Damien, rimasto orfano, viene affidato allo zio Richard, incarnato da William Holden (che rifiutò la parte poi andata a Peck ne “Il presagio”), ed entra all’accademia militare, dove lo tiene d’occhio il sergente Neff, ovvero il Lance Henriksen che, divenuto in seguito un nome noto dell’horror in fotogrammi, abbiamo visto, tra l’altro, alla corte di James Cameron per “Terminator” e “Aliens – Scontro finale”.
E, come nel primo film, ad essere tutt’altro che celata è una chiara allegoria relativa al legame che intercorre tra il male e il potere; mentre, se lì avevamo un fotografo interessato a far luce sui sinistri avvenimenti ruotanti attorno ala figura del protagonista, qui ad indagare è una giornalista che, ovviamente, va ad incrementare il numero di potenziali vittime del giovane, impegnato ad eliminare chiunque intralci la propria strada.
Perché, curiosamente, proprio nello stesso anno in cui “Halloween – La notte delle streghe” di John Carpenter apriva le porte al filone slasher, immerso in una fredda ambientazione nevosa “La maledizione di Damien” non manca di inscenare una sequela di morti più o meno fantasiose. Morti che, tra minacciosi corvi in agguato e una sequenza sul ghiaccio destinato a rompersi che è stata più volte imitata in altre produzioni, il nuovo arrivato dietro la macchina da presa Don Taylor – subentrato a Mike Hodges, cacciato dopo due settimane a causa della sua lentezza – inscena riservando la più spettacolare all’interno di un ascensore.
Sono trailer, spot tv e radiofonici, galleria fotografica, commento audio sottotitolato del produttore Harvey Bernhard, sette minuti di making of, interviste agli attori Robert Foxworth, Lee Grant ed Elizabeth Shepherd e quest’ultima che commenta le foto del dietro le quinte a fare da contenuti speciali al blu-ray.


Disco 3: Conflitto finale (1981)
Tanto per rafforzare la già suggerita metafora riguardante la relazione tra il male e il potere, qui, impersonato da un giovane Sam Neill, un ormai adulto Damien non solo è presidente delle industrie Thorn, ma diviene anche ambasciatore degli Stati Uniti a Londra.
Al corrente del fatto che stia per essere dato alla luce un nuovo Redentore, provvede a far concretizzare una vera e propria strage di neonati, fornendo l’aspetto maggiormente cinico di un terzo capitolo che lo vede ostacolato da sette monaci italiani comprendenti il DeCarlo interpretato dal nostro Rossano Brazzi e in possesso dei particolari pugnali tramite cui poterlo annientare in maniera definitiva.
Tirando in ballo i consueti cani da sfruttare per le malefatte di Damien, al regista Graham Baker – in seguito autore del poliziesco fantascientifico “Alien nation – Nazione di alieni” e del “Beowulf” con protagonista Christopher Lambert – non rimane altro da fare, quindi, che proseguire sulla linea dei due tasselli precedenti e tempestare di omicidi lo spettacolo, tra una memorabile eliminazione iniziale proto-suicidio (l’unico momento splatter della pellicola) e un confronto su un ponte durante la caccia alla volpe.
Fino allo scontro finale suggerito già dal titolo, in questo caso accompagnato nella sezione extra da galleria fotografica, tv spot, trailer, sedici minuti di intervista all’assistente di produzione Jeanne Ferber, diciannove allo sceneggiatore Andrew Birkin e ventiquattro al regista, del quale è presente anche il commento audio sottotitolato.

Disco 4: Omen IV – Presagio infernale (1991)
A dieci anni esatti dalla conclusione di quella che, a tutti gli effetti, fu una trilogia, viene inaspettatamente fuori questo quarto episodio che, a firma del Dominique Othenin-Girard regista di “Halloween 5 – La vendetta di Michael Myers” e di Jorge Montesi, dal curriculum prevalentemente legato al piccolo schermo, ha avuto, infatti, destinazione televisiva.
Ma dimenticate la figura di Damien, in quanto la oltre ora e mezza di visione si concentra su una nuova coppia sterile che decide di adottare da un convento di suore la piccola Delia dal volto di Asia Vieira, la quale, ovviamente, non manca di lasciar intuire legami con il maligno. Non a caso, se da un lato il consueto sottotesto politico riguarda il padre che diventa deputato e si avvia verso la presidenza, dall’altro le immancabili morti accidentali sono dietro l’angolo.
Quindi, mentre i rottweiler rappresentano uno dei fili di congiunzione con i primi tre tasselli, una situazione con serpenti a sonagli provvede a fare da tipico momento eco-vengeance, rientrante tra i punti di forza dell’epopea omeniana.
E, rispettivamente nei panni di una suora divenuta prostituta e poi santona in una chiesa e di un detective privato, sono la Megan Leitch vista nello stesso anno nel lovecraftiano “The resurrected” e il Michael Lerner del secondo “Maniac cop” ad arricchire il cast di un’operazione comprendente trailer, galleria fotografica e diciassette minuti di intervista allo sceneggiatore Brian Taggert nei contenuti speciali del blu-ray.

Disco 5: Extra
Come già accennato nell’introduzione a questo speciale, la ulteriore ciliegina sulla torta del preziosissimo cofanetto Midnight Classics è individuabile nel disco che porta ad oltre otto ore il materiale extra relativo alle quattro produzioni che costituiscono la “maledizione cinematografica di Damien Thorn”.
Un disco dispensatore di diciotto minuti in cui il musicista Christopher Young (“Hellraiser” e il “Pet sematary” del 2019 nella vasta filmografia) parla del collega Jerry Goldsmith, quasi quindici di discorsi sulla sceneggiatura da parte di Seltzer, venti che vedono il compianto Wes Craven – regista di “Nightmare – Dal profondo della notte” e “Scream” – impegnato a dire la sua su “Il presagio” quarantasei di featurette riguardante proprio il film in questione e dodici di intervista alla Holly Palance che vi ricoprì il ruolo della bambinaia suicida. Senza contare quattordici minuti di conversazione con Richard Donner e, soprattutto, “The omen - Legacy”, ricco documentario di oltre un’ora e quaranta che, narrato da Jack Palance, ripercorre attraverso interessanti aneddoti e curiosità l’iter dell’intera tetralogia, fino alla realizzazione del pilot di una serie tv anni Novanta che non ebbe poi alcun risvolto.

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