25 Gennaio 2013 - Conferenza
"The Last Stand - L'ultima sfida"
Intervista al cast.
di Mauro Corso

Sono passati quasi esattamente undici anni dall'ultima volta in cui Arnold Schwarzenegger è venuto in Italia per promuovere un suo film come protagonista, Danni collaterali, uscito nel nostro paese nel febbraio del 2011. Nel frattempo il classico eroe d'azione del cinema anni '80 è stato governatore della California per sette anni e, finito il suo mandato, è ritornato nello show business. Non stupisce dunque l'attesa da parte della stampa italiana, che è accorsa in massa per vedere il governatore e l'action hero e per ascoltare la sua voce ruvida e profonda. Di certo è un segno dei tempi che non si parli tanto di questo film, durante la conversazione con la stampa, quanto del problema delle armi negli Stati Uniti. A volte forse ci dimentichiamo che una pellicola è un progetto a lungo respiro di cui vediamo solo la punta dell'iceberg, e cioè il prodotto finito. Dietro c'è un lavoro che può essere anche di anni e che è indipendente dalla cronaca degli ultimi mesi, come in questo caso. Era però inevitabile che la presenza nel film di un arsenale fatto in casa suscitasse un bel po' di curiosità e qualche domanda sul problema delle armi da fuoco negli Stati Uniti.

Come si sente ad essere di nuovo in Italia?
Arnold Schwarzenegger: è bello essere di nuovo in Italia. Vengo in Italia da decenni. Sono venuto qui per promuovere i miei film, per fare film, per praticare sport a livello professionale, sono tornato qui in vacanza e a far visita ad amici. Ed è bello essere qui dopo dieci anni di lontananza dal mondo del cinema, ed è ancora più bello tornare come eroe d'azione. E' bello essere qui, avere una nutrita presenza da parte della stampa italiana, e sono lieto che la reazione di ieri al film sia stata molto positiva. Jamie Alexander e Johnny Knoxville sono stati grandi e sono orgoglioso di aver lavorato con loro e della loro carriera.

A quali film western vi siete ispirati?
Arnold Schwarzenegger: Il tono del film ha poco a che vedere con me, dovreste chiederlo al regista, a Kim Jee-Woon, il re del film d'azione in Asia. Forse lui è stato ispirato dal cinema western classico e italiano se pensiamo che nella sua filmografia c'è un film intitolato il buono, il matto e il cattivo.

Avete un film western preferito?
Jamie Alexander: il mio preferito è Butch Cassidy, ha anche dei tempi comici molto efficaci e gli attori funzionano bene tutti insieme e traggo molta ispirazione da quel film ogni volta che recito.

Dunque non c'è solo un'impronta italiana…
Johnny Knoxville: credo ci sia un'influenza italiana molto forte in questo film, ma allo stesso tempo c'è un'influenza americana, penso ad esempio a mezzogiorno di fuoco. Poi ci sono inseguimenti di macchina, e gli stuntman di Bourne Identity. E poi, per quanto mi riguarda, ho girato una una sparatoria nel retro di uno scuolabus con Schwarzy. Cosa posso chiedere di più?

E' più difficile essere attore o governatore?
Arnold Schwarzenegger: in entrambi i casi, la cosa più importante è avere passione per quello che stai facendo, sia che tu sia nell'arena politica o nello show business. L'arena politica è ovviamente più importante perché non ci può essere possibilità di errore. Sei in gioco 24 ore al giorno. È una responsabilità enorme. Le questioni sono più serie, hai a che fare con la vita della gente. Ci sono duemila incendi nello stesso momento, ci sono i terremoti, le rivolte carcerarie. Sono stato felice di quel lavoro ma sono anche contento di essere tornato ai film tradizionali di Schwarzy, l'eroe d'azione. Un film in cui ci sono inseguimenti, scontri, sparatorie, esplosioni, acrobazie, insomma: tutto quello che ho fatto per decenni.

Cosa ne pensate del problema delle armi negli Stati Uniti?
Johnny Knoxville: noi facciamo divertimento. So che ci sono problemi con le armi ma quella è la realtà. Credo che ci siano dei passi da prendere, la legislazione sulle armi, come comportarsi con i malati di mente, come educare i nostri figli, ma credo che queste siano questioni separate. C'è l'intrattenimento e la realtà. Sono questioni separate.

E cosa ne pensa Arnold Schwarzenegger?
Arnold Schwarzenegger: Johnny ha ragione, dovete separare intrattenimento e realtà. Quando però ci sono tragedie come quelle successe di recente, come società dobbiamo raccogliere la sfida e trovare un modo di ridurre questi incidenti e la perdita di vite umane. Dobbiamo vedere seriamente a problematiche come la violenza nel mondo del cinema, nel campo delle armi, nella malattia mentale, nella sicurezza nella scuola e questo ovunque, non solo in America. Dobbiamo questo ai genitori e ai bambini vittime di queste tragedie.

Cosa le hanno lasciato questi dieci anni di governatore?
Arnold Schwarzenegger: gli anni passati in politica sono stati i più istruttivi nella mia vita, perché quando sei in carica ogni ora hai una riunione su un argomento diverso. Inizi la giornata e parli di senzatetto, poi arrivano i capi delle stazioni di polizia e parlano di applicazione della legge. Poi arrivano i funzionari carcerari per vedere come evitare le rivolte in carcere o come migliorare il settore dell'istruzione e la giornata scorre così, dalle sette del mattino alle sette di sera. Ora, potete immaginare quante cose si imparano e quanto devi studiare per ciascuna di queste riunioni. Se sei affamato di formazione e vuoi imparare è il miglior lavoro che puoi fare. Ora però sono felice di essere tornato nel cinema e di aver fatto film come Ultima sfida o Expendables.

Chi è coraggioso secondo lei?
Arnold Schwarzenegger: Ci sono eroi in diversi campi, come Nelson Mandela, Ronald Reagan, Theodor Roosevelt. Michal Gorbacev, che arriva al vertice del suo sistema e lo smantella. Non tutti hanno questo coraggio. O Nelson Mandela che è stato prigioniero dei bianchi per così tanti anni e poi quando è uscito ha saputo perdonare. Ed è eroica la generosità di Mohammed Ali nello sport, che vedeva un ragazzino povero per strada e gli dava cento dollari. Ci sono così eroi in tutti i campi: i medici, i chirurghi, coloro che sviluppano vaccini, ci sono eroi nella scrittura, nella recitazione… ovunque ci può essere un eroe.

Johnny qual'è il rapporto con il suo passato e con Jackass?
Johnny Knoxville: Sono orgoglioso delle cose che ho fatto per Jackass, non voglio svincolarmi da quello che ho fatto, ma sono felice di intraprendere nuovi progetti. Last stand ne è il perfetto esempio.

Jamie, come si è sentita nel lavorare con Swarzy
Jamie Alexander: ho imparato tanto da lui ed è stato un grande mentore per me. Amo fare film d'azione e questo film per me è stato un passo nella direzione giusta. Aggiungo che fare un film con "Terminator" mi ha reso molto popolare con i miei quattro fratelli!

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