Schindler's List

Schindler's List

Sette momenti memorabili


di Redazione FilmUP.com12 aprile 201316:57



Uscito nel 1993, Schindler's List rimane il capolavoro assoluto di Steven Spielberg. Nel raccontare la decisione dell'industriale tedesco Oskar Schindler, che durante l'Olocausto utilizzò la propria fabbrica di armamenti come una protezione per oltre 1100 ebrei, il film di Spielberg offre un coinvolgente ritratto di uno dei periodi più cupi nella storia del Novecento. Tuttavia, nonostante la sua impronta epica, Schindler's List non lesina neppure i dettagli più intimi e indimenticabili. Con la pubblicazione del film in Blu-ray, ecco alcuni dei momenti più appassionanti, scioccanti e commoventi, descritti dalle persone che hanno realizzato il film.

La bambina col cappotto rosso
Durante il rastrellamento del ghetto ebraico, Oskar Schindler (Liam Neeson) osserva da lontano la brutalità dei nazisti. Rimane impressionato dalla sorte di una bambina, Genia (Oliwia Dabrowska), che cammina incurante attraverso la carneficina, e Spielberg riesce a metterla in evidenza colorando di rosso il cappotto di Genia all'interno delle immagini in bianco e nero. Il risultato, semplice ma incredibilmente efficace, costituisce uno dei momenti seminali della storia del cinema.
Steven Spielberg, regista: "L'America, la Russia e l'Inghilterra erano a conoscenza dell'Olocausto mentre si stava verificando, ma non hanno fatto nulla. È stata come una grande macchia di sangue, una macchia di rosso ben visibile a tutti, ma nessuno ha fatto nulla. E questa è la ragione per la quale ho voluto inserire il colore rosso."

All'assalto del ghetto
13 marzo 1943. Amon Goeth (Ralph Fiennes) ordina il rastrellamento del ghetto di Cracovia, inviando numerose truppe presso le abitazioni del quartiere ebraico. Fra sequenze agghiaccianti - rifugiati che infilano i propri gioielli nel pane e li inghiottono per evitare che vengano presi, un medico che somministra veleno come alternativa ad una morte assai più crudele - Spielberg dipinge la carneficina con lo sguardo di un documentarista, portando la camera a mano nel cuore dell'azione.
Ben Kingsley, Itzhak Stern: "Quando iniziavano a correre con le camere a mano e con le telecamere di monitoraggio, le riprese erano molto lunghe e in noi cresceva un senso di sgomento. Cadaveri, sangue, l'odore di esplosivo nell'aria e la gente che continuava a correre nonostante le indicazioni di un assistente alla regia. Un orrore dopo l'altro, fino a quando non sentivamo lo squillo per lo stop."




Il tiro a segno dal balcone
È uno dei momenti più strazianti di Schinlder's List. Dal balcone della propria villa Amon Goeth (Ralph Fiennes), a torso nudo, con la pancia che gli sporge dalla cintura, contempla il suo regno, il campo di lavoro di Plaszow. Puntando il suo potente fucile a lungo raggio verso i prigionieri, Goeth prende di mira una donna che si muove con lentezza. Senza alcuna ragione le spara a sangue freddo, poi si china per prendere una sigaretta accesa appoggiata sulla ringhiera e quindi spara di nuovo; gli strani movimenti di Fiennes contribuiscono alla disumanità espressa dalla scena.
Ralph Fiennes, Amon Goeth: "Può sembrare banale, ma penso che la scena dell'omicidio di esseri umani per puro capriccio sia come la versione 'adulta' del bambino con il fucile ad aria compressa che spara ai passeri o che distrugge i vespai con uno scacciamosche. E ovviamente, si tratta di qualcosa che lo eccita."

Azione di salute
Dopo aver stabilito che un nuovo arrivo di ebrei ungheresi significa dover ridurre la dimensione della forza lavoro al campo di Plaszow, Goeth inizia una "azione di salute" per distinguere i sani dai malati. Mentre una melodia gracchiante risuona da un grammofono, gli uomini e le donne vengono fatti spogliare e costretti a correre in circolo intorno a un campo fangoso per determinare il loro stato di salute, con le donne che si strofinano e si pizzicano le guance per assumere un colorito più vivo.
Steven Spielberg, regista: "Per me è stato difficile trovarmi lì. Non riuscivo a guardare. Ho dovuto voltare lo sguardo. Non potevo guardare. Nessuno di noi ha guardato. Mi sono rivolto alla persona incaricata di controllare la cinepresa in quella sequenza difficilissima: 'Pensi che sia messo bene a fuoco?'. E lui ha risposto: 'Non lo so. Non stavo guardando'."

L'addio fra Schindler e Stern
Dopo aver appreso della chiusura del campo di lavoro di Plaszow, Schindler e il suo contabile Itzhak Stern si fanno un'ultima bevuta insieme. Dal momento che entrambi si rendono conto che Stern sarà quasi certamente inviato al proprio destino, il brindisi si tinge di significato: Stern sottolinea il suo inedito rispetto per Schindler e Schindler riconosce la finalità del destino di Stern.
Ben Kingsley, Itzhak Stern: "È stato meraviglioso girare questa scena. Io e Liam siamo diventati amici, e ci siamo supportati a vicenda nel difficilissimo processo di realizzazione di questo film. E penso che i nostri personaggi condividano la stessa relazione fra di noi. È affascinante quando un vero sentimento riesce ad essere espresso davanti alla macchina da presa."




La scena della doccia
Schindler ha negoziato la liberazione di 1100 ebrei imprigionati per farli lavorare nella sua fabbrica a Bruunlitz. Mentre gli uomini arrivano in salvo alla fabbrica di munizioni, le donne vengono fatte salire su un treno per Auschwitz e costrette dentro le docce comuni, temendo il peggio. Tuttavia l'orrore inimmaginabile si tramuta in un inimmaginabile sollievo quando l'acqua inizia a scorrere sui corpi nudi delle donne. È un momento difficile, descritto con grande forza ma anche con immacolato pudore.
Steven Spielberg, regista: "La parte più difficile è stata portare le donne sotto le docce e poi spegnere le luci. È stata dura. Una delle attrici era nata in un campo di concentramento in Cecoslovacchia, e aveva appena un anno quando il campo fu liberato dai russi. Durante la scena ebbe un crollo totale. È accaduto a diverse donne, in realtà."

Gli ebrei di Schindler oggi
Appena liberati, gli "ebrei di Schindler" salirono su una collina sulle note della canzone ebraica Jerusalem the gold. L'immagine in bianco e nero si tramuta in colore, con oltre un centinaio di veri sopravvissuti salvati da Schindler che camminano in una lunga fila, accompagnati dagli attori che li hanno interpretati nel film. Secondo una tradizione ebraica, ogni sopravvissuto pone una pietra sulla tomba di Schindler a Gerusalemme, con Liam Neeson ad appoggiare l'ultima pietra. A questo punto le pietre arrivano a formare un'enome pila.
John Williams, compositore: "Spielberg mi ha mostrato il film… non riuscivo a parlare. Ero devastato. Ricordate, il finale del film era la scena della sepoltura di Schindler ad Israele, ed è molto difficile parlarne. Ho detto a Steven: 'Hai bisogno di un compositore migliore di me per questo film'. Lui mi ha risposto: 'Lo so, ma sono tutti morti!'."

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