07 Settembre 2006 - Conferenza Stampa
"Quei loro incontri"
Intervista ai registi e al cast.
di Andrea D'Addio


A presenziare alla conferenza stampa di "Quei loro incontri" c'è tutto il cast. Manca quindi la coppia (sia artistica che nella vita privata) Straub-Huillet. C'è però il direttore del Festival Marco Muller, che annuncia come i due non siano potuti venire a causa un serio problema di salute occorso ad uno dei due. Straub però ha fatto in modo comunque di farsi sentire. Ha lasciato tre lettere che vengono lette a tutta la stampa presente in sala. Lettere che non passeranno di certo senza strascichi.

Primo messaggio inviato dagli autori.
Straub 1: E' venuto troppo presto per la nostra morte, troppo tardi per la nostra vita. Comunque ringrazio Marco Muller per il suo coraggio. Cosa me ne aspetto? Niente. Nulla? Sì, una piccola vendetta. Una vendetta 'contre le intrigues della Cour', come si dice nella 'Carrozza d'oro'. Contro tanti ruffiani.

Secondo messaggio inviato dagli autori.
Straub 2: Perché Pavese? Perché ha scritto: "Comunista non è chi vuole. Siamo troppo ignoranti in questo Paese. Ci vorrebbero dei comunisti non ignoranti, che non guastassero il nome". O ancora: "E dunque. Se una volta bastava un falò per far piovere, bruciarsi sopra un vagabondo per salvare un raccolto, quante case di padroni bisogna incendiare, quanti ammazzarne per le strade e per le piazze, prima che il mondo torni giusto e noi si possa dir la nostra?" Alla Mostra di Venezia sono stato come giornalista nel 1954 ed ho scelto di scrivere su tre film: 'Sancho Dayu', 'El rio y la muerte' e 'La finestra sul cortile'. Niente premi per nessuno dei tre. Poi nel 1963 sono tornato alla Mostra con il mio primo cortometraggio 'Machorka-Muff'. Niente premio. Nel '66 sono andato alla Mostra con 'Non rinconciliati' e la proiezione fu pagata da Godard. Nel '67 con 'Croanaca di Anna Magdalena Bach'. Nel '75 per una personale di tutti i nostri film fino a 'Mose' e Aronne', voluta da Gambetti. Ed ora alla Mostra d'Arte Cinematografica con 'Quei loro incontri' per un leone ruggente!

Terzo messaggio inviato dagli autori.
Straub 3: D'altronde non potrei festeggiare in un festival dove c'è tanta polizia pubblica e privata alla ricerca d'un terrorista. Il terrorista sono io e vi dico, parafrasando Franco Fortini: finché ci sarà il capitalismo imperialistico americano, non ci saranno mai abbastanza terroristi nel mondo.

Una chiusura cui seguono applausi in sala, tra cui quello non si sa se di circostanza o convinto, di Marco Muller. Bah...

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