24 Agosto 2006 - Intervista Esclusiva
"La rieducazione"
Intervista al cast.
di Federico Raponi


Abbiamo incontrato i tre quarti del collettivo Amanda Flor: Davide Alfonsi, Daniele Guerrini, Denis Malagnino, e Marco Donatucci, l'attore protagonista del loro film La Rieducazione, costato appena 500 euro ed inserito, come evento speciale, nella Settimana della Critica alla Mostra del Cinema di Venezia.

Siete diventati un caso, con un budget così basso.
Denis: Alla fine basta con questa storia dei 500 euro, il film ha un'anima, e il lavoro che abbiamo fatto - ore e ore di sudore, pacchetti di sigarette davanti al computer - non vale 500 euro. Questo ci tengo a sottolinearlo.

L'idea?
Davide: è stata di Denis, lui è un muratore prestato al mondo del cinema. Avendo sempre fatto la dura vita dei cantieri, ha deciso di fare un film su quell'ambiente, e insieme abbiamo scritto la storia di un ragazzo di ventotto anni, laureato, che si trova ad affrontare la difficile realtà del lavoro.
Marco: le idee erano tutte loro, io non facevo altro che metterle in pratica, ci ho messo la faccia.

Gli attori?
Davide: i due protagonisti, Denis e Marco, sono stati scelti in quanto amici dalle elementari.
Denis: Marco è un nostro prodotto, non conta niente, è stato sfruttato, spremuto come un limone. Voglio ringraziare tutti gli attori non professionisti, di strada, che hanno partecipato a titolo gratuito, ci tengo a dirlo. Se il film oggi esiste, ha un'anima, è anche grazie a loro.

Le tematiche?
Daniele: della realtà, dei problemi giovanili. Il protagonista, inserito di forza da parte del padre nel mondo del lavoro trova tutte le difficoltà del caso, perché viene da un ambiente diverso, legato al mondo della chiesa, e nel cantiere si sente bistrattato completamente. Pertanto i rapporti che crea con i colleghi di lavoro non sono dei migliori. Alla fine riesce a riscattarsi ed essere rispettato.

Puntare su Venezia è stato quasi casuale…
Denis: provar non nuoce. Un pacchetto con Posta Prioritaria, che poi è arrivato dopo un mese. 8 euro l'abbiamo pagato, tra l'altro…
Davide: al Lido ci siamo fatti la fama di morti di fame.
Denis: prima non ci si filava nessuno, poi dopo che siamo arrivati a Venezia "oh, ciao!", il telefono squilla: "sono l'assessore", gente che non mi salutava prima adesso mi saluta, parenti che non potevo vedere adesso vengono a casa.
Davide: Denis ha una brutta nomina, però adesso tutti gli vogliono bene, mia madre commossa… Pure mia madre a me non ha mai dato credito: "a 30 anni ancora stai a fare i i film in giro con Denis, con Donatucci. Non ti vergogni?". Adesso piange, capito?

Venite da realtà di provincia dove solo da poco è nato un multisala, prima di cinema non ce n'erano…
Denis: dove abitiamo noi ci sono bar e tabaccai.

Avevate dei riferimenti cinematografici?
Davide: Monicelli, tutto il cinema nostrano anni '50-'60, la commedia all'italiana.

Tecnicamente, come sono andate le cose?
Denis: sottozero. Una semplice telecamera mini dv, digitale, senza microfono, senza luce. Un film che abbiamo fatto "alla carlona", diciamo.

Quanto sono durate le riprese?
Denis: tre mesi e mezzo, poi mettiamo anche un paio di mesi il montaggio. Tutto a spese di mia madre, eh? Luce, gas, caffè. E' sparito tutto. (Rivolto agli altri): Io vi faccio causa, ancora mi dovete dare 150 euro. L'hard disk l'ho pagato io solo!

Per la distribuzione?
Denis: finora ci hanno dato la pacca d'oro sulla spalla, ci è venuta la gobba.
Marco: speriamo che Venezia ci dia un po' di visibilità e l'opportunità di andare in qualche sala.

Avete una questione aperta con il Comune per il riversamento su pellicola…
Marco: per il momento è una promessa, sta dando la disponibilità. L'importante, se si fa in pellicola, è che poi venga distribuito, perché se rimane nel cassetto sono soldi spesi "a uffa", senza alcun motivo.

Siete al lavoro già ad un altro lungometraggio…
Denis: il film si chiamerà l'afa, però siamo indietro con le riprese, tra un po' finisce l'estate, che afa fa? Dobbiamo cambiare titolo: "l'inverno".

Per questo nuovo film trattate sempre di tematiche sociali?
Davide: è la storia di una famiglia di negozianti che viene rovinata per colpa della concorrenza di un centro commerciale. Da qui una serie di problemi legati alla sopravvivenza, sempre nell'ambito della commedia all'italiana. Però, a differenza de la rieducazione, questo è un racconto corale che coinvolge i cinque famigliari ed alcune persone che ruotano intorno a loro.
Denis: lo vogliamo dedicare a tutte quelle persone che non riescono ad arrivare alla fine del mese con lo stipendio, umili e semplici come siamo noi.

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