15 Ottobre 2005 - Intervista Esclusiva
"Il mistero di Lovecraft - Road to L."
Intervista ai registi Federico Greco e Roberto Leggio.
di Francesco Lomuscio

In occasione della distribuzione cinematografica dell'inquietante film-documentario Il mistero di Lovecraft, prodotto da Digital desk e Minerva pictures, abbiamo incontrato a Roma i due registi Federico Greco e Roberto Leggio, per scambiare due parole sul lungometraggio.

Per iniziare, come è nata l'idea de Il mistero di Lovecraft?
Federico Greco: L'idea del film, che sia io che Roberto preferiamo chiamare Road to L., sicuramente titolo più bello de Il mistero di Lovecraft, nasce dal ritrovamento di un manoscritto a Montecatini, nel 2002, il quale, probabilmente, è attribuibile a Lovecraft, anche se non ne siamo certi, ed in esso c'è descritto un viaggio, infatti sembra un diario di viaggio di una quarantina di pagine nelle quali Lovecraft, appunto, sembrerebbe raccontare di un viaggio dal New England, dove è nato e morto, fino ai recessi più impervi del delta del Po, in particolare questi paesini del Polesine veneto. Da ciò abbiamo realizzato un documentario che è andato in onda su Studio Universal ad Halloween del 2004 e poi è stato anche presentato a Venezia; infine, con la produzione della Digital desk e della Minerva pictures abbiamo deciso di realizzare un film-documentario per le sale.

Sicuramente avrete letto tutte le opere del solitario di Providence, quale è la vostra preferita?
Federico Greco: E' difficile decidere, probabilmente quella sulla quale abbiamo incentrato il film, anche se non è tratto da essa: La maschera di Innsmouth, perché credo che sia uno dei meccanismi più classici di Lovecraft, quelli che funzionano di più; stilisticamente Lovecraft è un po' indigeribile, infatti poche persone sono disposte ad ammettere che sia il più grande scrittore horror di tutti i tempi. Insomma, è come con Kubrick, uno dei più grandi registi di tutti i tempi, Shining è probabilmente il migliore horror di tutti i tempi, però, appunto, molti lo considerano indigeribile.
Roberto Leggio: Beh, è una domanda abbastanza complessa, perché per capirlo bisognerebbe leggere tutto Lovecraft; io trovo molto bello un raccontino che quasi nessuno conosce intitolato Colui che sussurrava nel buio, al secondo posto ci metterei La maschera di Innsmouth che è forse quello più completo, in cui l'horror lovecraftiano si esalta di più.

E la miglior trasposizione cinematografica da Lovecraft secondo voi quale è?
Federico Greco: Anche qui è molto difficile scegliere, perché, innanzitutto, Lovecraft è morto povero, senza che fosse ancora conosciuto, poi, qualche decennio dopo la sua morte, avvenuta nel 1937, non solo moltissimi scrittori di horror vi si sono ispirati, ma, purtroppo per lui, molti registi, i quali hanno preso elementi che non sono assolutamente lovecraftiani: io reputo l'esempio perfetto di film sbagliato da Lovecraft Dagon di Stuart Gordon, nel quale, in maniera sbagliata ed assolutamente pacchiana, vengono mostrati i suoi mostri con effetti digitali o make-up, mentre essi sono puri oggetti mentali, per quanto lui li descriva molto bene. Ma li descrive talmente bene che poi nessun grafico riesce mai veramente a disegnare. Metterli in scena così smaccatamente e farne horror di serie b, come appunto la maggior parte delle cose di Stuart Gordon, credo sia esattamente la cosa sbagliata da fare, per questo credo che forse i migliori film da Lovecraft sono quelli che in qualche modo lo evocano, quindi Alien, che non è tratto da una sua opera, ma è molto lovecraftiano, come pure La cosa di Carpenter.
Roberto Leggio: Penso che non esista nessuna miglior trasposizione filmica da un racconto di Lovecraft, per il semplice motivo che nessuno ha mai capito i fondamenti dell'orrore che voleva esprimere.

Dove è stato girato il film?
Federico Greco: Il film è stato girato sul delta del Po, nei dintorni di Rovigo e Loreo e anche la Biblioteca marciana di Venezia, ma semplicemente perché abbiamo seguito le tracce di questo manoscritto, che è appunto un diario di viaggio, che Lovecraft ha scritto tra il maggio ed il luglio del 1926, periodo in cui, se tutto è vero, avrebbe fatto questo viaggio.

Quanto è durata la lavorazione del film e quanto è costato?
Federico Greco: In totale due o tre anni, in quanto c'è stata una grossa e complicata fase di scrittura, poi tre o quattro settimane di riprese e parecchi mesi di post-produzione, anzi, proprio in questi giorni stiamo chiudendo le ultime fasi del mixaggio. Per quanto riguarda i costi la domanda dovresti rivolgerla ai due produttori, comunque nel panorama italiano è un film di budget basso-medio-basso, nel senso che siamo probabilmente intorno ai 300000 euro.



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