07 Settembre 2006 - Conferenza Stampa
"Il diavolo veste Prada"
Intervista al regista e al cast.
di Monica Cabras


Alla conferenza stampa di presentazione della commedia "Il diavolo veste Prada" sono presenti Meryl Streep, Anne Hathaway, Stanley Tucci, e il regista David Frankel.

Negli ultimi due ruoli da lei interpretati recita una donna un po' militaresca, come mai?
Meryl Streep: Evidentemente questi sono i ruoli che si scrivono per le donne della mia età, dopo i cinquant'anni. Forse la società vede le donne più grandi in questo modo. Il mio lavoro come attrice è di rendere i personaggi più autentici.

Cosa le è piaciuto di questo personaggio? Non pensa che nel finale sia troppo buonista ed eccessivo?
Meryl Streep: E' possibile che Miranda esista nella vita reale. È vero che la storia sembra un po' una favola, ma la gente come Miranda esiste, anche se in molti casi sono uomini.

Come sceglie i suoi copioni?
Meryl Streep: A me piace la buona scrittura e questa sceneggiatura l'ho trovata eccellente, e in un certo modo non è poi così lontana dalla realtà nel mondo della moda.

Quanto della sua vita privata sacrifica per la sua carriera?
Meryl Streep: Io in genere penso sempre alla mia famiglia, alla mia vita privata e a come si rapportano con la mia carriera, e questo influenza molto la scelta dei copioni: quanto durano le riprese, quanto sono lontane da casa e per quanto tempo….io per fortuna non ho fatto molti sacrifici. Penso che quando si è pronti ad affrontare la vita nello showbusinness, le sue incertezze, è più facile poi riuscire a organizzarsi e avere il tempo con la famiglia. A me capita spesso di stare anche quattro mesi senza lavorare e occuparmi della mia famiglia, cosa che in molti altri lavori dove magari hai sole due settimane di ferie, non capita.

Nel realizzare questo film cosa ha portato della sua esperienza come regista televisivo ("Sex and the City", ndr.) e della sua vita privata?
David Frankel: Ciò che ho portato dalla TV è il personaggio di Andy che arriva a New York in cerca di lavoro e la sensazione che prova in questa situazione. Molti di noi sono arrivati a New York senza un soldo, costretti a dormire in un buco di stanze per trovare il lavoro dei nostri sogni.

In realtà quanto ci tenete alla moda? Quali sono i vostri incubi rispetto alla moda? E quanto tempo avete messo per prepararvi a venire a questa conferenza stampa?
Meryl Streep: Il titolo della mia autobiografia potrebbe essere: il diavolo veste di stracci o di jeans….in realtà mi ha sempre interessato il modo in cui la gente si presenta, al college mi sono laureata in Design e quindi sono sempre stata affascinata all'idea di sapere come si esprime il carattere delle persone attraverso gli abiti che indossano. Per prepararmi a questa conferenza ci ho messo molto più del solito, e poi mi sono cambiata…
Anne Hathaway: Nella mia vita la moda è più che altro un hobby, leggo le riviste di moda e design, mi piace il modo in cui la fantasia viene applicata al design. I comportamenti Trandy li osservo più che sostenere. Come attrice mi piace prepararmi bene quando ho un appuntamento importante, questa mattina per venire qui ci ho messo 50 minuti, sono alle prime armi in questo lavoro e mi sento vulnerabile, per cui l'abbigliamento è come un'armatura per me.

Cosa ne è stato di quegli splendidi abiti che abbiamo visto nel film?
Meryl Streep: Sono stati venduti all'asta, molti donati dagli stessi stilisti, per creare fondi destinati ad associazioni umanitarie.

Signor Tucci, lei in questo film fa la parte premurosa di chi aiuta Andy, nella sua esperienza ha incontrato persone che le hanno dato consigli per il suo lavoro?
Stanley Tucci: Nella mia vita ho incontrato molta gente, e quando si fa carriera ci sono sempre persone che aiutano, non necessariamente dei designer omosessuali, ma si incontra sempre qualcuno che ti prende sotto la sua ala protettrice, alcuni possono sembrare scorbutici, ma poi invece fanno del bene. Io sono stato fortunato ad aver conosciuto persone così. Recentemente mi sono sorpreso di non essere più un giovincello e adesso sono io una di quelle persone che danno consigli.

Lei non è gay, come è riuscito a mettersi nei panni di un omosessuale?
Stanley Tucci: Mi stavano un po' stretti, ho dovuto parlarne anche con mia moglie! Quando sono arrivato io le riprese stavano per iniziare per cui non ho avuto molto tempo per prepararmi. La sceneggiatura però è buona e ben delineata. In molte scene non ho fatto altro che copiare il comportamento di varie persone che ho incontrato nella mia vita. Poi quando si recita si tirano fuori pezzi di se stessi e io ho utilizzato la mia passione per la moda. Mi piace vestirmi e tengo molto ai costumi quando recito.

Negli anni '60 e '70 i suoi erano ruoli seri e impegnativi, ora invece fa ruoli più comici, la sua carriera sta cambiando?
Meryl Streep: Mi dica lei quali sono i ruoli seri per donne di '50 anni. Io penso che in questo film le intenzioni fossero serie, io l'ho preso molto seriamente, anche se è un ruolo brillante. Prendo sempre il lavoro in modo serio, e c'è qualcosa di incredibilmente serio anche nelle cose divertenti.

Quanto pensa che questo film poterà avanti la sua carriera?
Anne Hathaway: Io conosco le priorità della mia vita. C'è un limite che io ho stabilito, delle priorità più importanti rispetto alla carriera. Però c'è anche il desiderio di lavorare, avere successo e far carriera. Sono fortunata ad avere accanto a me persone che mi aiutano. Quando si ama il proprio lavoro si è sempre pronti a qualche sacrificio.

Il suo ruolo è basato su una donna inglese, ha mai pensato di cambiare l'accento?
Meryl Streep: Non ho mai pensato di rendere il mio personaggio inglese, volevo avere piena libertà nell'interpretazione. La maggior parte dei modelli cui mi sono ispirata sono americani, soprattutto dei boss uomini, non alla persona cui è riferito il libro (Anna Wintour direttrice di Vogue America, ndr), perché non la conosco.

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