Squirm – I carnivori venuti dalla savana: Limited edition 2 blu-ray

Squirm – I carnivori venuti dalla savana: Limited edition 2 blu-ray

L’orrore strisciante di Lieberman


di Francesco Lomuscio21 giugno 201913:01



Alcuni lo conoscono per il “Videokiller” che, in un certo senso, anticipò nel 1987 la tematica della videocassetta maledetta che ha segnato poi il successo della serie giapponese “The ring”, altri per l’”Halloween killer” che – circolato in Italia anche con il titolo originale “Satan’s little helper” – lo ha riportato nel 2004 sulla bocca di tutti gli appassionati di horror che si rispettino.
Sta di fatto che, con una filmografia costituita da cinque soli lungometraggi e comprendente anche “La sindrome del terrore” e “Just before dawn”, l’americano classe 1947 Jeff Lieberman ha saputo ritagliarsi un proprio meritato spazio nell’ambito della storia del genere, a cominciare da quello “Squirm” che gli consentì nel 1976 di debuttare dietro la macchina da presa e che dalle nostre parti venne distribuito come “I carnivori venuti dalla savana”, probabilmente al fine di cavalcare la moda dei mondo movie e simili.
Un esordio che, grazie a Koch Media, rivive in una limited edition mediabook inclusa all’interno della sempre più preziosa collana Midnight Classics e contenente due blu-ray, circa due ore di contenuti speciali, una card da collezione e un interessante blooklet.

Disco 1

Con trailer, spot televisivo e commento audio di Lieberman, il primo dei due dischi dispensa, ovviamente, la pellicola nella splendida qualità dell’alta definizione, incentrata sul giovane Mick che, interpretato dal Don Scardino poi divenuto regista legato al piccolo schermo, arriva da New York per far visita alla sua nuova fidanzata Geri alias Patricia Pearcy nella cittadina di pescatori di Fly Creek, in Georgia; senza immaginare di trovarsi catapultato in un vero e proprio incubo a occhi aperti.
Perché pare che, abbattuti da una violenta tempesta che ha colpito il posto, i tralicci dell’alta tensione abbiano scaricato l’elettricità nel terreno bagnato, provocando mutazioni in migliaia di colonie di vermi, tanto da renderli aggressivi e affamati di carne.
Del resto, tra “Lo squalo” di Steven Spielberg che aveva spopolato l’anno precedente e “Tentacoli” di Ovidio G. Assonitis che se ne sarebbe rivelata una validissima variante italiana nel 1977, l’epoca di uscita del film nelle sale era quella del boom dei cosiddetti eco-vengeance, ovvero i prodotti incentrati su animali assassini.
E, non a caso, è prendendo ispirazione da “Gli uccelli” di Alfred Hitchcock per spostarne il campo di caccia all’uomo sul terreno che il cineasta originario di Brooklyn concretizza questa oltre ora e mezza di visione mai divenuta realmente un classico, ma di certo rientrante tra i cult del filone, soprattutto a causa della atipica (cinematograficamente parlando) fauna tirata in ballo.
Un cult che, complice la presenza di uno sceriffo locale narciso e ultra-reazionario che non manca di mostrarsi molto poco amichevole – come buona parte della popolazione di Fly Creek – con il protagonista giunto dalla città, lascia anche tranquillamente intuire un forte sottotesto riguardante i contrasti tra nord e sud degli Stati Uniti.
Sottotesto ulteriormente rafforzato dal fatto che sia un elemento moderno e tipicamente industriale come la corrente elettrica a trasformare in qualcosa di pericoloso la natura; man mano che vengono presentati i diversi personaggi e che è in particolar modo nell’ultima parte dell’insieme che sono relegati i maggiori elementi di raccapriccio.


Disco 2

Infatti, sebbene l’intera operazione sia tempestata di esserini striscianti e uscenti dai fori del bocchettone della doccia e di ritrovamenti di ossa umane, è soprattutto dal momento in cui il poco simpatico Roger di R.A. Dow si ritrova il volto penetrato dai mollicci invertebrati che le indispensabili dosi di disgusto vengono disseminate.
Un’immagine che è rimasta, di sicuro, quella simbolo de “I carnivori venuti dalla savana”, che, impreziosito dagli ottimi effetti speciali a cura di un poco più che esordiente Rick Baker (proprio lui, il futuro artefice delle mostruosità di “Un lupo mannaro americano a Londra” e della serie “Men in black”), sguazza tra pareti di vermi, un tappeto costituito dagli stessi all’interno di un locale pubblico e cadaveri che ne sono ricoperti. Il tutto, per garantire la giusta ondata di orrore allo spettatore in cerca di brividi, il quale, grazie al materiale extra racchiuso nel secondo disco, potrà oltretutto apprendere che Kim Basinger, Sylvester Stallone e Martin Sheen vennero presi in considerazione per far parte del cast.
Materiale che, oltre ad una galleria fotografica e ad uno spot radiofonico, include trentadue minuti di making of con recenti interventi di Scardino e Lieberman, ventitré di domande e risposte agli stessi durante una retrospettiva sul cineasta tenutasi nel 2012 a New York e diciassette di intervista a quest’ultimo davanti a un piatto di spaghetti.
Intervista realizzata da Manlio Gomarasca della rivista Nocturno Cinema, come pure un’altra, della durata di ventiquattro minuti, nel corso della quale Lieberman affronta un po’ tutta la sua carriera, raccontando anche di un progetto sulle mummie mai realizzato e che avrebbe dovuto coinvolgere addirittura Dario Argento, allora reduce dalla popolarità ottenuta da “Zombi” di George A. Romero.
Quindi, è il caso di ribadire che non si smette mai di apprendere inedite curiosità attraverso questi imperdibili cofanetti da collezione targati Midnight Classics.

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