Universal Classic Monsters: le origini dell'horror hollywoodiano

Universal Classic Monsters: le origini dell'horror hollywoodiano

Arriva in blu-ray Universal Classic Monsters - The Essential Collection: un box-set pubblicato in occasione del centenario di Universal Pictures e contenente Dracula, Frankenstein, La mummia, L'uomo invisibile, La moglie di Frankenstein, L'uomo lupo, Il fantasma dell'Opera e Il mostro della laguna nera.


di Redazione FilmUP.com03 ottobre 201212:20



Il 1931 rappresenta un momento fondamentale nella storia del cinema horror: nello stesso anno, infatti, uscirono due film considerati non solo dei capolavori del genere, ma soprattutto i veri e propri capostipiti dell'horror hollywoodiano. Stiamo parlando di "Dracula" di Tod Browning, basato su un adattamento teatrale del famosissimo romanzo di Bram Stoker, e di "Frankenstein" di James Whale, trasposizione dell'omonimo libro di Mary Shelley. Due enormi successi che non solo terrorizzarono il pubblico dell'epoca, ma stabilirono anche dei modelli per moltissimi film successivi.
Ora questi due classici sono disponibili per la prima volta in Blu-Ray, insieme ad altre sei pellicole, nell'esclusivo cofanetto Universal Classic Monsters - The Essential Collection: un box-set pubblicato in occasione del centenario di Universal Pictures e contenente, oltre a "Dracula" e a "Frankenstein", anche "La mummia", "L'uomo invisibile", "La moglie di Frankenstein", "L'uomo lupo", "Il fantasma dell'Opera" e "Il mostro della laguna nera". I film, rimasterizzati in digitale con video e audio in alta definizione, sono accompagnati da un libretto da collezione di 48 pagine che contiene fotografie di backstage, locandine originali, lettere e molto altro, mentre i vari Blu-Ray sono impreziositi da documentari, commenti dei registi, interviste, storyboard, gallerie fotografiche e trailer; fra gli extra è presente inoltre un documentario inedito sul restauro di Dracula.



Fino all'uscita di Dracula e Frankenstein, i massimi esempi del genere horror provenivano dal cinema espressionista tedesco, che nel corso degli Anni '20 aveva dato vita a capolavori come "Il gabinetto del dottor Caligari" di Robert Wiene (1920), "Nosferatu" di Friedrich Wilhelm Murnau (1922) e "Il dottor Mabuse" di Fritz Lang (1922). Negli Anni '30, attraverso l'opera di registi come Tod Browning e soprattutto James Whale, anche il cinema americano raggiunse un livello di eccellenza in questo campo, dando vita ad un'iconografia che sopravvive ancora oggi e che si è impressa in maniera indelebile nel nostro immaginario. Basti pensare alla dicotomia legata alla figura del vampiro: se il Nosferatu del film di Murnau era una creatura spettrale ed emaciata, il Conte Dracula impersonato dall'attore Bela Lugosi era al contrario un aristocratico elegante e fascinoso, dotato di un carisma che gli permetteva di integrarsi senza difficoltà nell'alta società londinese. Da allora, queste due diverse interpretazioni del vampiro hanno sempre convissuto l'una accanto all'altra, come due immagini opposte e speculari.

Sulla scia di "Dracula" e "Frankenstein", il pubblico mondiale riscoprì le suggestioni della narrativa gotica dell'Ottocento, che costituì l'ideale fonte d'ispirazione di molte pellicole sulla medesima falsariga e contribuì al consolidamento dell'immaginario horror per eccellenza: antichi castelli medievali, oscuri corridoi ricoperti di ragnatele, lunghe scale a chiocciola, nebbie fitte e minacciose, scienziati folli, mostruose trasformazioni e tutto il resto. Gli Anni '30, da questo punto di vista, furono estremamente prolifici, e portarono anche a "varianti" di successo come "La mummia" (1932) e "L'uomo invisibile" (1933); quest'ultimo film, diretto sempre da Whale, si inserisce nel filone degli horror "scientifici", attraverso la storia di uno scienziato che inventa un prodigios serio dell'invisibilità. "L'uomo invisibile" era ripreso da un altro grande autore della narrativa di genere, H.G. Welles, uno dei "padri" della fantascienza.


Oltre a Dracula, l'altro grande personaggio horror del cinema Universal è appunto la creatura di Frankenstein, assemblata in laboratorio e riportata in vita attraverso un nefasto esperimento scientifico. Ad impersonare il "mostro" del romanzo di Mary Shelley fu il più famoso attore di genere horror del decennio, Boris Karloff (nome d'arte di William Henry Pratt), nato in Inghilterra e diventato un divo presso il pubblico grazie a questo ruolo e a quello della terribile mummia nel film del 1932. Il sodalizio fra Boris Karloff e James Whale, regista specializzato in questo campo, fu estremamente fortunato, e dopo Frankenstein e proseguì con la realizzazione di un film destinato ad una consacrazione critica perfino maggiore: "La moglie di Frankenstein". Uscito nel 1935, questo bizzarro sequel del Frankenstein originale proponeva un ideale proseguio della storia del dottor Frankenstein e della sua Creatura immaginando l'entrata in scena di un corrispettivo femminile del mostro impersonato da Boris Karloff, ovvero la "moglie di Frankenstein" interpretata dall'attrice Elsa Lanchester (con tanto di vaporosa parrucca grigia). Diventato con il tempo un autentico cult, "La moglie di Frankenstein" è stato valutato come il capolavoro della produzione di Whale, e viene inserito spesso nelle classifiche dei migliori film di sempre, anche in virtù delle numerose simbologie e dei suoi sottotesti, che permettono agli spettatori un livello di lettura assai più profondo rispetto a quello di un comune film horror.

Fra citazioni e omaggi, remake e parodie (irresistibili quelle firmate da Mel Brooks, come il celeberrimo "Frankenstein Junior"), i classici horror di Universal Pictures e i loro "mostri" continuano a vivere nel nostro immaginario di spettatori del terzo millennio. A distanza di tanti decenni, il cinema horror degli Anni '30 non cessa di affascinare milioni di appassionati e di essere apprezzato per il suo valore storico, mentre i grandi artigiani di quei film sono stati rievocati in pellicole moderne: si pensi a Martin Landau, premiato con l'Oscar come miglior attore supporter per il suo ritratto di un anziano ma pur sempre spettrale Boris Karloff nel film di Tim Burton "Ed Wood", e a Ian McKellen, che ha regalato la migliore interpretazione della sua carriera nel ruolo del regista James Whale, nei suoi ultimi anni di vita, nel film biografico "Demoni e dei" di Bill Condon.


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