27 Marzo 2012 - Conferenza
"Buona giornata"
Intervista ai registi e al cast.
di Francesco Lomuscio

Sette italiani dell'Italia d'inizio XXI secolo raccontati sul grande schermo da coloro che gli italiani, da sempre, li sanno raccontare: Carlo ed Enrico Vanzina, figli del mitico Steno.
Sette italiani con i loro vizi e difetti, dalla mania per la tecnologia moderna al rifiuto di pagare le tasse, che, protagonisti di "Buona giornata", hanno i volti noti di Christian De Sica, Vincenzo Salemme, Teresa Mannino, Maurizio Mattioli, Paolo Conticini, Diego Abatantuono e Lino Banfi.
Tutti presenti a Roma, insieme agli stessi Vanzina e ai co-protagonisti Chiara Francini e Gabriele Cirilli, per presentare la pellicola alla stampa presso la multisala Adriano, dove il nonno Libero della tv ha avuto anche modo di raccontare il suo divertente incontro con l'enfant terrible di Hollywood Quentin Tarantino: "Anni fa, ero a Venezia sulla Terrazza Martini a parlare con Mia Farrow; io non vedo molto bene e, a un certo punto, un tizio, da lontano, comincia a correre verso di me gridando 'Grande maestro!', ma io lo scambio per Jimmy il fenomeno, che non incontro da una vita. Poi mi dicono che è Tarantino e lui mi racconta di aver visto la sera prima un mio film in cui massaggio Barbara Bouchet. A quel punto, gli chiedo se mi può far interpretare un cattivo che sgozza le donne perché non me lo hanno mai fatto fare. Me lo ha promesso, poi magari era ubrieco".


Come siete riusciti a mettere insieme tutto questo cast?
Carlo Vanzina: Da tre o quattro anni, un noto quotidiano italiano il giovedì include un supplemento che, attraverso scatti fotografici, racconta ciò che accade in Italia. Abbiamo avuto l'idea di fare la stessa cosa senza raccontare eventi drammatici, ma portando in scena una giornata buffa e andando in più direzioni. Quindi, si è scelto di convocare attori che ci hanno in un certo senso accompagnati nel corso della nostra carriera e sono felice che abbiano risposto positivamente alla chiamata.
Enrico Vanzina: C'è poco da aggiungere, non volevamo fare né un film alla Altman, né una commedia sofisticata, intendevamo soltanto far sorridere gli spettatori. Inoltre, mi ha fatto piacere sentirmi dire da un giornalista che questo sembra un film di Steno.

Durante la scrittura del film avevate già pensato a questi attori?
Carlo Vanzina: Sì, assolutamente, il film è stato scritto pensando a loro, poi, per fortuna, hanno aderito al progetto. L'unico per il quale è stato effettuato un percorso diverso è l'episodio di Diego, che è stato scritto da lui e non da noi. Perché, inizialmente, il ruolo di Lino era di Diego.

Gli attori cosa possono raccontarci di questa esperienza?
Gabriele Cirilli: Io sono contento di essere all'interno di questo cast stellare. Come avete potuto vedere, io nel film recito insieme a Maurizio Mattioli. Stargli dietro è un'impresa, perché è un attore straordinario.
Maurizio Mattioli: Abbiamo cercato di fare del nostro meglio. Carlo ed Enrico hanno scritto questo mio personaggio che evade il fisco già da tempo, quindi hanno un po' anticipato tutte le recenti notizie riguardanti gli arresti per evasione finanziaria.
Vincenzo Salemme: La qualità migliore di Carlo è che ama gli attori, poi in questo film ho avuto la possibilità di tenere in braccio una femmina come Svetlana, che, purtroppo, oggi non è qui con noi (ride).
Lino Banfi: Io qui in mezzo sono il meno cinematografaro di tutti, nel senso che facevo prima il cinema, ora soprattutto televisione. Tra l'altro io lavorai anche con Steno e devo dire che, a differenza del padre, loro sono tranquilli. Steno era uno che cominciava le giornate di lavoro sempre dicendo che sarebbero state complicate (ride). Devo ringraziarli perché mi hanno fatto tornare come un buon vino d'annata.
Tosca D'Aquino: C'è sempre un clima gioioso sui set di Vanzina, poi ci facciamo certe belle mangiate (ride).
Teresa Mannino: Vedendo le parti al doppiaggio, mi faceva ridere il fatto che non avevo battute e che suscito risate con le facce.
Enrico Vanzina: E' vero (ride).
Chiara Francini: Io sono stata felicissima di lavorare con gli attori che oggi mi circondano qui, perché li ritengo veri maestri e ho trovato il film molto divertente.
Christian De Sica: Io sembra che ho sempre lavorato con Carlo ed Enrico, mentre erano dodici anni che non facevamo un film insieme. Per il mio personaggio mi sono rifatto al presenzialismo di Carlo Giovannelli e all'eleganza di Mario D'Urso. Tra l'altro, dopo tanti film con Aurelio De Laurentiis sono contento di essere tornato a lavorare con Medusa e spero la cosa si ripeta.
Diego Abatantuono: Visto che si è parlato di Steno, volevo approfittare per ricordare che feci con lui un film di notte, interpretato da Renato Pozzetto, in cui prendevo una cernia in faccia. A differenza dei vecchi film a episodi, che, rivisti oggi, hanno momenti morti da mandare avanti veloci, questo ha solo pezzi belli. Quindi, quando lo rivedremo tra qualche anno non ci sarà bisogno di andare avanti veloci, perché vedrete solo pezzi belli (ride).
Paolo Conticini: Io, a parte un film di cui curò la regia Christian, sono stato cinematograficamente battezzato dai Vanzina, prima con un "Vacanze di Natale", poi, due estati fa, con "Un'estate ai Caraibi".

Nel film c'è forse una certa vena malinconica?
Enrico Vanzina: No, non credo, anzi, il film è una fotografia dell'Italia vista alla maniera della Commedia all'italiana, anche nel finale intento a dire che siamo diventati tutti degli ignoti, perfino davanti alla fortuna.

Come mai la scelta della Puglia nell'episodio con Abatantuono?
Diego Abatantuono: Si tratta di una scelta dovuta all'affetto, perché ho origini pugliesi, poi in Puglia ci sto benissimo e ci vado volentieri.

Quanto si sente costretto in questi ruoli Christian De Sica?
Christian De Sica: Mi fanno interpretare molto spesso l'aristocratico, il principe del Foro, perché ho questa fisicità. Sono ruoli da nobile che facevano anche mio padre e Vittorio Gassman; poi, certo, speriamo di avere anche altri personaggi, ma, come si sa, quando fai bene il cowboy è difficile scendere da cavallo.

Secondo Lino Banfi come prenderanno il suo personaggio i politici?
Lino Banfi: Secondo me non lo prenderanno affatto male, perché mi vogliono tutti bene, senza distinzione di partito. Tra l'altro, approfitto per dire che tornerò a fare nonno Libero in tv, dove ho in progetto anche "Giochi della gioventù", con un gruppo di vecchi che si danno alla pazza gioia facendo cose da ragazzini e che vengono tolti dai guai dai nipoti. Ma io credo molto nel cinema.

Come di consueto, il film è ricco di omaggi e citazioni…
Carlo Vanzina: Il problema matematico del film consisteva nella difficoltà di concentrare tutte le storie in un'unica giornata. I riferimenti sono molti, si va da "I tartassati" nell'episodio con Mattioli a "Week-end con il morto" in quello con Banfi, passando per qualcosa de "Il marchese del Grillo" nella vicenda di De Sica.

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