26 Gennaio 2010 - Conferenza
"Baciami ancora"
Intervista al regista e al cast.
di Francesco Lomuscio

Nove anni dopo il grande successo riscosso da "L'ultimo bacio", il regista Gabriele Muccino e il cast hanno incontrato a Roma la stampa per presentare l'attesissimo sequel "Baciami ancora. Ad introdurre la conferenza il produttore Domenico Procacci, il quale ha ricordato: "Il film è costato circa otto milioni e mezzo di euro e metteremo in circolazione anche alcune copie fornite di sottotitoli per non udenti".


Possiamo interpretare questo film come la storia di un gruppo particolarmente sfortunato o come un semplice spaccato generazionale riguardante i quarantenni?
Gabriele Muccino: Non voglio assolutamente che questo sia interpretato come un film sui quarantenni, come non volevo si pensasse che "L'ultimo bacio" fosse un film sui trentenni. Ci navigo in mezzo, ma non sono la persona giusta che li può guardare dall'alto; semplicemente, ho voluto raccontare i rapporti di coppia di oggi, di sicuro molto più complessi di quelli a suo tempo portati avanti dai nostri genitori, anche perché faccio fatica a comprendere l'universo femminile, come credo la faccia la maggior parte degli uomini.

Tra l'altro, nel film viene affrontato anche il tema della sterilità…
Gabriele Muccino: Ho voluto raccontare una situazione diffusissima, una storia rubata alla vita, a persone che me ne hanno parlato. Non c'è nulla di più terribile e paradossale del fare di tutto per non avere figli fino a trentacinque anni, per poi fare di tutto per averne, sforzandoci e deprimendoci.

Per Giorgio Pasotti, quanto coraggio è necessario per abbandonare un figlio?
Giorgio Pasotti: Di coraggio ce ne vuole veramente poco (ride). Credo che il mio personaggio, nel film, sia quello che parte dal punto più basso, ma lo fa con tanta onestà. E' un personaggio sconvolto proveniente da anni di vagabondaggio, un'esperienza assurda, e la sua unica ancora di salvezza è nel conoscere il figlio, nel prendersi le sue responsabilità.

Il personaggio di Stefano Accorsi, invece, ha subìto un processo di maturazione…
Stefano Accorsi: Secondo me, questo è il percorso di maturazione di Carlo: Gabriele racconta per cinque minuti una storia in cui tutto va bene, poi si sfascia; a un certo punto, quindi, mi trovo costretto ad essere sincero con me stesso.

Vittoria Puccini, invece, riprende il personaggio che fu di Giovanna Mezzogiorno…
Vittoria Puccini: Sì, il mio personaggio venne interpretato in maniera eccezionale da Giovanna Mezzogiorno ne "L'ultimo bacio" ed è un personaggio non semplice, perché ha molte emozioni forti portate all'esterno. Prima di andare a sostenere il provino, ho visto una quindicina di volte "L'ultimo bacio", perché volevo che Giulia mi rimanesse dentro.

In generale, come avete vissuto l'idea di questo sequel?
Valeria Bruni Tedeschi: Io non ero nel primo film, quindi ho avuto la sensazione di entrare a far parte di un gruppo che già esisteva, mi sentivo una marziana, però avevo una gran voglia di lavorare con Gabriele Muccino. Poi, mi è piaciuto anche l'incontro con Giorgio, unico attore con cui ho lavorato durante le riprese.
Marco Cocci: Il mio personaggio non è cambiato molto rispetto al primo film, però ha avuto una botta nel trovare la forza per distaccarsi dalle amicizie e partire con duemila lire in tasca. Io ho amici che veramente sono partiti con pochi soldi e senso di depressione, costruendosi, lavori in altri paesi.
Gabriele Muccino: Il mondo è pieno di Marco Cocci (ride).
Giorgio Pasotti: Ero curioso di sapere come avremmo ritrovato i nostri personaggi. E' vero, questo è un sequel, ma è anche un film che può vivere di suo ed essere visto da chi non conosce "L'ultimo bacio". Ritrovarsi insieme, poi, è stato meraviglioso.
Stefano Accorsi: Io sono affezionato a questo personaggio ed imparo qualcosa da lui. Carlo è uno che corre sempre e non abbassa mai le braccia, me lo sono portato dentro negli anni.
Sabrina Impacciatore: "L'ultimo bacio" è stato il film che mi ha cambiato la vita, perché è stato il primo che ho interpretato per il cinema. A quel punto, quindi, avevo trovato il regista con cui lavorare, ma se ne è andato in America (ride). Incredibilmente, poi, is back, è tornato e, come ha imparato dagli americani, ha cominciato a mandare sms teaser con scritto "Sta arrivando il trattamento". Trattamento che avevo paura di leggere, perché ne "L'ultimo bacio" Livia era una stronza allucinante. Fortunatamente, Gabriele si è nel frattempo riconciliato con il sesso femminile (ride). Livia, quindi, si è evoluta solo affettivamente nella relazione con il figlio, mantenendo però un sentimento di rivalsa, perché cerca riscatto in una nuova storia.
Pierfrancesco Favino: Per me, questo era un progetto molto forte, ho avuto una bella sensazione quando ci siamo rivisti a cena per tornare a lavorare insieme. A dieci anni da "L'ultimo bacio", credo che molte delle persone che andranno a vedere questo film avvertiranno lo stesso cambiamento che, sullo schermo, hanno subìto i nostri personaggi.
Claudio Santamaria: Il mio personaggio è molto chiaro, è più un'involuzione che un'evoluzione di quello che fu nel primo film. Non ha più la capacità di sognare e si affida a questa donna per far sì che lo salvi.
Daniela Piazza: Questa volta, il mio personaggio è una donna che va talmente tanto alla ricerca di un figlio da andare a cercarlo altrove, da qualcuno che le possa dare una mano.
Adriano Giannini: Per un attore è difficile recitare la parte di un attore cane (ride). Il primo giorno che lavori con Gabriele subisci l'effetto pitbull, poi, però, ti dà fiducia e senti che, come te, respira il personaggio.
Vittoria Puccini: Perché lui vive la scena insieme a te.

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