AI POVERACCI CHE NON CAPISCONO SE STESSI: Tanta pena per chi non apprezza frangenti emozionali come questo film. E' una sorta di selezione naturale: chi non capisce il film, manca di sensibilità, manca di intelligenza, manca di cuore, di... troppe cose. Siamo un po stanchi di sentire che un film, per piacere, deve sottostare agli standard di OGNUNO: ""non c'è storia, musica invadente, non mi piace l'attore, cosa significano i pianeti..."" SVEGLIATEVI. Il cinema è nato più di cento anni fa e si sta ancora evolvendo, e c'è ancora gente che non distingue i propri gusti da opere universali come questo film. Gente piccola, affetta da patologie, ignoranze e da un background che porta loro a non capire NULLA al di fuori della propria concezione di vita e che non sa leggere alcuna cosa che non sia uno STANDARD preimpostato dalla società nella loro piccola testa. MALICK non fa prodotti commerciali, basati su ricerche di mercato, non segue le mode, e soprattutto NON HA LA MINIMA INTENZIONE DI IMPIACENTIRSI IL PUBBLICO: lui fa film perché VUOLE farlo. E' per questo motivo che la gente semplice si sente spiazzata dalla mancanza di "portami a braccetto, con lo spiegone, fino alla fine del film in modo che possa avere tutto, senza pensare". Se siete celebrolesi e non sapete leggere o elaborare nulla che esuli dalla vostra misera esperienza di vita (e quindi pochezza di intendimenti in questo mondo) guardatevi i film della Disney: gratuiti, non serve pensare, sai già che ti piacerà e che non avrai nessun fastidio per non aver capito qualcosa, sarai coccolato con i colori, le forme (equando uscirai dalla sala sarai più rimbecillito e fermo su te stesso che mai) ma almeno non farete figure ignobili su filmup.it quando esporrete tutta la vostra ignoranza con i vostri commenti. Onestamente, mi deprime e preoccupa che ci siano persone che non avvertono minimamente le realtà emozionali che Malick ha saputo tirare fuori da noi solo attraverso l'accostamento sapiente di immagini, contenuti e suoni. ... ... ... ... A TUTTI GLI ALTRI: Capolavoro di emozioni, scene da brividi, con innesti cosmici che fanno da contraltare al quotidiano anni '50 fatto di sicurezze, creando un piccolo universo di equilibri, storico personale, intimismo, umanità, senso di universalità della vita, e un senso di spiritualità come in nessun altro film. E' personale, è toccante, è coraggioso nell'esplorazione del sé e del tutto, è umile, distaccato e perso nel flusso allo stesso tempo. Malick: il suo linguaggio non sarà perfetto (ma ci va vicinissimo) ma i cuori che ha spezzato (nel senso buono), sciolto, fatto vibrare e strappato via dalle nostre anime, per poi farceli ritornare colmi di lacrime, è semplicemente essenziale alla vita. Capolavoro: voto 10.
“The Tree of Life” verrà ricordato negli anni a venire come qualcosa di difficilmente avvicinabile, cinematograficamente parlando e non. Dirigere un film su Dio, sul Creato e su ogni singola individualità che abitano questo meraviglioso Universo non è semplice, eppure Malick lo ha fatto nel miglior modo possibile con il suo stile che si lega in maniera divina ad una narrazione di tale portata...
Raramente mi sono annoiato così tanto vedendo un film. Presuntuoso, pasticciato, pieno di immagini poetiche e ben fotografate, ma che con la storia c'entravano come i cavoli a merenda. Ci si alza dalla poltrona con la testa confusa e piena di domande. Sul moralismo bigotto che opprime certe famiglia americane il cinema ci ha dato benaltro (ricordo lo splendido "The village" o il vecchio "Le streghe di Salem") -qui peratro da certi dettagli si intuisce che la famiglia è cattolica, una religione antitetica al mito americano del wasp in carriera vincente ad ogni costo; unica eccezione a me nota i Kennedy. Non si capisce perchè il padre voglia essere chiamato "signore" dai figli se poi cerca in mille modi (anche e sopratttto col contatto fisico solitamente aborrito da questo tipo di padri) un rapporto conloro. Non è chiaro quale dei figli muoia, come e perchè, non è chiara la scena finale, con tipico paadiso hollywoodiano in technicolor su cui non si può che sghignazzare. Sul mistero della vita e della morte, se non si è Leopardi, meglio tacere e chinare il capo con modestia. L'unica cosa del film che non butto a mare, oltre alla fotografia, è la splendida interpretazone di Jessica Chastain, un'attrice che scopro per la prima volta (all'inizio, ma io non sono per niente fisionomista, pensavo fosse Sissy Spaceck).
Ennesimo polpettone "onirico" di Malick che ripete il suo cliché sempre uguale, con musica e farneticazioni di una voce narrante di sottofondo. Una lagna soporifera senza limiti!