Che noia il film di Luca Guadagnino "Io sono l'amore". Per me che amo il cinema italiano e stravedo per Alba Rohrwacher una vera delusione. Per niente originale l'angoscia dell'alta borghesia "prigioniera" della sua casa (inoltre l'ha cantata mille volte e con ben altra poesia Luchino Visconti...) un po' Dynasty e un po' Dallas (da quel che sentivo dire, in quanto mi onoro di non aver mai visto nessuna di queste due serie nemmeno per cinque minuti. Irritanti certe lungaggini (tre minuti su un insetto ed un fiore...) inutilmente lunghe (e noiose per giunta... aridatece il porno!!!) le scene di sesso. E per finire: troppe cose buttate lì e non analizzate (il passaggio dall'etero all'omo del personaggio interpretato da Alba Rohrwacher...). Insomma un occhio al film ed uno all'orologio.
Era da tanto che non mi capitava di abbioccarmi a più riprese durante un film. Io Sono L'Amore è il grido di un regista che vorrebbe essere un artista ma che in realtà è incapace di gestire un film.
Innanzitutto la sceneggiatura, di cui Guadagnino è co-autore, è ridicola. Due ore piene di film per raccontare un dramma familiare in cui in realtà non succede nulla dall'inizio alla fine. I personaggi sono tanti, per la stragrande maggioranza inutili, e in ogni caso lo spettatore non è portato a provare nemmeno un briciolo di interesse nei confronti delle loro vite. La recitazione è scarsa (e la Rohrwacher è sprecatissima in un microruolo insignificante), e molte comparse parlano con una voce impostata da film amatoriale.
La macchina da presa è gestita male, con frequenti bruschi movimenti che oltre a essere inutili e fuori luogo fanno venire il mal di mare.
Il film non ha la benché minima coerenza narrativa. A volte gestito come un thriller, a volte come una commedia, a volte come un film d'autore, fallendo sotto tutti gli aspetti. Ogni tanto Guadagnino si crede un regista capace di spunti artistici e ci regala scene particolarmente noiose e ridicole, come ad esempio l'inquadratura ravvicinata di 3 minuti e mezzo a un'ape su un fiore mentre due personaggi scopano.
Il tutto accompagnato da un'ingombrante ed invadente colonna sonora che per metà sembra tratta da un film di fantascienza e per metà da un film di Pozzetto.
Ho visto questo film per la nomination all'Oscar per i migliori costumi, ma non pensavo fosse un epic fail sotto tutti gli altri aspetti.
La regia di questo film ha il coraggio di osare.L' Estetismo è uno stile fuori moda, ma saperlo usare e gestire è sempre un gran merito e questo regista lo sa fare alla grande. Mi piace che osi così un regista italiano.
Bellissima la musica, che si alterna al silenzio , rotto da scarni suoni della vita o della natura.
Secchi i dialoghi, quasi irrilevanti.
La storia certamente non originale, meritava un ritmo un poco più incalzante.
Comunque l'intensità della regia riscatta il tutto fin quasi a farlo diventare avvincente.
Idea (forse) buona, realizzazione pessima. Una pellicola sfilacciata, confusa, con personaggi poco credibili e dalla recitazione scarsa. Si salva unicamente la Swinton, ma non basta per assicurare la sufficienza a un film che tenta di darsi un tono con simbolismi e allegorie poco convincenti. Una specie di Bergman mal riuscito.
Proprio così, tutto mi fa pensare che questo sia un film iniziato e mai terminato. Realizzato anni fa e lasciato nel cassetto per parecchio tempo. Poi qualcuno ha avuto il coraggio di distribuirlo così com'era. Senza un finale, con una fotografia vomitevole, persino i monti della liguria ripresi in piena afa e Milano innevato nel grigiume di giornate antifotogeniche inadatte persino a dei dilettanti. Un arabo toscano. Un nonno che non si vede più senza sapere che fine abbia fatto. Metà del film era già fatto. La seconda metà era solo stata abbozzata,strascicata, insulsa. Si attendeva di riprendere le scene, ma non ce l'hanno mai fatta. L'attrice protagonista è brava, ma non certamente da premio Oscar.