La fragile e sentimentale Lane (Mia Farrow)in seguito ad un profondo esaurimento nervoso si trasferisce nella sua casa d'infanzia, nel Vermont. Accanto a lei si muovono persone a cui è legata da profondi legami sentimentali. Innamorata del giovane scrittore Sam, che non la ricambia, essendo innamorato della migliore amica di lei (Dianne Wiest), Lane è a sua volta amata da un comprensivo e ben più anziano amico. Tutta la drammatica vicenda ruota intorno al legame conflittuale fra Lane e la madre, una donna forte e frivola, distaccata e positiva, che si presenta come diametralmente opposta alla figlia. Il film, infatti, del 1987, fa parte della trilogia bergmaniana di Allen (insieme ad "Interiors" ed al bellissimo "Un'altra donna") e riprende perciò il classico confitto genitore-figlio del grande regista svedese (in questo caso un parallelo può essere visto con il film di Bergman "Sinfonia d'autunno", del 1978), pur senza scendere nella disperata tragicità del cinema di quest'ultimo. Rapporti complessi, colpe nascoste, segreti di famiglia, insicurezze e fragilità interiori si uniscono arominiosamente in questo film intelligente, delicato, interpretato da un'intensissima Mia Farrow e da una sempre brava Wiest. Meno strutturato e complesso rispetto al precedente "Un'altra donna" (1986), "Settembre" non ne condivide la capacità di catturare interamente e profondamente, ma è comunque un buon film, seppure un po' lento ed un po' troppo verboso. Il voto sarebbe un 7,5.