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Tutta la vita davanti

Opinioni presenti: 52
Media Voto: Media Voto: 8 (8/10)

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Sono d'accordo: bravo Virzì

(9/10) Voto 9di 10

Virzì non mi ha mai deluso, soprattutto con questo film. E' drammatico constatare che un esercito di "nuovi schiavi", giovani, preparati e istruiti nella maggioranza dei casi, si trovi costretto a riempire i cosiddetti call center con stipendi da fame e senza futuro. Virzì. che si è sempre avvicinato ai problemi sociali è il primo che ha trattato l'argomento e lo ha fatto bene secondo me, fotografando una realtà sulla quale pochi hanno il coraggio di soffermarsi.



Gloria, 60 anni, Roma (RM).




Una sorpresa!

(8/10) Voto 8di 10

Io mi domando e dico: tra i tanti, tantissimi farneticanti che si barricano dietro a frasi come "film riuscito solo a metà", e "occasione sprecata", quanti ce ne sono che sanno dare una giustificazione plausibile alla sparata?!? Già me li vedo, i nuovi Coppola, Scorsese, Kubrick, il Michael Mann di turno, che con una 8mm e la colonna sonora fatta con una trombetta da bici ti tirano fuori il nuovo "padrino". Ma fatemi (fateci) il piacere!! Il film parte malissimo, con un trailer che, forse volutamente, ci mostra il peggio del film. Al punto da aspettarsi la solita commediola scollacciata e pecoreccia. Invece qua la storia c'è, eccome. La sceneggiatura è pungente, gli attori tutti ottimamente calati nella parte. Fa riflettere, moltissimo, il personaggio interpretato dalla Ferilli, che dietro la corazza impenetrabile della donna in carriera nasconde un'ossatura da zitella di lusso, ricca di averi, poverissima di compagnia, e che le soddisfazioni non economiche e sessuali se le deve praticamente litigare coi denti. Scritto peggio il personaggio di Massimo Ghini, uno stereotipo calzato e vestito del cretino che ha avuto più fortuna che talento, la cui mediocrità emerge nel gestire situazioni più grandi di lui, tipo la squallida tresca con Daniela (Ferilli), o al momento di far quadrare il bilancio della società. Per quel che riguarda ciò che più potrebbe sembrare artefatto, i balletti, i trenini delle operatrici, SIGNORI MIEI, Virzì ha cannato di pochissimo. Io personalmente, tanti anni fa, sono stato traumatizzato nel vedere come venivano coperti d'oro degli emeriti COGLIONI, di una famosa ditta. Fui scartato perchè avevo i piedi troppo piantati a terra, e una curiosa avversione al sorriso ebete. Strepitoso il ruolo di Elio Germano: il venditore indefesso che non guarda in faccia a nessuno, che alle prime difficoltà cede le armi, dimostrando che più in alto ti trovi, più forte è il botto quando cadi. La trama scorre lineare e senza punti morti. Si ride quando c'è da ridere, ci si commuove quando c'è da commuoversi, e si riflette dai titoli di testa ai titoli di coda. Bravo Virzì, promosso.



Walter, 33 anni, Milano (MI).




da vedere

(10/10) Voto 10di 10

ovviamente il fenomeno della precarietà della disperazione di codesto od altro personaggio abbagliano per quanto sono evidenti,tuttavia ciò che più mi ha colpito del messaggio di virzì consiste che la comunicazione urlata attraverso slogan di una fede menzogniera fatta di autoincitamento applausi gratuiti per aver conseguito il nulla hanno la peggio sempre sulla capacità ricetrasmettitiva della cultura filosofica antica ove i veri valori si basano su un confronto quasi matematico della solidarietà umana.



massimo, 50 anni, imperia (IM).




Delusione

(3/10) Voto 3di 10

Mi chiedo se il film che ho visto io è lo stesso che hanno visto quelli che si sono spinti in voti alti. Ma anche analizzandolo senza farsi turbare da quelle otto/nove stelle il risultato non cambia: siamo di fronte ad un pacco. Se fossi andato al cinema mi sarei davvero vergognato di aver speso sette euro. Noioso, patetico, inverosimile, e a tratti irritante per l'inutilità delle scene e della recitazione da sitcom italiana di fine anni '90. L'idea buona, il precariato e il suo contorno, viene gettata via da una storia che non ha alcun senso. Si ride? Mai. Fa riflettere? Un minuto, su cose che peraltro il 90% della gente ha già riflettuto. Virzì, qualche giornalista accondiscendente e qualche critico prezzolato non potranno fare nulla di fronte ad un ennesimo flop di questo genere. A mai più.



Daniele, 27 anni, Cagliari (CA).




Non sono d'accordo...

(2/10) Voto 2di 10

Purtroppo non sono d'accordo su una media di 8,5 per questo film. Sicuramente ritrae la realta' del precariato presente in Italia ma il regista Paolo Virzi' non si puo' solamente basare su un' idea buona, ma deve creare anche un film all' altezza dell' idea. Purtroppo non e' il caso di questo film che aime' e' molto scadente. Film assolutamente DA EVITARE. ALTAMENTE SCONSIGLIATO.



Willy, 25 anni, Torino.





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