Un uomo licenziato dopo trent'anni di lavoro tenta più volte il suicidio, ma, non riuscendo (per vari motivi) ad uccidersi, decide di affittare un killer per commissionare il proprio omicidio. Incontra poi una donna di cui si innamora e, a causa di ciò, decide di vivere, ma deve iniziare a fuggire dal killer che lo insegue.
Io che generalmente non amo il genere grottesco, quando, l'estate scorsa, ho visto questo film, in una rassegna di cinema all'aperto, sono rimasta piacevolmente colpita e sorpresa. Un film leggero, divertete, perfettamente diretto da un bravissimo Aki Kaurismaki, regista finlandese geniale. Un'ottima pellicola, in cui la situazione paradossale è resa molto divertente soprattutto dalla buonissima interpretazione, volutamente impassibile (com'è tipico dello stile di Kaurismaki)degli attori. Molti primi piani intensi si soffermano sui volti ricercatamente inespressivi dei protagonisti, che in realtà recitano benissimo. Bella fotografia, pochissimi dialoghi, ridotti all'essenziale, che lasciano spazio ad inquadrature perfette e ricerca scrupolosa del dettaglio. Una storia semplice nella sua stranezza, con colori intensi, atmosfera fiabesca ed iperrealista, grande regia, trovate simpatiche ed un buon ritmo condito da colpi di scena geniali. La storia non è profonda, ma non vuole esserlo: il bravo regista finlandese intende rallegrare, stupire, colpire l'attenzione. Tuttavia, con questo film egli ci presenta anche, seppur in chiave ironica, una denuncia contro i soprusi nei confronti dei semplici lavoratori, le vessazioni a cui sono sottoposti i poveri, le persone più miti. Il film ci mostra anche come l'amore possa sconfiggere la depressione ed il rifiuto della vita, unendo quindi la commedia grottesca al dramma. Di Aki Kaurismaki ho visto poi, spinta dall'interesse suscitatomi da questo, un altro film, "L'uomo senza passato", premiato a Cannes, che mi ha confermato la mia ottima opinione sul regista.