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Sentieri selvaggi

Opinioni presenti: 5
Media Voto: Media Voto: 9.5 (9.5/10)

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Ford + Wayne = capolavoro

(10/10) Voto 10di 10

"Sentieri selvaggi" si apre con una ripresa del paesaggio del deserto visto dall'interno di una casa. Molti si chiedono come Jonh Ford sia riuscito a trasformare la storia scontata di "Sentieri selvaggi" in un grande western... In primo luogo, con l'ambientazione. Ford girò molti film nella Monument Valley, una regione isolata tra Utah a Arizona. Le rocce rossastre di arenaria erosa sono uno spettacolo imponente e l'infallibile occhio di Ford per la composizione le investe di un'aura speciale. La maestosità del paesaggio fa sembrare le figure umane particolarmente precarie. Come si può vivere in una natura tanto arida? La vera genialità di questo film risiede nella sua capacità di mantenere viva la solidarietà del pubblico per Ethan, nonostante il fatto che egli sia un razzista assassino. Nel farlo, Ford suscita una reazione più complessa e produttiva di quella di molti film western girati da registi più liberali, come "L'amante indiana" (1950). Invece di proporci un messaggio, Ford ci conduce nelle complessità dell'esperianza americana della differenza razziale. Altri pregi di questo film sono la meravigliosa colonna sonora di Max Steiner e la comicità degli interpreti preferiti di John Ford, come Harry Carey Jr., Ken Curtis, Hank Worden e Ward Bond. Vera Miles é bravissima nel ruolo di Laurie, la fidanzata di Martin, la cui madre é interpretata da Olive Carey, la vedova dalla star del western H. Carey. Nel 1992, "Sentieri selvaggi" fu proclamato il quinto miglior film di tutti i tempi da una commissione di critici internazionali interpellata dalla rivista "Sight & Sound". É un grande tribuito, ma il film di Ford ne é all'altezza.



eleonora gasparotto, 17 anni, portogruaro (VE).




Amo il silenzio - john ford

(10/10) Voto 10di 10

Probabilmente il miglior western in senso assoluto, superiore anche al mitico "Ombre Rosse", sempre dell'impareggiabile regista John Ford. Analizzarlo non è certamente un'impresa facile, vista la complessità dei temi trattati. Vediamoli. Innanzi tutto il mito della frontiera. Ecco un paesaggio bellissimo e sconfinato (la Monumental Valley, resa famosa proprio da questo film), un vendicatore solitario, gli indiani, una ragazza rapita e da ritrovare. Ma su tutto giganteggia l'immensa bravura psicologica di Ford. La ricerca di questa fanciulla, rapita dagli indiani (questa ricerca durerà ben cinque anni), diventa un modo per conoscersi e per mettere alla prova se stessi. Ed ecco John Wayne. Il mitico attore/simbolo degli Stati Uniti, nel ruolo di un uomo solitario, vendicativo, pieno di difetti (un odio razziale piuttosto evidente), ma tenace e dotato di un coraggio estremo. L'immagine di un uomo che non cede mai, a costo di rovinare se stesso. Tutto è pervaso da una dolcissima e potente malinconia, la vera caratteristica di John Ford. E dal suo mito del silenzio. Un silenzio più immaginario che vero, che rappresenta l'anima di un personaggio eroico nei suoi difetti che è, in realtà, alla ricerca di se stesso e del suo mondo perduto. Un film impareggiabile, unico e sublime. La lezione di un grandissimo maestro del cinema: una formidabile esplorazione dell'anima e una stupenda visione su un'epopea mitica e scomparsa.



Alessandra verdino, 51 anni, Savona (SV).




Impressioni di viaggio.

(10/10) Voto 10di 10

Non si può dire di amare i western senza aver visto "Sentieri selvaggi". Questo film rappresenta l'apogeo dell'epica fordiana, tanto più interessante per uno spettatore italiano in quanto assuefatto ai pirotecnici esercizi di stile di Sergio Leone. Le poetiche dei due autori stanno agli estremi opposti del genere: se Leone , grazie al rapido accostamento di inquadrature, riesce a ridurre un vasto paesaggio alle dimensioni di un volto, Ford adopera il montaggio per creare una lenta progressione visiva. Nel seguire le gesta dei due vagabondi, l'autore accumula gli ambienti e le giornate in un flusso ininterrotto, comunicando il senso di uno smisurato allargamento spaziale e temporale. A visione finita, rimane davvero l'impressione di aver assistito a un'epopea della sconfinata America. E questo in sole due ore.



Roberto, 24 anni, Padova (PD).




perchè sempre contro gli indiani?

(8/10) Voto 8di 10

seppur sia considerato il grande capolavoro che non è ( è un grande film e basta)mi sembra veramente ridicolo considerare ancora una volta gli indiani i cattivi per vedere john wayne ( sempre lo stesso in tutti i film qualunque sia il suo ruolo)sparacchiare contro i bisonti solo perchè costituiscono l' unica fonte di vita invernale degli stessi poveri indiani la cui colpa è solo stata quella di aver cercato di difendere almeno parte dei territori da cui i bianchi li volevano violentemente cacciare... principi errati, costruzione ottima.



Luca, 13 anni, Milano.




epico...

(10/10) Voto 10di 10

Difficile inaugurare con un'opinione lo spazio dedicato a questo capolavoro. E'semplicemente uno di quei (pochi, pochissimi) film che bisognerebbe vedere almeno una volta nella vita, un film che rapisce e riscalda, che ha segnato la storia del cinema, che compone l'immaginario collettivo di una intera nazione .. non si può amare l'arte delle immagini in movimento senza amare "Sentieri selvaggi". Occorre accettare ogni aspetto della visione del mondo Fordiana, prendere o lasciare: l'assenza di compatibilità tra due culture in antitesi, la ricerca di identità dell'uomo bianco, la violenza più "cieca" insita nel genere umano, lo scenario naturale (una immortale Monument Valley al suo apice cinematografico) come palcoscenico ideale di uomini (di frontiera) condannati ad un destino di solitudine. La sequenza di apertura (citatissima, fin troppo) mette i brividi, quella finale ,se possibile, li moltiplica. Considerato da molti registi americani (Cimino, Spielberg, Scorsese... ) come uno dei più grandi film di tutti i tempi. Giudizio assolutamente condivisibile, forse persino riduttivo. Da vedere, studiare, ammirare, nonostante una distribuzione in Italia decisamente povera. Vivamente consigliato. A tutti, ovviamente.



Stefano, 22 anni, Altamura (BA).





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