Un film vero, realista, raccontato con semplicità e immediatezza. Una coppia unita da amore sincero ma destinato a morire: i dubbi del marito, coi quali non riesce a convivere, i silenzi della moglie, che lasciano spazio ai viaggi mentali del marito manesco, ma non le lasciano l'opportunità di vivere la vita a proprio piacimento. Errore gravissimo, e imperdonabile.
Scene da un matrimonio, copione inflazionato, ma ben costruito. Trovo tutto sommato scontato il racconto della scelta di Pilar, più coraggioso delineare il comportamento di Antonio che, malato, si rivolge alla terapia per chiedere aiuto, con costanza e perseveranza senza purtroppo riuscire a cambiare. Il fallimento è del sociale non in grado di aiutare una malattia come la violenza.
un film bellissimo, coinvolgente, delicato pur trattando di un tema così sconvolgente come la violenza domestica; offre moltissimi spunti di riflessione perchè non dà solo una visione delle relazioni della coppia, ma anche dell'universo che la circonda
Paola Facchinello, 63 anni, Bassano del Grappa (VI).
Un film che racconta senza troppi buonismi cosa succede dietro le pareti domestiche di molte coppie. Anche se non tutte hanno la forza come Pilar di abbandonare un marito che si comporta come quello del film, direi che alla fine la storia vuole essere una sorta di incoraggiamento verso quelle donne che non sempre ce la fanno a mollare tutto e che vorrebbero sempre credere al marito violento, sperando che cambi. Da questo si può anche aggiungere che il film non sembra essere molto benevolo con l'istituzione del matrimonio, ma bisogna anche dire che nella storia specifica quest'ultimo ci appare come una gabbia, una trappola che impedisce a due persone che dicono di amarsi, di esprimersi, di vivere la propria vita e le proprie aspirazioni. Specialmente quando queste due persone convivono sotto lo stesso tetto e non si capiscono. Cos'hanno da spartire Pilar e Antonio? Lei bella, intelligente, amorevole; lui bruttino, ottuso e incapace di amare e soprattutto di capire.