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Segreti di Stato

Opinioni presenti: 11
Media Voto: Media Voto: 7 (7/10)

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Una finestra sul passato

(8/10) Voto 8di 10

La prima idea che fa venire questo film già dalle prime battute è che non sarà un film per tutti e mi ha sorpreso anche sapere che la sua data di uscita è il 2003. Sembra un film molto precedente come data, è un modo di fare cinema che è di un'altra epoca e da un gusto retrò e quasi nostalgico. Tutto ciò, insieme da una narrativa ridotta all'osso rende questo film un piccolo cult per chi si interessa del passato della propria nazione. Inoltre i personaggi in ballo sono pochi, minimi e questo fa si che tutta l'attenzione sia direzionata alla storia che è vero protagonista. Non ci sono distrazioni o scene inutili, tutto è rivolto alla ricostruzione. La scena delle carte è epica, il colpo di vento quasi sottolinea che tutto quello è una teoria del regista che ha effettuato la ricostruzione, ma che senza verità giudiziaria può essere spazzata via da un semplice colpo di vento. Per chi si interessa di questi argomenti è un ottimo punto di inizio per una propria ricerca e approfondimento dei personaggi in ballo e degli eventi che li collegano



Davide, 24 anni, Napoli (NA).




interessante

(7/10) Voto 7di 10

Molto interessante vedere le forze politiche in gioco. Gli interessi politici e nazionali,gli intrighi e depistaggi, la collusione governo mafia che aggiunge altre ombre sull'operato di giulio andreotti.



Frano, 69 anni, Usa (estero).




Almeno benvenuti ha avuto il coraggio di farlo

(7/10) Voto 7di 10

Il film traccia un nuovo solco sulla strage di portella della ginestra, la mia opinione sta nel fatto che senza questo film non avremmo saputo, forse mai, alcuni particolari della strage che alcuni apparati dello stato ancora oggi hanno interesse a tenere nascosti.



Mauro, 60 anni, Siracusa (SR).




forse il migliore di Benvenuti

(5/10) Voto 5di 10

Conoscendo pesonalmente il regista abbiamo spesso discusso di cinema, non trovandoci mai daccordo. In particolare mi vorrei soffermare non su questo film che secondo me è quello meglio riuscito ma su pellicole come "il bacio di giuda", in questo film Benvenuti offre una rilettura dei vangeli prendendo in esame anche quelli apocrifi. Il film ha un messaggio profondo e corretto il problema e che in pochi alla fine della visione lo hanno recepito...troppo lento nello svolgersi la mente si stanca e perde la concentrazione necessaria per recepire il mesaggio e se si vuole mettere nella testa della gente un idea nuova bisogna muoversi in modo differente non stancando,ma sollecitando lo spettatore destinataro di tale messaggio...questo è il prblema di Benvenuti il troppo intellettualismo che inevitabilmente diventa pedanteria eccessiva che compromette il fine di tutto quello che lui ha messo in scena...ovvero far ragionare le persone con la propria testa...idea nobile ma irrealizzabile con la tecnica cinematografia e di montaggio che lui usa. Poi ci sono molte altre lacune sulle quali è meglio non soffermarsi... Tornado a "segreti id stato" si vede che il produttore gli ha imposto dei canoni specifici...infatti il film si svolge in modo abbastanza dinamico e riesce nel suo fine...che la teoria di Benvenuti sia giusta oppure no, non ne ho idea ma almeno riesce a comunicarci qualcosa...



Dario, 39 anni, Pisa (PI).




La portella di benvenuti

(3/10) Voto 3di 10

"il benvenuti ha realizzato un film sulla sicilia con personaggi che poco hanno di siciliano. ha analizzato una tragedia attraverso la documentazione senza evocare emozioni. troppi discorsi sui calibri dei proiettili, troppe carte in bella mostra in una ricostruzione che può anche non fare una piega perché la tesi sostenuta sui mandanti potrebbe anche essere valida. il giorno dopo l’eccidio di portella a partinico e dintorni, infatti, si parlò subito del bandito giuliano ma si parlò altresì di scelba e mattarella se non altro perché la gente della strada sapeva e sa che mafia e potere andavano già a braccetto. il potere era allora la d.c., nella persona di de gasperi che, per la ricostruzione dell’italia, riceveva aiuti dagli stati uniti che non avrebbero tollerato altra avanzata rossa dopo la vittoria del blocco del popolo alle elezioni siciliane di appena dieci giorni prima della strage. era iniziato infatti il periodo della persecuzione ai comunisti e socialisti culminata nella scomunica agli iscritti o simpatizzanti della sinistra. e che c’entrassero gli stati uniti nella strage non è da escludere visto che una persona ferita in quel primo maggio porta ancora nelle carni una scheggia di proiettile in dotazione alle forze armate americane. fu portella l’effetto di una strategia di stato? fu una strage con il concorso dello stato? il regista benvenuti dice di sì, sostiene questa tesi e forse dai documenti desegretati da poco, vengono fuori prove a sostenerla. e poi, se lo storico ha il dovere della ricostruzione rigorosa degli eventi un regista si può permettere la fantasia. su questo niente da ridire. ma nonostante l’impossibile italiano quasi perfetto di alcuni banditi quale il “cacaovo”, il film è più incomprensibile nella struttura, nella ricostruzione dei fatti (che ci fa un vincenzo rimi, solo lui? dove sono tutti gli altri mafiosi che lo stesso giuliano liquidò quando capì che stavano per scaricarlo?), di quanto non lo fosse quello di rosi che lasciò che fosse la terra stessa a parlare, che parlassero i silenzi e lasciò alla gente la propria lingua. basta pensare quanto incide in quello splendido film l’uomo, “l’abbanniaturi” (il banditore, un certo vicenzo quinniciliri che la sottoscritta come tanti altri bambini seguiva lungo il cassaro mentre “abbanniava”) che trascinandosi il suo enorme tamburo per le strade di montelepre e partinico (anche nella realtà) ci conduce a scoprire angoli e anfratti di paesi che sembrano avere le fondamenta scavate nella miseria, paesi fatti apposta per gente che di fame e ignoranza poteva morire, che della violenza aveva fatto la sua arma di difesa e di ribellione. misera gente usata da chi sapeva parlare, convincere e soprattutto schiacciare, al momento opportuno, chi diventava un pericolo per il potere. proprio come giuliano, pisciotta e il ferreri confidente dalla polizia ed eliminato con il suo gruppo subito dopo portella." estratto da "la portella di benvenuti" della rvista segno 249"



Giovanna, 59 anni, ........... (LI).





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