un film degenerato fin dalle prime battute.degradante verso il documentario psichedelico,attori improvvisati che recitano parti improbabili in uno scenario quantomai blasfemo,primitivo in cui l'occultismo di riti pagani si contrappone ad un antropocentrismo missionario in evidente stato di decomposizione morale.
risultato di un esperimento fallito(almeno per holliwood..!)il film inscena una farsa grottesca in cui il protagonista(Hopper),sembra tornare sui propri passi rispetto alle follie a cui ci aveva abituato in 'easy rider'.Forse l'opera che lo stesso regista considerava la prova di maturita',si rivela un flop colossale.
The last movie
l'amico americano di wenders ha avuto una giovinezza ed è raccontata nell'incubo ad occhi aperti vissuto da dennis hopper vent'anni prima ai confini del cinema e della vita in un perù lisergico e primordiale (anche dal punto di vista antropologico). la trama è ben poca cosa se la si confronta col caos che governa una pellicola impazita sin dal primo fotogramma con la colonna sonora sghemba e fuori sincrono rispetto alle immagini. il mito della strada non esiste più, sopravvivere diventa una cosa necessaria e non aleatoria come invece sembrava dirci " easy rider " . kansas ha una donna da mantenere e fare il cascatore in un film di serie z girato dagli indios (che hanno imparato il cinema dagli americani) è la misera atività che gli consente di poterlo fare pur con grosse fatiche e umiliazioni (la scena della pelliccia è emblematica in questo senso).cercare l'oro diventa indispensabile ma al solito l'eldorado non è dietro l'angolo, soprattutto per uno come kansas così uguale all'uomo hopper di quegli anni che appaiono così lontani al cinema attuale.eppure varrebbe la pena recuperare questa immersione distorta e allucinata di un autore sottovalutato e isolato(si) per la sua costante sete di autodistruzione.