Le ultime 56 ore
Luca Lionello ("Nero bifamiliare") è il "negoziatore", psicologo e astuto poliziotto Paolo Manfredi, padre di Valentina e separato dalla moglie Isabella, rispettivamente con i volti di Nicole Murgia ("Un giorno perfetto") e Simona Borioni ("Graffiante desiderio").
Gianmarco Tognazzi ("Romanzo criminale"), invece, è il colonnello Moresco, ufficiale con forte senso del dovere, integerrimo nel lavoro e noto per la sua grande umanità.
Con la fida Rossella Drudi alla sceneggiatura, dopo un inizio ambientato nel 1999 in Kosovo, è sulla costruzione di questi due personaggi protagonisti che si basa la prima parte del nuovo lungometraggio a firma del veterano Claudio Fragasso, passato da horror trash del calibro di "Monster dog-Il signore dei cani" (1984) e "After death-Oltre la morte" (1988) alla reinvenzione dell’action-movie all’italiana tramite "Palermo Milano solo andata" (1995), genere che ha poi portato in tv grazie a "Operazione Odissea" (1999).
Ed è attraverso una trama che ricorda non poco quella di "The rock" (1996) di Michael Bay che troviamo Manfredi e Moresco l’uno contro l’altro, dal momento in cui il secondo, spinto da gravi scoperte che lo riguardano, decide di attuare insieme ai suoi uomini, all’interno di un ospedale, una missione segreta denominata "Operazione 12 apostoli".
Ma vaghi riferimenti al citato regista dei due "Bad boys" sembrano essere presenti anche nella lunga sequenza in cui, omaggiando il nostro cinema poliziottesco degli anni Settanta, viene mostrato un lungo inseguimento a bordo di un autobus, tra passeggeri urlanti ed automobili tamponate.
Una sequenza decisamente emozionante che, complice l’ottimo montaggio di Ugo De Rossi ("Terra bruciata"), testimonia ancora una volta le notevoli capacità tecniche dell’autore di "Teste rasate" (1993), il quale, con Barbora Bobulova ("Il sangue dei vinti"), Francesco Venditti ("Il cielo in una stanza") e Luigi Maria Burruano ("I cento passi") inclusi nel cast, confeziona una delle sue opere più riuscite, penalizzata soltanto dalla non sempre convincente prova di alcuni attori e da un look generale che ricorda non poco quello di analoghi prodotti televisivi.
Del resto, come già accennato, a portare nell’ambito del piccolo schermo lungometraggi dal respiro adatto anche al grande fu lo stesso Fragasso, qui dispensatore di un prodotto di genere che, non privo di un’evidente citazione da "Die hard 2-58 minuti per morire" (1990) di Renny Harlin, affronta tematiche sociali. Con tanto di attacco urlato al mercato delle armi, il quale non conosce mai crisi.

La frase: "Tutto questo dovrà partire entro 56 ore a partire da adesso, o gli ostaggi verranno tutti giustiziati".

Francesco Lomuscio

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