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Autore SOLARIS di Andrej Tarkovskij
alessio984

Reg.: 10 Mar 2004
Messaggi: 6302
Da: Napoli (NA)
Inviato: 09-03-2005 16:31  
Solaris: film di Andrej Tarkovskij datato 1972.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Stanislaw Lem, scrittore polacco, e sceneggiato dal regista assieme a Fridrik Gorenshtejn. Protagonista del film è lo psicologo-scienziato Kris Kelvin (interpretato da un convincente Donatas Banionis) che viene incaricato di raggiungere una stazione spaziale orbitante attorno al pianeta Solaris e di indagare sui misteriosi fenomeni che da tempo hanno colpito i membri dell’equipaggio, di cui sono rimasti tre soli uomini. Arrivato lì Kris scoprirà, tramite un videomessaggio, che in realtà dei membri, uno di loro, il dottor Gibarian, è morto suicida e ne sono presenti quindi soltanto due: il dottor Sartorius e il dottor Snaut, che sono sorpresi e disturbati nel vederlo nonostante abbiano ricevuto un radiogramma.
Nel presentarci l’astronave Tarkovskij si avvale subito di lunghi silenzi per creare sensazioni di mistero, di angoscia e di attesa. La stazione spaziale e i membri dell’equipaggio sono avvolti in una densa atmosfera di ambiguità: niente si sa di loro e di cosa sia successo nell’astronave; quest’ultima è rappresentata quasi come un non-luogo che è stata vittima di un “qualcosa” che non viene svelato subito, ma viene solo fatto intuire allo spettatore, in quanto si notano gravi ripercussioni sulla psicologia dei due scienziati che Kris trova lì. Il mistero si infittisce ancora di più quando il protagonista scopre il video-messaggio, in cui il dottor Gibarian esterna le sue angoscie e le sue paure, non rivelando però chiaramente il suo dramma. Il video è reso ancora più misterioso dalla presenza di una donna che compare brevemente accanto a Gibarian.
Tutto è tenuto in sospeso fino al momento in cui a Kris appare il corpo di sua moglie Chari (Tarkovskij per questa sequenza immerge il corpo in un ampio fascio di luce gialla), morta però oltre 10 anni prima, che gli si rivolge con naturalezza. A quel punto a Kris viene svelato che la donna viene dal suo passato e che è in realtà “la materializzazione dell’immagine che ha di lei”. Su Solaris è presente cioè un oceano pensante che tramite delle radiazioni ha il potere di scavare nella memoria degli uomini e di materializzare i loro pensieri.
La donna però ben presto dichiara di non ricordare niente del suo passato. Lei non può ricordare perché in realtà è la parte della donna che viene estratta della memoria Kris. Quest’ultimo però scopre di amare l’immagine della donna che risulta essere sempre più “umana” e finisce per legarsi a lei in maniera crescente più passa il tempo. Da qui ha inizio la sua battaglia interiore: non sa più se vuole tornare sulla terra, nella sua vecchia realtà in cui la moglie è morta, o rimanere nello spazio in cui sua moglie (o il fantasma di lei) è ancora viva e con loro è vivo ancora il loro amore. Una battaglia con sé stesso che è quindi una sorta di difficoltà ad uscire da sé stesso.
Tarkovskij si serve di queste metafore per sviluppare una riflessione sull’uomo, sulla felicità e sulla scienza (emblematico in questo senso il personaggio del dottor Snaut: un fanatico del progresso tecnologico senza alcun contenimento di matrice morale).
Il film si chiude in maniera enigmatica, in linea con il resto del film, ma di un’intensità tale nella sua glacialità quasi da togliere il fiato: Kris torna a casa, sulla terra, e si inginocchia davanti al padre mentre la macchina da presa indietreggia verso l’alto. Secondo David Bordwell e Kristin Thompson tale movimento vuol comunicare l’idea “dello sguardo di Dio”.
Un finale che è forse circolare. Forse la dacia paterna è solo una ricostruzione “fantasma” della mente del protagonista.


[ Questo messaggio è stato modificato da: alessio984 il 09-03-2005 alle 19:50 ]

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alessio984

Reg.: 10 Mar 2004
Messaggi: 6302
Da: Napoli (NA)
Inviato: 09-03-2005 16:32  
Il film alla sua uscita fu pubblicizzato come la risposta sovietica a “2001: Odissea nello spazio” di Kubrick. In realtà i due film risultano visibilmente distinti fra di loro. Kubrick è interessato al mistero dell’Universo, mentre Tarkovskij è interessato al subconscio umano in maniera quasi freudiana. Cosulich ha affermato che si tratta di “un’avventura della coscienza più che della conoscenza, un’opera di fantacoscienza”. “2001” evocato in maniera quasi banale risulta avere in comune con Solaris forse solo la eguale ambizione filosofica.
Il film a mio avviso risulta essere visivamente straordianario: le immagini del pianeta Solaris, rappresentato come un cumulo di gas, di acqua, magma, nubi, un condensato di strati di materia che Tarkovskij ci presenta in immagini che tolgono il fiato. Il pianeta immerso in un gioco di luci variabile e misterioso ci impedisce di staccare gli occhi dallo schermo.
Lo stesso vale per le immagini rimaste inedite fino ad un paio di anni fa. Il film infatti fino ad un paio d’anni fa risultava mancante di circa 50 minuti a causa del distributore De Laurentis. La versione originale di 165 minuti presenta infatti un lungo prologo alla parte spaziale, ambientato nella dacia paterna del protagonista (quella che poi tornerà nel finale) in cui Tarkovkij ci presenta dei paesaggi di mistica contemplazione: alberi, erbe, cespugli, foglie, laghi, ruscelli, tutti immersi in un verde forse fin troppo naturale; ci presenta “la campagna”, che poi è uno dei motivi centrali nei film del regista, una realtà più terrena e percepibile rispetto alla seguente che sarà “straniante” in quanto “non umana”. Tra le scene reintegrate c’è anche un video-messaggio a cui Kris assiste sempre nella casa del padre, in cui un’astronauta: Berton (ora sulla terra ed anch’egli presente), racconta la sua strana esperienza avuta sul pianeta Solaris. In seguito Tarkovskij ci presenta il lungo viaggio di ritorno di Brenton assieme al figlio muto attraverso un paesaggio urbano mostrandoci un’autostrada senza fine in una lunga sequenza.

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Preferiremmo volare sulla luna piuttosto che dire le parole giuste quand'è tempo di dirle

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alessio984

Reg.: 10 Mar 2004
Messaggi: 6302
Da: Napoli (NA)
Inviato: 09-03-2005 16:33  
A mio avviso Tarkovskij si distacca nettamente dalla generazione di registi russi precedenti. Si distacca dalla tradizione del montaggio Ejzestejniano carattarerizzato dal montaggio frenetico e disconnesso fatto di inquadrature che rappresentavano punti di vista differenti allo scopo di creare un altissima tensione dinamica. Lo stile di Tarkovskij a me è sembrato nettamente inverso: il suo è uno stile quasi lirico, caratterizzato da tempi dilatati, quasi leoniani, da un ritmo lento, quasi angosciante, ma allo stesso tempo equilibrato e concentrato. Visivamente forse è più legato all’espressionismo nella sua ricerca dell’immagine.
Il ritmo è appunto respirato, tranquillo, silenzioso; tale stile crea un pathos che permette una completa immersione nel film, quasi un’identificazione col personaggio principale (in una scena il regista ci fa addirittura entrare dentro un quadro di Brugel).
Una nota positiva anche alla musica di Bach.
Nel film ci sono momenti di bianco e nero che si alternano, secondo Ghezzi “in modo apparentemente casuale”, con il colore.
Tarkovskij con questo film cerca di esplorare l’animo umano, l’infelicità umana che quasi sempre viene accollata al resto del mondo. Sembra dirci che il vero mistero dell’umanità è l’umanità stessa.


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simboy

Reg.: 20 Set 2002
Messaggi: 1603
Da: grugliasco (TO)
Inviato: 09-03-2005 17:15  

Voglio aggiungere solo un particolare , il fatto che Tarkovskij avesse spacciato la Tokyo degli anni '70 come una possibile futuristica Mosca mi fece ridere moltissimo , a meno che non abbia preso un'abbaglio , lo vidi parecchio tempo fa.
Bellissimo , purtroppo l'unico suo film che sono riuscito a vedere fin'ora.
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Qualunque impressione faccia su di noi , egli è un servo della legge , quindi appartiene alla legge e sfugge al giudizio umano.

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alessio984

Reg.: 10 Mar 2004
Messaggi: 6302
Da: Napoli (NA)
Inviato: 09-03-2005 19:49  
quote:
In data 2005-03-09 17:15, simboy scrive:

Voglio aggiungere solo un particolare , il fatto che Tarkovskij avesse spacciato la Tokyo degli anni '70 come una possibile futuristica Mosca mi fece ridere moltissimo , a meno che non abbia preso un'abbaglio , lo vidi parecchio tempo fa.

si si! confermo!

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willoz

Reg.: 08 Mar 2004
Messaggi: 3701
Da: trento (TN)
Inviato: 09-03-2005 20:31  
Non ho visto Solaris..
poco tempo fa aprii un topic su Tarkovskij dopo aver visto "Lo specchio" e "L'infanzia di Ivan",due film notevoli soprattutto il primo custode d'immagini di rara bellezza,sarei molto curioso di vedere oltre a Solaris, Nostalghia ,girato in Italia e Stalker(consigliatimi qui..),e non ultimo Sacrificio film che si avvale della fotografia di un grande come Sven Nykvist.
Qualcuno l'ha visto?
è un film che mi incuriosisce molto.
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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 10-03-2005 00:06  
quote:
In data 2005-03-09 20:31, willoz scrive:
[...]e Stalker(consigliatimi qui..)


lo feci io e ribadisco:
il miglior film del regista.
_________________
Rubare in Sardegna è il Male.

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Jakkma

Reg.: 07 Mag 2003
Messaggi: 1168
Da: Busto Arsizio (VA)
Inviato: 10-03-2005 08:13  
Bellissimo e inquietante film, con splendidi protagonisti (Natalja Bodarciuk e Donatas Banionis su tutti). Peccato il doppiaggio: un'emerita schifezza! E peccato che Soderbergh, nel suo remake, ne abbia fatto una scipita favoletta, con annesso happy end all'americana. Il finale del film di Tarkowskij è molto più pertinente allo spirito del film e del romanzo di Stanislaw Lem (bellissimo, l'ho letto e lo consiglio).
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La storia è maestra, ma nessuno impara quasi mai niente. -Marco Travaglio-
L'indipendenza è una bella cosa; purtroppo, non ci sono uomini liberi. -Peter Gomez-

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 11-03-2005 10:40  
Soderbergh? Ma per favore.E' il Muccino d'America.

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SickBoy

Reg.: 08 Mar 2004
Messaggi: 204
Da: baiso (RE)
Inviato: 11-03-2005 10:48  
quote:
In data 2005-03-11 10:40, Quilty scrive:
Soderbergh? Ma per favore.E' il Muccino d'America.



E questo cosa vuol dire :

Che tu apprezzi muccino ,o lo ritieni una mezza calzetta ?????????????

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 11-03-2005 10:51  
Muccino non vale una cicca.

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darkStar

Reg.: 27 Gen 2005
Messaggi: 71
Da: Houston (es)
Inviato: 11-03-2005 11:03  
quote:
In data 2005-03-11 10:40, Quilty scrive:
Soderbergh? Ma per favore.E' il Muccino d'America.



si parla di Solaris di Tarkowsky nn di Soderbergh...
che centra poi quel riferimento senza senso???

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 11-03-2005 11:14  
Come no? Solo un cretino potrebbe fare un remake di un capolavoro, e in questo i due registi sono identici!

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SickBoy

Reg.: 08 Mar 2004
Messaggi: 204
Da: baiso (RE)
Inviato: 11-03-2005 11:21  
quote:
In data 2005-03-11 11:14, Quilty scrive:
Come no? Solo un cretino potrebbe fare un remake di un capolavoro, e in questo i due registi sono identici!



Per fortuna avevo capito bene

E aggingo che condivido in pieno
_________________
Choose life. Choose a job. Choose a starter home. Choose dental insurance, leisure wear and matching luggage. Choose your future. But why would anyone want to do a thing like that?

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Luke71

Reg.: 06 Ago 2003
Messaggi: 3997
Da: pavia (PV)
Inviato: 14-03-2005 17:23  
Condivido l'analisi di Alessio film assolutamente affascinante,sarà forse perchè l'ho visto meno volte e dico forse, ma mi è sembrato anche superiore rispetto a 2001 nel senso che il messaggio di SOLARIS è più palpabile meno velleitario,agisce e stimola direttamente una parte esssenziale dell'uomo,una parte di cui probabilmente mai sapremo abbastanza che và in un certo senso anche oltre l'opera quasi mistica di Kubrick..la nostra mente.
Il remake con Clooney benchè ben girato e recitato oltre ad essere assolutamente inutile,compie un opera di sfregio al capolavoro di Tarkovskij secondo me,riduce lo spessore lirico della storia e si incarta in un finale tipicamente Hollywodiano in cui non si lascia nulla o quasi alla nostra immaginazione.
Questi film andrebbero boicottati lo stesso 2010 sequel più o meno ufficiale di 2001 tentò molto goffamente di dare delle risposte a 2001 fallendo miseramente.
In un mondo perfetto si produrrebbero meno film, i remake non coinvolgerebbero film già pressochè perfetti,si andrebbe al cinema a vedere anche un film di 15-20-30-60 anni prima,inseguendo la qualità,l'arte non la presunta novità che poi molto spesso altro non è che una minestra riscaldata.
Le vere novità,i veri script originali e decenti nel corso di un anno sono veramente pochissimi.
In definitiva si gira ciò che il pubblico chiede, vuole,l'anomalia,il circuito impazzito che si guarda anche 50 minuti di film in russo siamo noi...
_________________
No hay banda,non c'è una banda
è tutto..tutto registrato
No hay banda...eppure
Noi sentiamo una banda

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