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Autore RAPACITA' di Erich Von Stroheim
NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 10-02-2005 15:52  
Rapacità di Von Stroheim... mmm..
sono perplesso, veramente molto perplesso. Considerato uno dei Migliori Film della Storia del Cinema. Non dubito che all'epoca il film fu una bomba per le tematiche che tratta, una bomba contro il mondo moralistico, contro i buoni sentimenti. Rapacità è innanzitutto una critica alle persone, alla loro impossibilità di relazionarsi tra di loro in modo pacifico. L'uomo è principalmente violento. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. E' questo, riassunto, ciò che Von Stroheim vuole dirci con quest'opera datata 1923.
Forse estremamente realista e pessimista, ma non è questo il problema.
Il difetto di Rapacità, che si può notare soprattutto nella prima parte, è il maluso delle ellissi.
Un ellisse diventa pertinente quando è inserito in un contesto d'aggressione. Non è un caso se uno dei maestri di questa tecnica sia Wong Kar Wai, in quanto le sue opere non seguono mai un preciso percorso spaziale e temporale. Oppure, il frequente uso dell'ellisse può anche servire per dare maggior ritmicità ad una pellicola, sempre che questa ritmica sia usata in un contesto di suspence.
Ma Rapacità non rientra in nessuno dei due casi, in quanto Von Stroheim segue una struttura classica temporale. Ora, l'uso del ritmo poteva servire in caso si trattasse di un corto/mediometraggio, ma dato che il film è un lungometraggio a tutti gli effetti (e non è nè Horror nè Thriller), il risultato è solo uno: Decentramento delle immagini.
Per tagliare/ellissare il tempo, Von Stroheim si avvale infatti delle didascalie, che assumono una funzione ancor più importante delle immagini filmiche: una funzione narrativa.
Tutto in questo film funziona con le didascalie, è con esso che capiamo cosa è successo e che cosa sta per succedere; in Rapacità avviene perciò una cosa inversa: Le immagini, che dovrebbero essere il cuore del film, assumono un ruolo di contorno, mentre le didascalie, che dovrebbero essere solo di contorno, assumono un ruolo centrale.
Questo provoca una sensazione di "troppo brodo nel calderone", nonchè una incapacità sintattica che non fa apprezzare in pieno quest'opera. Forse, è arrivato veramente il momento di sdoganare questi presunti capolavori.

_________________
"Vuoi una sigaretta?"
"No grazie, ne ho appena spenta una. Sei pronto a diventare famoso?"

[ Questo messaggio è stato modificato da: NancyKid il 10-02-2005 alle 15:54 ]

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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 10-02-2005 16:10  
Eh no Nancy, inizi già a perdermi colpi?
Attenzione a giocare con i grandi nomi poichè le cose si fanno più rischiose... ma sarà il caso che questa volta motivi un pò le mie parole. (A proposito, niente male il topic su Keaton...)

Von Stroheim è uno dei miei registi preferiti dellla prima parte del Novecento e Rapacità uno dei suoi migliori film (e non è che ne abbia fatti poi molti).
Purtroppo, forse grave tua mancanza, non ti sei informato abbastanza. Il film è stato deturpato è gravemente tagliato e questo ha causato prepotenti buchi (e non ellissi) nella consequenzialità spazio-temporale dell'opera. Nonostante tutto, si possono ancora trovare nel capolavoro impianti simbolici e raffinatezze quasi inesistenti in molte altri lavori dell'epoca muta. La storica precisione e scrupolosità del regista nel rappresentare la sua visione pessimistica della realtà riescono, aldilà dei tagli e delle censure, a rendere la dicotomia fra realismo e immaginario di una vivacità impressionante.
E questo non è che lo scarno rimasuglio di un vero capolavoro...
Fossi in te, proverei a regalare un'altra visione al film chiudendo gli occhi ogni volta che appaiono le didascalie.

P.S.: Von Stroheim, colgo l'occasione per segnalarlo, è stato anche un ottimo attore. Magnifico ne Il Viale Del Tramonto di Wilder.
_________________
Rubare in Sardegna è il Male.

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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 10-02-2005 16:14  
Per la precisione, ho appena trovato una cosa interessante:
"il film inizialmente aveva una durata di 9 ore, la versione uscita nelle sale di soli 100 minuti".
_________________
Rubare in Sardegna è il Male.

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Michi81

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 3120
Da: Lugano (es)
Inviato: 10-02-2005 16:35  
quote:
In data 2005-02-10 16:14, 13Abyss scrive:
Per la precisione, ho appena trovato una cosa interessante:
"il film inizialmente aveva una durata di 9 ore, la versione uscita nelle sale di soli 100 minuti".




Sì, la versione per le sale è frutto di un lavoro di sintesi che non può non essere stato sofferto e che ha inciso nella consequenzialità spazio-temporale dell’opera. Ma il film mantiene comunque la sua carica innovativa, coniugando con maestria una forma nuova, cruda, di realismo a momenti visionari.
Intervengo unicamente per dire che questo topic mi richiama alla memoria tanti ricordi: 5 o 6 anni fa aiutai un amico a svolgere un’analisi del film da presentare ad un seminario. Tante piacevoli serate di birra e von Stroheim. Purtroppo ne è passata di acqua sotto i ponti, e - oggi come oggi - non posso che constatare come ciò che è rimasto non sia che l’ombra, per giunta non ben definita.
_________________
"Mi esposa era al fiume, a lavare, un gringo l'aggredì e la voleva.."

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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 10-02-2005 18:48  
quote:
In data 2005-02-10 16:10, 13Abyss scrive:
Eh no Nancy, inizi già a perdermi colpi?
Attenzione a giocare con i grandi nomi poichè le cose si fanno più rischiose... ma sarà il caso che questa volta motivi un pò le mie parole. (A proposito, niente male il topic su Keaton...)

Von Stroheim è uno dei miei registi preferiti dellla prima parte del Novecento e Rapacità uno dei suoi migliori film (e non è che ne abbia fatti poi molti).
Purtroppo, forse grave tua mancanza, non ti sei informato abbastanza. Il film è stato deturpato è gravemente tagliato e questo ha causato prepotenti buchi (e non ellissi) nella consequenzialità spazio-temporale dell'opera. Nonostante tutto, si possono ancora trovare nel capolavoro impianti simbolici e raffinatezze quasi inesistenti in molte altri lavori dell'epoca muta. La storica precisione e scrupolosità del regista nel rappresentare la sua visione pessimistica della realtà riescono, aldilà dei tagli e delle censure, a rendere la dicotomia fra realismo e immaginario di una vivacità impressionante.
E questo non è che lo scarno rimasuglio di un vero capolavoro...
Fossi in te, proverei a regalare un'altra visione al film chiudendo gli occhi ogni volta che appaiono le didascalie.

P.S.: Von Stroheim, colgo l'occasione per segnalarlo, è stato anche un ottimo attore. Magnifico ne Il Viale Del Tramonto di Wilder.




Ammetto di aver esagerato apposta, per pura provocazione, che fortunatamente tu hai colto.
Von Stroheim non lo conosco per niente, ho visto giusto quest'opera. Ora tu mi vai a dire che da 9 ore è diventata di novanta minuti, allora non sono ellissi, bensì veramente dei buchi colossali. Che Von sia in buona fede non lo metto minimamente in dubbio, così come non metto in dubbio che la censura è tiranna, allora a questo punto ci sono due optional:
1) O ignorare sistematicamente l'Opera, in quanto danneggiata in modo parecchio grave, e quindi noi spettatori ci ritroviamo nell'impossibilità assoluta nel poterlo guardare con occhio oggettivo.
2) Oppure prenderlo lo stesso, e provare ad analizzarlo per quel che è, nonostante le barbarie della censura.
Dato che l'opzione 1 è fin troppo facile (e direi anche inutile), direi sia il caso di correre nell'opzione due.
Non metto in dubbio che ci siano impianti simbolici potenti in Rapacità, ma come già detto, proprio per i buchi temporali, non ci (o in questo caso, Mi) è permesso goderne appieno, in quanto questi elementi sono inseriti in un contesto sintagmatico poco funzionale. Come se in Rapacità noi assistiamo a tante belle immagini, ma raccordate male tra di loro, e di conseguenza, impotenti di poter essere un vero e proprio mezzo espressivo/narrativo.
Persino nella delineazione dei rapporti umani non abbiamo che i resti, in quanto la regia, come già detto, viene sostituito dalle didascalie. Così non vediamo questo realismo, queste trasformazioni intro.filmiche. Facendo un esempio concreto, per farci capire che la moglie del protagonista sta sempre di più diventando schiavo del denaro, Von non ci mostra dei segni, dei codici, bensì pensa di risolvere tutto con una bella didascalia: "La moglie di Mc è sempre più avara". E dopo 2 minuti, "E la sua avarizia cresce sempre di più".
Se ora tu mi stai dicendo che tutto questo è colpa della censura, allora ti posso anche dare pienamente ragione, e dire solo: "Vabbè Von, questa volta sei stato sfigato, sarà per la prossima".
Attendendo il prossimo film di questo regista..
_________________
eh?

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