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Buster Keaton e la Palla N° 13 |
NancyKid ex "CarbonKid"
Reg.: 04 Feb 2003 Messaggi: 6860 Da: PR (PR)
| Inviato: 02-02-2005 16:08 |
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Ebbene, eccomi qua a parlare di Buster Keaton, più precisamente de "La Palla N° 13". Con i pochi mezzi e le poche tecniche che i cineasti usavano all'epoca, mi ritrovo molto facilitato a parlare di quest'opera, ma nel contempo stesso molto in difficoltà, proprio per la "povertà" di elementi. Povertà giustamente messo tra virgolette, anche e soprattutto perchè forse collocare la mia mente all'effetto che ha avuto un'opera come questa a suo tempo è parecchio annebbiante, ci posso provare lontanamente, e potrò sicuramente scorgere, ma sempre lontanamente.
Keaton, insieme a Chaplin, fu sicuramente il Cineasta/Attore che si concentrò sulla mimetica visiva, per questo, in Palla N° 13, numerosissime sono le mezze figure ed i primi piani. Nella presentazione dei suoi personaggi, Keaton punta la sua macchina da presa direttamente sul volti di essi per coglierne la suggestiva espressione facciale. Il regista non disponeva di parole, così lasciava parlare il linguaggio mimico: la felicità, il dubbio, la tristezza, la delusione, erano tutti espressi mediante i volti degli attori, tutti tranne lui, il protagonista principale, come al solito fermo nella sua mono-espressività, tantochè fu definito "l'attore che non ride mai". Scelta sicuramente ben accettata, in quanto fu proprio questa sua immobilità espressiva, anche tra le situazioni più dinamiche, a renderlo unicamente Buster Keaton, il suo tocco d'attore più rarefatto e personale.
Come molti registi dell'epoca, il suo lavoro non si esauriva nel filmare le sue pellicole, infatti era anche un acrobata. Significativa in questo senso la scena del treno, realizzato esattamente così come si vede, senza trucchi o sotterfugi. Proprio in queste scene acrobatiche, così come nelle scene di inseguimento, che Keaton passa dalle mezze figure e dai primi piani, alla figura completa, o talvolta, addirittura ad una forma lontana di mezzocampolungo, dato che l'attenzione passa dall'uomo al suo contorno, che non è più solo decorativo, ma vero e proprio elemento essenziale dell'opera (la già citata scena del treno, e gran parte delle scene girate in esterno).
Sempre nelle scene di inseguimento si evidenzia la padronanza spaziale di questo cineasta, che gioca con oblique, sia dall'alto che dal basso, per espandere o meno lo spazio filmico. Interessante soprattutto la scena dove il protagonista viene messo alle strette dai due ganster, e con un'obliqua dall'alto non solo Keaton riesce ad espandere lo spazio, sottolineando la situazione critica del protagonista, ma addirittura riesce a dare già un tocco espressivo d'ombra (poi perfezionata dall'espressionismo tedesco)per mostrare la minaccia che viene proiettata contro il muro in cui si trova il povero protagonista.
Una ulteriore prova della padronanza spaziale di Keaton è data dalla scena del cinema, dove il protagonista si ritrova proiettato nello schermo. C'è quasi una vaga anticipazione del deep focus, dato che il regista è riuscito a dare una profondità di campo accentuata, senza però tagliare il piano degli spettatori della prima fila.
Difficile parlare di una vera e propria semiotica in questa pellicola, nonostante si possano cogliere diverse denotazioni connotative, come per esempio la scopa che il protagonista usa per pulire, che oggettivamente è si una scopa, ma anche segnale connotativo della condizione morale del personaggio, del suo basso livello sociale, che poi verrà riconfermata dalla scritta "Non era proprio un bravo detective".
Purtroppo, Keaton sarà parte di quei cineasti che morirà con l'avvento del sonoro.
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"Vuoi una sigaretta?"
"No grazie, ne ho appena spenta una. Sei pronto a diventare famoso?"
[ Questo messaggio è stato modificato da: NancyKid il 02-02-2005 alle 16:16 ] |
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sandrix81
Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 02-02-2005 16:15 |
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magari dico una vaccata, ma il titolo originale è Sherlock Jr., o sono due film diversi?
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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Marienbad
Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 02-02-2005 16:17 |
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quote: In data 2005-02-02 16:15, sandrix81 scrive:
magari dico una vaccata, ma il titolo originale è Sherlock Jr., o sono due film diversi?
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Sput
_________________ Inland Empire non l'ho visto e non mi piace |
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sandrix81
Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 02-02-2005 16:18 |
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argh
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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sandrix81
Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 02-02-2005 16:20 |
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però non ho detto una vaccata, ho solo fatto la mia solita figura del babbeo.
ok, vado di là a vederlo.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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NancyKid ex "CarbonKid"
Reg.: 04 Feb 2003 Messaggi: 6860 Da: PR (PR)
| Inviato: 02-02-2005 16:21 |
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quote: In data 2005-02-02 16:15, sandrix81 scrive:
magari dico una vaccata, ma il titolo originale è Sherlock Jr., o sono due film diversi?
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Si. Sinceramente non capisco come il titolo sia tramutato in Palla N° 13, quando Sherlock Jr. è proprio un titolo assai perfetto, in quanto rappresenta la proiezione del protagonista stesso nel suo sogno, il suo io ideale. Significante anche qui alcuni segni connotativi che giocano un ruolo fondamentale nella trasformazione del personaggio (che come già detto non poteva trasformare la sua espressività, in quanto monoespressivo di per sè), e che quindi neccessita di un linguaggio puramente iconografico per sottolineare la diversità tra l'ego e l'alter ego immaginato.
Cmq, si vede che già allora si divertivano a storpiare i titoli originali.
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"Vuoi una sigaretta?"
"No grazie, ne ho appena spenta una. Sei pronto a diventare famoso?"
[ Questo messaggio è stato modificato da: NancyKid il 02-02-2005 alle 16:24 ] |
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Marienbad
Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 02-02-2005 16:23 |
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quote: In data 2005-02-02 16:20, sandrix81 scrive:
però non ho detto una vaccata, ho solo fatto la mia solita figura del babbeo.
ok, vado di là a vederlo.
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Ma guarda, a mio avviso, uno sputo, lo meriti sempre e qualunque cosa tu dica, vera o falsa che sia.
Ah, dimenticavo.
Ebbravo Nancy
_________________ Inland Empire non l'ho visto e non mi piace |
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sandrix81
Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 02-02-2005 17:41 |
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quote: In data 2005-02-02 16:20, sandrix81 scrive:
ok, vado di là a vederlo.
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perdio, ma è veramente geniale!
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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NancyKid ex "CarbonKid"
Reg.: 04 Feb 2003 Messaggi: 6860 Da: PR (PR)
| Inviato: 02-02-2005 19:13 |
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quote: In data 2005-02-02 17:41, sandrix81 scrive:
quote: In data 2005-02-02 16:20, sandrix81 scrive:
ok, vado di là a vederlo.
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perdio, ma è veramente geniale!
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Si. Ricordiamoci che in questo film viene introdotto (se non erro, per la prima volta), il metacinema. Ed è anche qui che Keaton esprime il suo concetto di Cinema, ovvero quello di Sogno, dove si avverano i desideri più intimi. Il suo protagonista sogna di essere un bravo detective, ed è nella sua proiezione dentro il metacinema che questo si avvera. Per lui quel telone diventa la barriera che separa la vita al mondo dove tutto è possibile, ci ironizza, ci gioca, perchè è quello il significato di Cinema per la sua personalità. Il Cinema come specchio della realtà perfezionata. Questo è fantastico.
_________________ eh? |
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sloberi
Reg.: 05 Feb 2003 Messaggi: 15093 Da: San Polo d'Enza (RE)
| Inviato: 02-02-2005 20:12 |
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Quando ho un secondo voglio postare anch'io qualcosa su questo capolavoro.
E ricordo un bellissimo post di Mattia di no so quanti secoli fa su Buster in cui il nostro parlava di questo film.
_________________ E' ok per me! |
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Chenoa
Reg.: 16 Mag 2004 Messaggi: 11104 Da: Vittorio Veneto (TV)
| Inviato: 14-01-2008 11:22 |
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quote: In data 2005-02-02 16:08, NancyKid scrive:
Il regista non disponeva di parole, così lasciava parlare il linguaggio mimico: la felicità, il dubbio, la tristezza, la delusione, erano tutti espressi mediante i volti degli attori, tutti tranne lui, il protagonista principale, come al solito fermo nella sua mono-espressività, tantochè fu definito "l'attore che non ride mai". Scelta sicuramente ben accettata, in quanto fu proprio questa sua immobilità espressiva, anche tra le situazioni più dinamiche, a renderlo unicamente Buster Keaton, il suo tocco d'attore più rarefatto e personale.
Difficile parlare di una vera e propria semiotica in questa pellicola, nonostante si possano cogliere diverse denotazioni connotative, come per esempio la scopa che il protagonista usa per pulire, che oggettivamente è si una scopa, ma anche segnale connotativo della condizione morale del personaggio, del suo basso livello sociale, che poi verrà riconfermata dalla scritta "Non era proprio un bravo detective".
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Perché mettermi a spendere due parole su questa pellicola proprio ora? Beh, forse perché l'aria di cambiamenti del forum mi porta a volerlo migliorare un pochino anche con la mia miserrima opinione, intenzione che tra l'altro svanirà con la mia proverbiale pigrizia.
Ad ogni modo, ho quotato queste parole di Nancy per il semplice motivo che sono esplicative dello stile keatoniano, che se da un lato ricerca l'inespressività facciale, dall'altro carica gli elementi della scenografia e con cui Keaton stesso interagisce di un significato che va oltre la mera funzione dell'oggetto.
In questo caso quotato è la scopa, ma nella pellicola ne sono disseminati una moltitudine, ognuno con un ruolo ben preciso (e spesso anche più di un ruolo per lo stesso oggetto). E in tutte le opere di Keaton accadrà lo stesso (già dai cortometraggi).
Tant'è che è proprio il ridurre il mondo a oggetto che caratterizza davvero il suo cinema, basti pensare che proprio in Sherlock Jr il cinema per la prima volta viene visto come oggetto da manipolare secondo i propri sogni e i propri desideri.
Da un lato sfruttandolo come modo per risolvere gli incubi della realtà (scoprire in questo caso chi è il vero ladro della collana), dall'altro come classico esempio da imitare (scena finale in cui, guardando la pellicola, Keaton compie gli stessi gesti del protagonista con la sua ragazza). Rimembranze wildiane che ricordano che è soprattutto la vita a imitare l'arte. |
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Chenoa
Reg.: 16 Mag 2004 Messaggi: 11104 Da: Vittorio Veneto (TV)
| Inviato: 14-01-2008 11:24 |
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quote: In data 2005-02-02 16:21, NancyKid scrive:
Cmq, si vede che già allora si divertivano a storpiare i titoli originali.
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Esattamente. Certi titoli sono davvero ridicoli. |
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oronzocana
Reg.: 30 Mag 2004 Messaggi: 6056 Da: camerino (MC)
| Inviato: 14-01-2008 11:28 |
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quote: In data 2008-01-14 11:24, Chenoa scrive:
quote: In data 2005-02-02 16:21, NancyKid scrive:
Cmq, si vede che già allora si divertivano a storpiare i titoli originali.
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Esattamente. Certi titoli sono davvero ridicoli.
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non c'entra una mazza, ma Il petroliere, in arrivo, sembra un film su Moratti.
_________________ Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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Chenoa
Reg.: 16 Mag 2004 Messaggi: 11104 Da: Vittorio Veneto (TV)
| Inviato: 14-01-2008 11:30 |
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quote: In data 2008-01-14 11:28, oronzocana scrive:
non c'entra una mazza, ma Il petroliere, in arrivo, sembra un film su Moratti.
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Ahah, ma difatti passano gli anni e il solito viziaccio italiano non cambia... |
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