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Autore Una lunga domenica di passioni
Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 01-02-2005 20:14  
Ci sono registi eclettici, disposti a cambiare registro ad ogni piè sospinto.
Ci sono registi monocordi, impostati (nel bene e nel male) sempre sugli stessi accordi.
E ci sono registi che, seppur disposti a cambiare storie e mire, mantengono un inconfondibile marchio di fabbrica.
E’ questo il caso di Jean-Pierre Jeunet, uno tra i più preparati e affermati registi francesi dell’ultimo periodo.
Lanciato dal successo internazionale de “Il fantastico mondo di Amelie”, Jeunet cambia target filmico, ci propone il riadattamento di un famoso libro di Japrisot, ci vuole parlare di storie di vita, di intrecci.
Nel precedente lavoro il fulcro era Amelie. Le storie che ce la descrivevano la sorpassavano, s’incrociavano rapidamente, si sfioravano. Il “mondo” del film era la protagonista.
Jeunet imposta in tutt’altro modo il suo nuovo lavoro. Mathilde è il centro della scena, ma il motore ultimo dell’azione è Manech, il fidanzato morto in guerra, al quale Mathilde non vuole rinunciare, nemmeno di fronte all’evidenza. E le storie che sfiorano “la” storia, vengono tutte portate a termine, sottolineate, magari, anche da una sola inquadratura, da un solo movimento di macchina.
E proprio sul possesso e sulla padronanza della macchina da presa si basa l’operazione di Jeunet volta a farci vivere una storia già fatta, ma una ricerca in fieri, con un continuo movimento circolare, esplorando i confini possibili e reali degli spazi.
Significative, e intrise dell’idea del film e dell’ideale della storia, le inquadrature del treno che la protagonista usa per i suoi spostamenti, sempre ripreso con una carrellata all’indietro, nel verso opposto a quello del locomotore.
Jeunet parte alla grande, con uno degli incipit più incalzanti e struggenti di questo primo squarcio di millennio, un affresco appassionante e appassionato della vita di trincea nel 1918, contrappuntato da una voice off non sgradita e tutt’altro che fuori posto.
Il film, man mano che procede con la narrazione, si stempera, rimanendo tuttavia godibile e apprezzabile.
Jeunet pecca un po’, dando un’aria di già visto. La fotografia è orchestrata dal fedele Bruno Delbonnel, già autore delle ambientazioni pastose di Amelie. E il colore pastello caratterizza anche “Una lunga domenica di passioni”, messo periodicamente in risalto da una voluta freddezza cromatica con la quale vengono descritti gli scenari di guerra.
Ma non solo. La sceneggiatura è piena di quelle piccole manie, quegli ammiccamenti, quegli insoliti luoghi comuni che tanto avevano stupito e affascinato nella storia di Amelie.
Un lavoro cmq di buon livello (aiutato dai soldi della Warner, la quale ha favorito anche l’ingaggio di Angelo Badalamenti per le musiche), che testimonia tutto sommato uno stato di buona salute e di vitalità del cinema francese odierno.


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"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 02-02-2005 01:27  
piè quando minchia mi mandi la rece di suddetto film?
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eh?

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Shaka1978

Reg.: 11 Dic 2002
Messaggi: 379
Da: PsE (AP)
Inviato: 21-02-2005 11:18  
Uscito dal cinema, non avevo capito soltanto una cosa: perchè "una lunga domenica"?

Titolo a parte, qualche giudizio su questo film che, a quanto pare, non ha catturato molto l'attenzione del pubblico.

Significativo, fra l'altro, che quando sono andato a vederlo ci hanno collocati in quella che penso sia la sala da cinema più piccola in cui io sia mai stato. Oltre alla mia comitiva di sei persone ce n'erano altre 2... sembrava di stare su un aereo. E'per discrezione che non siamo andati a fare casino alla biglietteria, ma alla fine l'effetto complessivo non era neanche male.

Parentesi chiusa, il ritmo e lo spirito di questo film si capiscono dalle prime inquadrature: non si tratta d'amelie, certo, ma quel che conta è che la leggera diminuzione di spensieratezza corrisponde ad una regia un po'frammentaria, decisamente poco lineare, fatta pressochè interamente di due espedienti: l'introduzione a ruota di nuovi personaggi e relativi flash-back.

A volte questo ritmo può lasciare lo spettatore attonito: capire tutti i passaggi della storia, i perchè ed i come, non è sempre facilissimo. Inoltre, questi passaggi mancano di tensione, in parte per l'ironia, in parte per la riproposizione della storia (1ma guerra mondiale) secondo diversi punti di vista.

Non mancano certo le presentazioni alla Jeunet: il primo tempo è senz'altro ricco di scene "ameliane" da questo punto di vista e, in genere, l'umorismo proposto ha uno spirito abbastanza "familiare". E' che trasformando la trama in qualcosa di "tragico", la visionarità di questo regista cambia di segno e diviene esaltante. Per chi l'ha visto, le due(?) scene d'omicidio-vendetta sono le più sontuose che io abbia mai visto in un film (specie la prima).

Il tutto conduce alla conclusione, che definire è già fornire uno spoiler. Una parola vaga: significativo.

E' certo che molte delle scene contenute non possono non rimanere impresse nella memoria.
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"Se tu dovessi incontrare Dio, lo trapasserai"(KillBill) "It's water, that's all"(Dancer in the dark) "La rivoluzione non passa per il buco del culo"(Fragola&Cioccolato) "Come si fa ad essere maschilisti con2tette di quella portata?"(Tutto su mia madre)

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 21-02-2005 13:54  
L'ultimo film di Jeunet, ovvero come prendere un romanzo dalla trama sconclusionata e senza capo nè coda (non giudico il romanzo non avendolo letto), trasformarlo in una sceneggiatura pessima (soprattutto dal punto di vista delle idee) e farne un film dimmerda grazie ad una regia incredibilmente monotona e fastidiosa.

tenendo buoni l'apparizione della Foster, le musiche di Badalamenti e il culo della Tautou, il resto è anzichenò irritante.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Shaka1978

Reg.: 11 Dic 2002
Messaggi: 379
Da: PsE (AP)
Inviato: 21-02-2005 15:58  
Azz non l'avevo trovato sto post quando ho scritto il mio... vabbò se potete accorpatelo che ve devo dì smack
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ZoraGhost

Reg.: 15 Feb 2005
Messaggi: 2383
Da: House Domina (es)
Inviato: 23-02-2005 15:45  
E' quasi un insulto paragonare questo film con il Favoloso Mondo di Amelie.
Sì, è la stessa troupe, lo stesso regista, e sì, Audrey Tautou interpreta quasi lo stesso personaggio. Ma lasciate stare Jean Pierre Jeunet, questo è il SUO stile.
Accusereste Beethoven perchè le sue sinfonie hanno una melodia simile?
Il film ha veramente tante carte da giocare. Prendete due minuti di questa pellicola, due minuti qualsiasi, e troverete più idee originali che in tutto Neverland (decente, per carità, ma nulla di sensazionale)

La fotografia è molto granulosa, e descrive molto aspramente le scene ambientate durante la grande guerra, per divenire luminosa e leggera nelle scene in campagna,a casa di Mathilde.
Tutto sta a seguire una trama estremamente complicata che, devo ammetterlo, è l'unica debolezza di un altrimenti perfetto film.
Con così tanti personaggi e con talmente tante sottotrame, alcuni spettatori possono ritrovarsi un pò spiazzati, specialmente verso la fine.
Ma è il problema minore se il pubblico focalizza l'attenzione sulla trama principale: la ricerca della persona amata.
Anche di fronte all'evidenza della morte.
Così, anche attraverso tutte le intricate sottotrame, la storia principale (ed anche il suo finale) resta sempre all'orizzonte.
Ma non vi fate scoraggiare dai difetti nel film di Jeunet. Di questi tempi, una fantasia così notevole va premiata.

Per farla breve, questo film è un capolavoro.
La recitazione è forte, le scene mozzafiato ed oltretutto, così tanta attenzione è stata messa nei dettagli che si ha la sensazione precisa che si tratta più di un lavoro d'amore, piuttosto che una grossa produzione.
Penso davvero che se il cinema francese non fosse rinchiuso nella solita produzione di film familiari-drammatici potrebbero venir fuori più film spettacolari come lo è una lunga domenica di passioni.

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Parole di burro

[ Questo messaggio è stato modificato da: ZoraGhost il 23-02-2005 alle 15:52 ]

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GionUein

Reg.: 20 Mag 2003
Messaggi: 4779
Da: taranto (TA)
Inviato: 23-02-2005 15:49  
Devo vederlo assolutamente allora.
Se è addirittura più bello di Amèlie ....

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U N I T A C I N E F I L A

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0Kway0

Reg.: 14 Set 2003
Messaggi: 64
Da: Cologna Veneta (VR)
Inviato: 23-02-2005 16:52  
quote:
In data 2005-02-23 15:45, ZoraGhost scrive:
Per farla breve, questo film è un capolavoro.
La recitazione è forte, le scene mozzafiato ed oltretutto, così tanta attenzione è stata messa nei dettagli che si ha la sensazione precisa che si tratta più di un lavoro d'amore, piuttosto che una grossa produzione.
Penso davvero che se il cinema francese non fosse rinchiuso nella solita produzione di film familiari-drammatici potrebbero venir fuori più film spettacolari come lo è una lunga domenica di passioni.

[ Questo messaggio è stato modificato da: ZoraGhost il 23-02-2005 alle 15:52 ]



Anche io sono rimasto molto colpito.
Alcune scene di guerra sono rese incredibilmente crude grazie alla maestria con la quale il regista si regge sul filo che separa la favola dall'incubo. La prima apre il cuore il secondo affonda il colpo.



[ Questo messaggio è stato modificato da: 0Kway0 il 23-02-2005 alle 16:53 ]

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 23-02-2005 17:08  
quote:
In data 2005-02-23 15:45, ZoraGhost scrive:
E' quasi un insulto paragonare questo film con il Favoloso Mondo di Amelie.
Sì, è la stessa troupe, lo stesso regista, e sì, Audrey Tautou interpreta quasi lo stesso personaggio. Ma lasciate stare Jean Pierre Jeunet, questo è il SUO stile.
Accusereste Beethoven perchè le sue sinfonie hanno una melodia simile?



Ma non ti contraddici un tantinello?
Tutto uguale, tutto simile, ma lasciate stare Jeunet, questo è il suo stile (cioè tutto uguale, tutto simile, da Delicatessen a oggi). E perchè lasciarlo stare se è così simile. Il paragone con Amelie s'impone alla vista, non alla razionalità. E' un paragone/parallelo proprio determinato dall'evidenza dello stile
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ZoraGhost

Reg.: 15 Feb 2005
Messaggi: 2383
Da: House Domina (es)
Inviato: 23-02-2005 20:39  
Capisco.
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Ho visto troppa crudeltà in questa casa, per volerne infliggere.

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Shaka1978

Reg.: 11 Dic 2002
Messaggi: 379
Da: PsE (AP)
Inviato: 23-02-2005 23:46  
Zora la tua firma mi fa pensare al personaggio che la pronuncia: un mito. Nel mio intervento facevo proprio riferimento alle scene che la ritraggono (spettacolo) cui aggiungerei la scena dell'orologio inceppato (e del messaggio tardivo...) e (SPOILER) dell'esecuzione, così isolata (anche nello stile!) dal fluire della storia.

Più ci penso, più ritrovo scene veramente belle
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Hawke84

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 5586
Da: Cavarzere (VE)
Inviato: 26-02-2005 21:45  
quote:
In data 2005-02-01 20:14, Petrus scrive:

E proprio sul possesso e sulla padronanza della macchina da presa si basa l’operazione di Jeunet volta a farci vivere una storia già fatta, ma una ricerca in fieri, con un continuo movimento circolare, esplorando i confini possibili e reali degli spazi.



ecco...mi togli le parole di bocca e poi non vuoi che ti citi!
non commetto ancora una volta l'errore di fermarmi a lapidare uno script che giocherella molte volte con l'assurdo. preferisco sta volta sottolineare la grande personalità e testardaggine di un regista veramente curioso. Uno stile subito riconoscibile anche solo da come viene impostato un primo piano. Eccoli, i soliti primi piani di Jeunet, talvolta primissimi: m.d.p. leggermente alta e inclinata a deformare il volto del personaggio che molte volte arriva così a sfiorare la caricatura.
Jeunet fa avanti-indietro nel tempo ripassa e riesplora le stesse sequenze e gli stessi spazi sempre aggiungento o sottolineando qualcosa, sembra davvero divertirsi e voler divertire.
Molti invece lo odieranno per questo, come odieranno la persistenza dell'immancabile voce off.
Altro marchio di fabbrica del suo cinema, un mezzo dai più detestato (giustamente?) che gli consente di legare e giustificare voli e manie.
Un regista tanto affascinante quanto controverso.

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riddick

Reg.: 14 Giu 2003
Messaggi: 3018
Da: san giorgio in bosco (PD)
Inviato: 27-02-2005 11:37  
i primi dieci minuti valgono da soli il biglietto. bello, bellissimo film
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M.O.I.G.E. al rogo

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