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Autore Velluto Blu
alessio984

Reg.: 10 Mar 2004
Messaggi: 6302
Da: Napoli (NA)
Inviato: 09-02-2005 23:48  
deep ti consiglio di mettere questo film nell'archivio. Dopo cancella pure il mio post
_________________
Preferiremmo volare sulla luna piuttosto che dire le parole giuste quand'è tempo di dirle

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willoz

Reg.: 08 Mar 2004
Messaggi: 3701
Da: trento (TN)
Inviato: 10-02-2005 01:38  
quote:
In data 2005-02-09 23:48, alessio984 scrive:
deep ti consiglio di mettere questo film nell'archivio. Dopo cancella pure il mio post




Ok Ale
ma sto topic (che tralaltro avevo rimosso) è una vera merda considerato il film a cui fa riferimento..io lo eliminerei seduta stante.
Oronzo che fa la figura di Taxidriver..pissing,coprofagi..
ma che cazzo.
_________________

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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 10-02-2005 09:13  
quote:
In data 2005-02-10 01:38, willoz scrive:


Ok Ale
ma sto topic (che tralaltro avevo rimosso) è una vera merda considerato il film a cui fa riferimento..io lo eliminerei seduta stante.
Oronzo che fa la figura di Taxidriver..pissing,coprofagi..
ma che cazzo.




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Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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hal9000

Reg.: 13 Set 2004
Messaggi: 1519
Da: treviglio (BG)
Inviato: 10-02-2005 12:45  
VELLUTO BLU di David Lynch

Niente è ciò come sembra o appare. Anche nel miglior giardino lavorato all’inglese si può celare un numero spropositato di scarafaggi che vivono nell’ombra dei dolci e perfetti fili d’erba. Con questo inizia il film di David Lynch, con un uomo che annaffia tranquillamente il suo prato e che, per colpa di un infarto, cade al suolo. Da lì in poi nulla sarà come prima. Infatti, Jeffrey, il figlio dell’uomo, al ritorno dalla visita al padre all’ospedale, percorre una normale stradina di campagna. Nel tentativo di trovare un sassolino da lanciare verso una baracca di legno abbandonata, al giovane capita invece tra le mani un orecchio umano mozzato a chissà quale malcapitato. Da onesto e ragionevole cittadino, lo raccoglie e lo porta alla stazione di polizia, e da qui inizia il viaggio del giovane nell’america sporca,criminale, nascosta dietro i visi solari, sorridenti e felici dell’altra faccia della medaglia. Improvvisatosi detective, il protagonista decide di ignorare i consigli della polizia e di indagare per conto suo. Di lì a poco verrà coinvolto da una cantante di night club, Dorothy Vallens, in un affare pieno di sesso, violenza e droga. Pur consapevole dei rischi a cui va incontro, Jeffrey si spingerà troppo oltre, fino al punto di non ritorno. Il film di Lynch principalmente è una metafora delle contraddizioni dell’uomo, del male celato e nascosto anche nella persona più “pura” in apparenza. Diviso nettamente in ambientazione diurna (colori tenui e luci calde) e in notturna (colori cupi e sporchi, luci fredde-grigio), Velluto blu è anche uno studio dell’animo umano. Jeffrey, classico bravo ragazzo, non solo entra involontariamente nel giro, ma, forse(?) senza accorgersene, ne rimane affascinato: una donna sexy e sola, un criminale psicopatico drogato e i suoi strafatti scagnozzi, sono l’esatto opposto delle persone perbene e gentili che popolano il mondo acqua e sapone di Jeffrey. Una fuga temporanea verso un’ esistenza alternativa e pericolosa, popolata da gente di ogni tipo e ricca di rischi. Una rivendicazione e un lieto fine ci saranno, ma non è forse vero che anche noi, esseri umani rispettosi della legge (…), non rimaniamo, a volte inconsciamente affascinati da questi mondi secondari? Anche se a volte ce ne teniamo alla larga, spesso invidiamo quella libertà sfrenata, libertà non gradita alla legge, ma sempre libertà di compiere azioni eccessive. Non dimenticando però ciò che Lynch vuole principalmente comunicare, ossia l’assenza completa della conoscenza di una persona (come già visto in modo differente in Psyco). Ma la cosa che più può spaventare è che anche noi stessi non ci conosciamo fino in fondo, e quindi non potremmo (mai) sapere fino a che punto potremmo spingerci; vedi l’esempio della cantante Dorothy che, anche se oppressa da un maniaco, appena ne ha l’occasione approfitta, seppur per poco, della situazione scomoda in cui è capitato Jeffrey, e tenta in veste malinconica, di abusarne.
Un dettaglio particolare è l’inserimento nel film di inquadrature di candele che vengono spente con un soffio, quasi una metafora della lieve vena surreale del racconto. Invece, a fine film, poco prima del rappacificamento di Jeffrey e della fidanzata, al posto di candele, troviamo tre lampadine elettriche che cessano di illuminare con la loro luce elettrica e artificiale la scena vuota,quasi a significare un ritorno alla vita di tutti i giorni. Ma ciò potrebbe anche rappresentare il ritorno ad una vita irreale perché tranquilla e perfetta, mentre la dolce e naturale luce delle candele è metafora del reale e oscuro mondo che spesso neghiamo di abitare.

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"Anche i pomodori sanno che non si sfugge al passato"

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HistoryX

Reg.: 26 Set 2005
Messaggi: 4234
Da: cagliari (CA)
Inviato: 02-11-2005 12:59  
L'ho visto due volte, la prima tanti anni fa in seconda se non terza serata senza sapere titolo o autore.
L'ultima due giorni fa seguendo i lavori di Linch, nel dvd c'era anche un bel documentario con interviste agli addetti a distanza di anni che consiglio di vedere.
Da aggiungere a quanto già detto c'è poco, a parte che il budget era ridotto, e credo si veda...
A parte Dennis Hopper superlativo, il resto del cast è risultato mediocre nell'insieme o appena sufficente, non tanto Isabella Rossellini quanto Kile MacLachlan e Laura Dern, tutti alle prime armi o quasi.
Una nota la volevo dare all'interpretazione di Brad Dourif nell'unica scena dove compare(il locale con le grassone sul divano dove tengono il bambino), geniale e surreale.
Il finale forse un po scontato, ma continua il mio innamoramento al mondo di questo regista, un po come la scatola di mulholland drive, un oggetto scopre un nuovo universo, un orecchio porta dei ragazzi a divenire uomini scoprendo l'orrore della vita.
Un mondo senza Dio, senza il Padre porta al sonno della ragione, questo mi hanno trasmesso le apparizioni del padre di Jeffrey.

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Schizo

Reg.: 16 Ott 2001
Messaggi: 1264
Da: Aosta (AO)
Inviato: 04-04-2006 15:09  
BLUE VELVET di David Lynch 1986

Dopo il clamoroso fiasco di Dune (ma il film dovrebbe essere rivalutato) David Lynch piazza un colpo da maestro ritornando a temi a lui più congeniali e sfornando un vero e proprio manifesto d’autore. La storia ruota attorno al suo alter ego Kyle MacLachlan, il giovane Jeffrey che scivola lentamente (ma volontariamente) dentro una spirale di sesso, masochismo, sadismo e violenza, che però in fondo gli appartengono. L’inizio è spesso citato come uno degli esempi del talento registico di Lynch: il sipario blu si apre su una natura incontaminata, in cui i colori risaltano come overespressi, il rosso dei papaveri, il verde del prato, il bianco della staccionata. Ma dietro questa visione tranquillizzante e bucolica, scendendo in profondità, oltre la segnatura di tutte le cose, brulica un mondo di neri insetti con un terribile disturbante ronzio di fondo.Il film è tutto in questo contrasto, in questa distanza tra gli opposti, ma anche nella possibilità che questi opposti possano essere albergati in uno stesso individuo. Il viso da bravo ragazzo di Jeffrey, sveglio studente di Lumberton, citta dove si abbattono alberi e si lavora il legno (con un motivetto ripreso da Enrico Grezzi in Blob) contrasta con le manie vojeuristiche e gli abbandoni istintuali cui si concede. Rivelatoria la scena in cui Jeffrey dopo aver baciato castamente la fidanzata modello (una convincente Laura Dern) subito dopo si ritrova tra le gambe della cantante Dorothy, perversa sadomasochista, con la sindrome di Stoccolma (una coraggiosa ma lignea Isabella Rossellini), che gode solo se picchiata dal suo giovane amante. L’orecchio trovato in mezzo al verde campo è la porta d’ingresso verso questo incubo a cascata che si avviluppa al nostro protagonista facendolo precipitare senza arrivare mai allo schianto. La Dorothy che canta Blue Velvet ammirata dal giovane Jeffrey ma anche dal sadico pervertito Dennis Hopper (interpretazione da manuale psichiatrico tra un esalazione di gas esilarante e l’altra) rappresenta tutta la sensualità selvaggia e inespressa, che solo due labbra rosso scarlatto possono in qualche maniera lasciare intravedere.
Eppoi questa musica che non è solo colonna sonora ma asse portante del film (inizia qui la fortunatissima collaborazione con Angelo Badalamenti).“Nei sogni io cammino con te, nei sogni io posso toccarti” canta Roy Osiborne, ma nel film non è l’angelica Laura Dern a intonarla ma guarda caso proprio il diabolico Dean Stockwell, quasi a sottolineare ancora una volta la natura ambigua e affascinante del Male. Quella natura ambigua presente anche nel giovane Jeffrey e che porta Dorothy ad esclamare “Mi ha infettato la sua malattia” rivolgendosi al nostro alter ego Lynchiano.
E’ proprio un mondo strano e non basteranno due lieti fine consecutivi a cancellare dalla mente una esperienza così traumatica. Perché, ormai la lezione l’abbiamo imparata, dietro tutta questa armonia e apparente idillio, ci sono tumulti infernali ed equilibrismi diabolici, ombre lunghissime come in un paesaggio pomeridiano di Edward Hopper. E il sipario blu si chiude.

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 04-04-2006 15:14  
meraviglioso esempio di cinema visionario e surreale
e insuperabile saggio sul lato oscuro dell'essere umano


la mezzora in cui frank porta il protagonista a "fare un giro" è secondo me una delle parentesi più belle della storia del cinema

[ Questo messaggio è stato modificato da: kagemusha il 04-04-2006 alle 15:16 ]

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AtHina

Reg.: 17 Mar 2006
Messaggi: 17
Da: Spilamberto (MO)
Inviato: 04-04-2006 15:28  
Mi è piaciuto molto il film,in particolare Dennis Hopper,fuori di testa come il regista

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Kieslowski

Reg.: 09 Mag 2005
Messaggi: 1754
Da: Reykjavik (es)
Inviato: 04-04-2006 15:49  
quote:
In data 2006-04-04 15:09, Schizo scrive:
Dopo il clamoroso fiasco di Dune (ma il film dovrebbe essere rivalutato)




Bravo Schizo, concordo in pieno.
Parlando di Blue Velvet, ci tengo a dire due cosette trattandosi di uno dei miei film preferiti in assoluto (proprio l'altro giorno l'ho rivisitato per l'n-esima volta... posso dire di conoscerlo bene? no).

quote:
In data 2006-04-04 15:09, Schizo scrive:
La storia ruota attorno al suo alter ego Kyle MacLachlan, il giovane Jeffrey che scivola lentamente (ma volontariamente) dentro una spirale di sesso, masochismo, sadismo e violenza, che però in fondo gli appartengono



Qui non concordo del tutto: l'entrata di Jeff in questo maligno universo non mi sembra così lenta, possiamo quasi dire che quando l'occhio voyeuristico (suo, ma anche e soprattutto nostro) spia dalle fessure dell'armadio il ragazzo (e noi con lui) è già praticamente proiettato nella turbolenza dell'adulterio. Addirittura il ritrovamento dell'orecchio potrebbe costituire il punto di non ritorno nella vita di Jeff, sebbene la sua personalità ("Deve essere un lavoro bellissimo" rivolto al detective) aiuti e non poco il male a farlo suo.
Sulla scelta volontaria siamo d'accordo, sull'appartenenza di certi atteggiamenti un po' meno. Perchè è vero si che l'aggressività sale e si concretizza durante un rapporto carnale con Dorothy (o meglio con la sua violenza), ma essa non è che il frutto della scoperta del "marcio", quello "strano mondo" di cui amano confabulare i due giovani. E' quello strano mondo che ha partorito una seconda volta Jeff, fino al ritrovamento dell'orecchio certi costumi non potevano appartenergli, o almeno completamente (l'unica ipotesi plausibile, quella della violenza scaturita dalla disagievole situazione famigliare - per quanto non appaia, ma sull'apparenza lo sappiamo verte tutto il film - è in ogni caso troppo remota per stabilizzarsi).


quote:
In data 2006-04-04 15:09, Schizo scrive:
Eppoi questa musica che non è solo colonna sonora ma asse portante del film (inizia qui la fortunatissima collaborazione con Angelo Badalamenti).“Nei sogni io cammino con te, nei sogni io posso toccarti” canta Roy Osiborne, ma nel film non è l’angelica Laura Dern a intonarla ma guarda caso proprio il diabolico Dean Stockwell, quasi a sottolineare ancora una volta la natura ambigua e affascinante del Male. Quella natura ambigua presente anche nel giovane Jeffrey e che porta Dorothy ad esclamare “Mi ha infettato la sua malattia” rivolgendosi al nostro alter ego Lynchiano.



Qui non posso che sottoscrivere asserendo però che forse Blue Velvet è l'unico Lynch in cui la collaborazione con Badalmamenti, per quanto importante, non raggiunge la rilevanza di altre opere.
Lynch ha fatto nascere il film sostanzialmente dal motivo di Bobby Vinton, "Blue Velvet" appunto. Da questo si collega tutto il resto: Jeff rimane ipnotizzato sentendolo cantare da Dorothy, lo spettatore ne è folgorato quando esso scivola cinico nell'incipit. Lento, rilassante come il mondo in superficie, applicato alle immagini disegnate da Lynch diventa automaticamente un inno di guerra underground (nel senso che ritrae alla perfezione una società malefica nascosta nelle tenebre, non a caso Hopper spunta quasi sempre al calar del sole), pur sottostando alla serenità del proprio timbro musicale.
Il secondo fondamentale pezzo è "In Dreams" di Roy Orbison. Questo è addirittura più importante di quello precedente, riesce a scardinare i calcoli del regista stesso: applicato a sottolineare la perversione dell'antagonista (se così si può dire, in realtà c'è un po' di Hopper in ognuno di noi), riesce nell'impresa di squadrare non solo Frank (è la sua mania) ma tutto il mondo che egli si è costruito. "Cantami candy colored clown" ordina (come al solito) all'amico spacciatore e quest'ultimo lo fa rigorosamente in playback (nuovamente, niente è come sembra).
L'ultimo dei tre motivi portanti del film è "Mysteries Of Love" di Julee Cruise, utilizzato invece come sipario per i momenti di intima tenerezza dei due adolescenti. La magia e la delicatezza delle note di mysteries of love può arrivare fino a un certo punto, dopo il quale c'è spazio solo per il masochismo della mente umana.
Due canzoni per due lati dell'essere persone: il BENE e il MALE. Blue Velvet, di Vinton, è l'elastico che li lega e traballa ora da una parte ora dall'altra, cosciente però dell'Inesorabile che non lascia spazio a speranze.
Basti vedere il significato metaforico della parola velluto: qualcosa di caldo, avvolgente, che al suo interno nasconde però la freddezza e il marciume (ora io l'ho volutamente esegerato, ma questo è il concetto).
_________________

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valy1967

Reg.: 09 Giu 2005
Messaggi: 1002
Da: Roma (RM)
Inviato: 06-04-2006 19:48  
La scena della Rossellini nuda e sfatta dentro quel salotto americano mi fà sempre ridere e godere...che meraviglia...
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" Piantata tra i cedri e le querce,sperduta tra il nulla e l'addio"

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trelkowski

Reg.: 09 Mar 2006
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Da: palermo (PA)
Inviato: 07-04-2006 16:17  
VOTO 10

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Dick Laurant è morto

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penny78

Reg.: 14 Mar 2006
Messaggi: 48
Da: palermo (PA)
Inviato: 08-04-2006 15:40  
quote:
In data 2006-04-07 16:17, trelkowski scrive:
VOTO 10




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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 13-04-2006 16:40  
quote:
In data 2006-04-04 15:49, Kieslowski scrive:
quote:
In data 2006-04-04 15:09, Schizo scrive:
Dopo il clamoroso fiasco di Dune (ma il film dovrebbe essere rivalutato)




Bravo Schizo, concordo in pieno.
Parlando di Blue Velvet, ci tengo a dire due cosette trattandosi di uno dei miei film preferiti in assoluto (proprio l'altro giorno l'ho rivisitato per l'n-esima volta... posso dire di conoscerlo bene? no).

quote:
In data 2006-04-04 15:09, Schizo scrive:
La storia ruota attorno al suo alter ego Kyle MacLachlan, il giovane Jeffrey che scivola lentamente (ma volontariamente) dentro una spirale di sesso, masochismo, sadismo e violenza, che però in fondo gli appartengono



Qui non concordo del tutto: l'entrata di Jeff in questo maligno universo non mi sembra così lenta, possiamo quasi dire che quando l'occhio voyeuristico (suo, ma anche e soprattutto nostro) spia dalle fessure dell'armadio il ragazzo (e noi con lui) è già praticamente proiettato nella turbolenza dell'adulterio. Addirittura il ritrovamento dell'orecchio potrebbe costituire il punto di non ritorno nella vita di Jeff, sebbene la sua personalità ("Deve essere un lavoro bellissimo" rivolto al detective) aiuti e non poco il male a farlo suo.
Sulla scelta volontaria siamo d'accordo, sull'appartenenza di certi atteggiamenti un po' meno. Perchè è vero si che l'aggressività sale e si concretizza durante un rapporto carnale con Dorothy (o meglio con la sua violenza), ma essa non è che il frutto della scoperta del "marcio", quello "strano mondo" di cui amano confabulare i due giovani. E' quello strano mondo che ha partorito una seconda volta Jeff, fino al ritrovamento dell'orecchio certi costumi non potevano appartenergli, o almeno completamente (l'unica ipotesi plausibile, quella della violenza scaturita dalla disagievole situazione famigliare - per quanto non appaia, ma sull'apparenza lo sappiamo verte tutto il film - è in ogni caso troppo remota per stabilizzarsi).


quote:
In data 2006-04-04 15:09, Schizo scrive:
Eppoi questa musica che non è solo colonna sonora ma asse portante del film (inizia qui la fortunatissima collaborazione con Angelo Badalamenti).“Nei sogni io cammino con te, nei sogni io posso toccarti” canta Roy Osiborne, ma nel film non è l’angelica Laura Dern a intonarla ma guarda caso proprio il diabolico Dean Stockwell, quasi a sottolineare ancora una volta la natura ambigua e affascinante del Male. Quella natura ambigua presente anche nel giovane Jeffrey e che porta Dorothy ad esclamare “Mi ha infettato la sua malattia” rivolgendosi al nostro alter ego Lynchiano.



Qui non posso che sottoscrivere asserendo però che forse Blue Velvet è l'unico Lynch in cui la collaborazione con Badalmamenti, per quanto importante, non raggiunge la rilevanza di altre opere.
Lynch ha fatto nascere il film sostanzialmente dal motivo di Bobby Vinton, "Blue Velvet" appunto. Da questo si collega tutto il resto: Jeff rimane ipnotizzato sentendolo cantare da Dorothy, lo spettatore ne è folgorato quando esso scivola cinico nell'incipit. Lento, rilassante come il mondo in superficie, applicato alle immagini disegnate da Lynch diventa automaticamente un inno di guerra underground (nel senso che ritrae alla perfezione una società malefica nascosta nelle tenebre, non a caso Hopper spunta quasi sempre al calar del sole), pur sottostando alla serenità del proprio timbro musicale.
Il secondo fondamentale pezzo è "In Dreams" di Roy Orbison. Questo è addirittura più importante di quello precedente, riesce a scardinare i calcoli del regista stesso: applicato a sottolineare la perversione dell'antagonista (se così si può dire, in realtà c'è un po' di Hopper in ognuno di noi), riesce nell'impresa di squadrare non solo Frank (è la sua mania) ma tutto il mondo che egli si è costruito. "Cantami candy colored clown" ordina (come al solito) all'amico spacciatore e quest'ultimo lo fa rigorosamente in playback (nuovamente, niente è come sembra).
L'ultimo dei tre motivi portanti del film è "Mysteries Of Love" di Julee Cruise, utilizzato invece come sipario per i momenti di intima tenerezza dei due adolescenti. La magia e la delicatezza delle note di mysteries of love può arrivare fino a un certo punto, dopo il quale c'è spazio solo per il masochismo della mente umana.
Due canzoni per due lati dell'essere persone: il BENE e il MALE. Blue Velvet, di Vinton, è l'elastico che li lega e traballa ora da una parte ora dall'altra, cosciente però dell'Inesorabile che non lascia spazio a speranze.
Basti vedere il significato metaforico della parola velluto: qualcosa di caldo, avvolgente, che al suo interno nasconde però la freddezza e il marciume (ora io l'ho volutamente esegerato, ma questo è il concetto).




Dal punto di vista narrativo l'entrata di Jeffrey nelle tenebre dell'animo umano avviene prima attraverso lo sguardo vojeuristico, poi attraverso l'attrazione-repulsione della fase orale e infine accettando la doppia relazione fidanzata amante che esplora la fase genitale.
L'atteggiamento di Dennis Hopper verso il bel faccino di Jeffrey potrebbe rappresentare la fase anale.
La malattia di Jeffrey attraversa un periodo di incubazione, poi avviene l'esplosione...
_________________
True love waits...

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