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Nell'oblio della disperazione |
mario54
Reg.: 20 Mar 2002 Messaggi: 8838 Da: nichelino (TO)
| Inviato: 18-02-2005 11:32 |
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Nell'oblio della disperazione
Al suo interno compaiono in prima fila individui per lo più: oppressi ed emarginati. Questi detti scarti umani, fanno tutti parte di un’aggregazione d’anime socialmente ed economicamente sconfitte, che non hanno saputo o hanno voluto accettare l’etica e le direttive di Massa comuni.
Gli uni in tale ambiente vivono imprigionati con le proprie sofferenze e le loro passioni! … In corrente condizione, i medesimi per far prevalere i loro bisogni umani usano spesso la forza istintiva animalesca a scapito della ragione! Qui l’Anima di questi poveri cristi, o diavoli (disadattati) appare di certo nitida, poiché l’attinente involucro protettivo dell’essere e alquanto trasparente.
Essi gridano e producono scompiglio, allo scopo di fare percepire agli altri che sono ancora sensibilmente vivi! … Non di meno: amplificano a dismisura le proprie tribolazioni, e la loro “aggressività” prevalentemente auto-difensiva.
_________________ Vivien Leigh - Non voglio realismo, voglio magia! |
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anthares
Reg.: 21 Set 2004 Messaggi: 14230 Da: Trento (TN)
| Inviato: 18-02-2005 11:43 |
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interessante lettura.
ed è tutto abbastanza vero, quello che c'è scritto, specie l'aggressività manifestata che serve loro per attirare l'attenzione degli altri.
a volte basta dare un piccolo aiuto, tendere la mano, aiutarli ad uscire dal pantano in cui vivono, fargli intravedere un pò di speranza che le cose possano cambiare,e l'aggressività scompare e lascia posto alla dolcezza.
non sempre, ma a volte succede, ed è molto bello, molto gratificante.
_________________ ci vuole intelligenza.. per capire di essere idioti. |
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mario54
Reg.: 20 Mar 2002 Messaggi: 8838 Da: nichelino (TO)
| Inviato: 18-02-2005 11:51 |
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quote: In data 2005-02-18 11:43, anthares scrive:
interessante lettura.
ed è tutto abbastanza vero, quello che c'è scritto, specie l'aggressività manifestata che serve loro per attirare l'attenzione degli altri.
a volte basta dare un piccolo aiuto, tendere la mano, aiutarli ad uscire dal pantano in cui vivono, fargli intravedere un pò di speranza che le cose possano cambiare,e l'aggressività scompare e lascia posto alla dolcezza.
non sempre, ma a volte succede, ed è molto bello, molto gratificante.
| Esattamente... la storia che ho scritto prende spunto d’osservazione analitica del legame connesso da Williams al suo precedente romanzo scritto nel 1944 intitolato: “Lo Zoo di Vetro”.
In questa narrazione letteraria americana trasportata a seguito mediante teatro e cinema, si evidenziano, di fatto, gli istinti umani più repressi. In dato isolamento famigliare, prevalentemente di forte miseria economica, si porta in luce una ragazza (zoppa) socialmente emarginata, che collezionava piccoli animali di vetro, dei quali quello dell’Unicorno. Questo solitario cavalluccio di vetro colorato, sempre in disparte, rappresenta con chiarezza la metafora del suo essere diverso dagli altri.
In tale letteraria si narra che Tom. Il fratello maggiore di questa disabile fisica di nome Laura, era morbosamente innamorato di lei, Tra l’altro lo stesso Tom era un poeta incompreso che lavorava in un piccolo magazzino di scarpe, mentre sua madre Amanda, viveva totalmente immersa e frastornata, nei ricordi sfioriti del proprio passato
_________________ Vivien Leigh - Non voglio realismo, voglio magia! |
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