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FilmUP Forum Index > Under_Score > Off Topic > non c'è gusto a stare e basta   
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Autore non c'è gusto a stare e basta
royearle
ex "meskal"

Reg.: 06 Mag 2005
Messaggi: 6294
Da: napoli (NA)
Inviato: 24-02-2006 23:16  
quote:
In data 2006-02-24 21:39, Tenenbaum scrive:
quote:
In data 2006-02-24 20:23, royearle scrive:
No no, piantatela per favore, stare male e stare bene perché ci si sente vivi ecc. ecc. vuol dire semplicemente che non si sta poi così male, o sono considerazioni che si fanno quando si comincia già a stare meglio.
Stare male significa stare male.
Francamente non credo che la maggior parte dei suicidi sia dovuta a noia, o allo stare moderatamente bene.



se non avessi messo di mezzo i suicidi andava tutto bene



ma no, ci voleva l'esempio forte.

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Chenoa

Reg.: 16 Mag 2004
Messaggi: 11104
Da: Vittorio Veneto (TV)
Inviato: 25-02-2006 00:01  
Io comunque ti quoto, Royearle...

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denisuccia

Reg.: 14 Apr 2002
Messaggi: 16972
Da: sanremo (IM)
Inviato: 25-02-2006 00:44  
quote:
In data 2006-02-24 20:23, royearle scrive:
Stare male significa stare male.



... cioè come stai tu quando manco io?

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royearle
ex "meskal"

Reg.: 06 Mag 2005
Messaggi: 6294
Da: napoli (NA)
Inviato: 25-02-2006 00:58  
eggià.

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mulaky

Reg.: 09 Lug 2002
Messaggi: 32104
Da: Catania (CT)
Inviato: 25-02-2006 01:41  
quote:
In data 2006-02-24 22:31, seanma scrive:
Questo topic,ora come ora,manca totalmente di senso.

ma non dire castronerie, simone!
il topic ha un senso tant'è che non ci sono stati off topic (al max 2/3 post) ma si sono tutti attenuti al nocciolo della questione posta da costy.
e poi non capisco perchè se non sei d'accordo con lei, allora il topic nn ha senso.
il succo è che hai scritto una gran cazzata. tra qualche ora magari ne riparliamo e mi spieghi che cosa "non ha un senso"
_________________
What you fear in the night in the day comes to call anyway

Well darling if the shit came out then, I suppose that the shit went in

(A.D.)

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liliangish

Reg.: 23 Giu 2002
Messaggi: 10879
Da: Matera (MT)
Inviato: 25-02-2006 10:33  
quote:
In data 2006-02-24 19:25, vietcong scrive:

però vi prego, risparmiatemi la retorica della piattezza della felicità e della serenità. Forse l'eccessiva sicurezza può condurre a un'esistenza piatta ma per come la vedo io la felicità è sempre estatica e sempre la benvenuta.





quoto Viet.
io nel male non ci sto affatto bene. preferisco la calda serenità.

La noia, come diceva il padre della Ginzburg, è di chi non ha vita interiore.
_________________
...You could be the next.

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DottorDio

Reg.: 12 Lug 2004
Messaggi: 7645
Da: Abbadia S.S. (SI)
Inviato: 25-02-2006 11:53  
quote:
In data 2006-02-24 22:31, seanma scrive:
Innanzitutto mi parli del dolore come una ricerca,un modo di migliorarsi,un modo per farsi domande. Ma,dico io,perchè tutto ciò accada,è NECESSARIO provare dolore?Quello che non mi convince è la tua CARATTERIZZAZIONE del dolore come di un apriori positivo,come entità astratta che ci guida e ci sorveglia.


Il piacere non esisterebbe senza dolore.
Mi spiego meglio.
Le più grandi soddisfazioni (piaceri) le ho ottenute superando molte avversità, turbamenti e profonde perdite di fiducia in me stesso (penso sia uno dei dolori più profondi che si possa provare), attraversando periodi che al pensiero rabbrividisco a dover rivivere e che in effetti odiavo vivere anche in quei tempi.
Però a posteriori tutto m'è stato incredibilmente più chiaro rendendomi conto che quei profondi malumori e paranoie erano indispensabili affinchè provassi un piacere molto maggiore negli anni a venire.
Difatti ora comincio a veder ricompensati tanti miei sforzi e sacrifici, seppure non dovrò mai demordere e continuare lo stesso a sacrificarmi e a evitare di lasciarmi andare al tentabile piacere effimero.
Purtroppo è così, la vita è piena di dolori, c'è chi ne vede una visione pessimistica come poteva essere Leopardi, e chi ne vede una ottimistica (come il sottoscritto) ovvero il dolore come manifestazione e sintesi del piacere.
Potrei ridurmi a definire il piacere come un semplice superamento dei dolori dove questi sono direttamente proporzionali: maggiori sono i dolori passati, maggiore sarà il piacere.
Naturalmente questa è solo la mia umile visione, a un livello soggettivo sicuramente valida ma priva di una valenza oggettiva per definizione, così come lo è la tua, quella di cos e quella di chi ti pare, come tra l'altro affermavi più avanti nel tuo post.
Tutto ciò perchè la filosofia non ha caratteri oggettivi, universali, validi per tutti, altrimenti sarebbe scienza, quindi sarà difficile ritrovarsi tutti d'accordo su tali argomenti; tuttavia il fascino della filosofia risiede proprio in questo e per tanto mi piace immensamente sviluppare certi discorsi.
_________________
Geppetto è stato l'unico uomo ad aver fatto un figlio con una sega

Attention: Dieu est dans cette boite comme ailleurs et partout!

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 25-02-2006 14:08  
Ma per favore mulaky dai. Se l'ha ammesso anche lei che tutto è stato posto confusamente,un motivo ci sarà. Ciò che intendo io con "senza senso" è che si sta parlando un po' sul vuoto e tutti,me compreso,se ne sono accorti.Se l'argomento fosse un po' circostanziato,avrebbe "senso" parlarne.

Qui ci si sta solo "scrivendo addosso",inutile far tante menate. E per tua informazione,se fossi d'accordo con Cos questa discussione mi avrebbe già stufato. Se sono intervenuto è per il piacere della dialettica matura,dato che Costanza è una ragazza evidentemente affidabile e matura,perlomeno da questo punto di vista.

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 25-02-2006 14:15  
quote:
In data 2006-02-25 11:53, DottorDio scrive:


Paolo(se posso chiamarti per nome)la cosa che dico io è immensamente più semplice e se vogliamo ovvio di questo tuo pur giustissimo discorso. Sono il primo ad aver sperimentato gli effetti di crescita che il dolore mi ha portato. Ma si può crescere conoscendo,amando, nonchè(perdona la banalità)vivendo.

Continuo a dire che il dolore in sè non è considerabile positivamente. Positivi possono essere i suoi effetti.
_________________
sono un bugiardo e un ipocrita

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83Alo83

Reg.: 26 Mag 2002
Messaggi: 16507
Da: Palermo (PA)
Inviato: 25-02-2006 14:22  
quote:
In data 2006-02-25 10:33, liliangish scrive:
quote:
In data 2006-02-24 19:25, vietcong scrive:

però vi prego, risparmiatemi la retorica della piattezza della felicità e della serenità. Forse l'eccessiva sicurezza può condurre a un'esistenza piatta ma per come la vedo io la felicità è sempre estatica e sempre la benvenuta.





quoto Viet.
io nel male non ci sto affatto bene. preferisco la calda serenità.

La noia, come diceva il padre della Ginzburg, è di chi non ha vita interiore.


tutto ciò che chiedo dalla vita, è annoiarmi.
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Mi contraddico, forse?
Ebbene mi contraddico, ma sono vasto, contengo moltitudini.

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DottorDio

Reg.: 12 Lug 2004
Messaggi: 7645
Da: Abbadia S.S. (SI)
Inviato: 25-02-2006 15:11  
quote:
In data 2006-02-25 14:15, seanma scrive:
quote:
In data 2006-02-25 11:53, DottorDio scrive:


Paolo(se posso chiamarti per nome)la cosa che dico io è immensamente più semplice e se vogliamo ovvio di questo tuo pur giustissimo discorso. Sono il primo ad aver sperimentato gli effetti di crescita che il dolore mi ha portato. Ma si può crescere conoscendo,amando, nonchè(perdona la banalità)vivendo.

Continuo a dire che il dolore in sè non è considerabile positivamente. Positivi possono essere i suoi effetti.



Discorso giustissimo e interessante.
il crescere conoscendo, amando e vivendo: hai fatto un po' un riassunto (seppur sbrigativo) dello stile di vita che perseguo, o che per lo meno tento di perseguire.
Lasciando stare le scazzonate che spesso sparo sul satanismo, bestemmie, depravazione e altre menate di cui solitamente parlo principalmente per gusto dello scazzo, appunto, concepisco alla base del buo proseguire della vita appunto l'amore.
Ovviamente non mi riferisco all'amore solitamente inteso di una tremenda dolce cotta giovanile o di quello più maturo che ci dovrebbe essere (il condizionale mi par d'obbligo) all'interno di una felice coppia sposata, ma mi riferisco all'amore come affezionamento generale alle persone che ci circondano, quel sentimento così forte da spingerti a sacrificarti in nome degli altri.
sacrificarsi, questa è la parola chiave.
Cos'è l'amore se non un qualcosa che ti spinge a sacrificare parte di sè affinchè qualcun'altro ne provi piacere?
Il più delle volte quando qualcuno, a mente fredda, pensa di dover fare una cosa per qualcuno spesso si sente contrariato a farla soprattutto per motivi egoistici (principalmente la non voglia), e tra questi mi ci metto senza timore anch'io, però non sono paragonabili il senso di conforto e soddisfazione (autorealizzazione) di quando ci si è sacrificati per far star meglio qualcuno (il sacrificio, di per sè, è un privarci di qualcosa, quindi un dispiacere o addirittura un dolore) con il senso di rimorso per aver sfruttato egoisticamente il proprio tempo per perseguire un qualche piacere effimero (spesso m'è successo di rifiutare d'andare ad aiutare persone che avevano bisogno di me per mancanza di tempo, e poi quella presunta mancanza di tempo la sfruttavo o per uscire o per altre attività ludiche-ricreative).
La conoscenza, così come l'amore, comporta il suo alto sacrificio per essere perseguiti, nonostante poi spesso tali sacrifici vengano solitamente ripagati ampiamente è innegabile che essi esistano e siano una condizione basilare per trovare il piacere o la serenità.
Su tutti quelli che hanno detto preferisco la serenità al dolore rispondo dicendo "ma chi ha mai detto di preferire il dolore alla serenità?"
Io ho detto solo che per trovare il vero piacere è indispensabile il dolore.
Il mondo è un concerto dove l'affermazione di una cosa passa necessariamente dal suo opposto e che possa piacere o no è così.
Se poi per serenità viene inteso di finire carini carini i propri studi universitari, trovare il lavorino tranquillino tranquillino e terribilmente routinario da fare per quarant'anni tutti i giorni, trovare una personcina tranquilla tranquilla da sposare per fare famiglia in un piccolo appartamentino (naturalmente di propria proprietà per poter dire "questa è la mia casettina carina" dando una parvenza d'autonomia e sicurezza) per vivere senza tanti sussulti la propria vita in perfetta tranquillità ed equilibrio...beh, se questa qualcuno la può chiamare serenità lo faccia pure, ma io sinceramente la chiamo merda e altro non vorrei fare che impostare la mia vita su binari così abitudinari e monotoni.
_________________
Geppetto è stato l'unico uomo ad aver fatto un figlio con una sega

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DottorDio

Reg.: 12 Lug 2004
Messaggi: 7645
Da: Abbadia S.S. (SI)
Inviato: 25-02-2006 15:14  
quote:
In data 2006-02-25 14:15, seanma scrive:
Paolo(se posso chiamarti per nome)


Tu lo scrivessi bene mi ci potresti anche chiamare

_________________
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mulaky

Reg.: 09 Lug 2002
Messaggi: 32104
Da: Catania (CT)
Inviato: 25-02-2006 15:37  
quote:
In data 2006-02-25 14:08, seanma scrive:
Ma per favore mulaky dai. Se l'ha ammesso anche lei che tutto è stato posto confusamente,un motivo ci sarà. Ciò che intendo io con "senza senso" è che si sta parlando un po' sul vuoto e tutti,me compreso,se ne sono accorti.Se l'argomento fosse un po' circostanziato,avrebbe "senso" parlarne.

Qui ci si sta solo "scrivendo addosso",inutile far tante menate. E per tua informazione,se fossi d'accordo con Cos questa discussione mi avrebbe già stufato. Se sono intervenuto è per il piacere della dialettica matura,dato che Costanza è una ragazza evidentemente affidabile e matura,perlomeno da questo punto di vista.


tra un'esposizione confusa e una cosa senza senso c'è differenza, non credi? evidentemente io sono troppo avanti che ho capito immediatamente il tema del thread? non credo, semplicemente aveva un senso che io (ed altri) ho colto e qualche altro utente no. a me non pare si stia parlando "sul vuoto" (per citarti), ognuno sta scrivendo il proprio modo di vedere la cosa e/o "criticare" (in modo costruttivo, mi sembra) le altrui opinioni.
E per tua informazione, non ho mica scritto che devi essere d'accordo con quanto scritto da costanza. il mio
quote:
poi non capisco perchè se non sei d'accordo con lei, allora il topic nn ha senso

significava semplicemente che il thread ha un senso, a prescindere dall'essere d'accordo o meno con quanto espresso da costanza. non ha più senso se si è d'accordo e meno senso se non si è d'accordo. ha senso. punto.
[ prometto che non vado più off topic, qui ]
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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 25-02-2006 15:44  
quote:
In data 2006-02-25 15:11, DottorDio scrive:
quote:
In data 2006-02-25 14:15, seanma scrive:
quote:
In data 2006-02-25 11:53, DottorDio scrive:


Paolo(se posso chiamarti per nome)la cosa che dico io è immensamente più semplice e se vogliamo ovvio di questo tuo pur giustissimo discorso. Sono il primo ad aver sperimentato gli effetti di crescita che il dolore mi ha portato. Ma si può crescere conoscendo,amando, nonchè(perdona la banalità)vivendo.

Continuo a dire che il dolore in sè non è considerabile positivamente. Positivi possono essere i suoi effetti.



Discorso giustissimo e interessante.
il crescere conoscendo, amando e vivendo: hai fatto un po' un riassunto (seppur sbrigativo) dello stile di vita che perseguo, o che per lo meno tento di perseguire.
Lasciando stare le scazzonate che spesso sparo sul satanismo, bestemmie, depravazione e altre menate di cui solitamente parlo principalmente per gusto dello scazzo, appunto, concepisco alla base del buo proseguire della vita appunto l'amore.
Ovviamente non mi riferisco all'amore solitamente inteso di una tremenda dolce cotta giovanile o di quello più maturo che ci dovrebbe essere (il condizionale mi par d'obbligo) all'interno di una felice coppia sposata, ma mi riferisco all'amore come affezionamento generale alle persone che ci circondano, quel sentimento così forte da spingerti a sacrificarti in nome degli altri.
sacrificarsi, questa è la parola chiave.
Cos'è l'amore se non un qualcosa che ti spinge a sacrificare parte di sè affinchè qualcun'altro ne provi piacere?
Il più delle volte quando qualcuno, a mente fredda, pensa di dover fare una cosa per qualcuno spesso si sente contrariato a farla soprattutto per motivi egoistici (principalmente la non voglia), e tra questi mi ci metto senza timore anch'io, però non sono paragonabili il senso di conforto e soddisfazione (autorealizzazione) di quando ci si è sacrificati per far star meglio qualcuno (il sacrificio, di per sè, è un privarci di qualcosa, quindi un dispiacere o addirittura un dolore) con il senso di rimorso per aver sfruttato egoisticamente il proprio tempo per perseguire un qualche piacere effimero (spesso m'è successo di rifiutare d'andare ad aiutare persone che avevano bisogno di me per mancanza di tempo, e poi quella presunta mancanza di tempo la sfruttavo o per uscire o per altre attività ludiche-ricreative).
La conoscenza, così come l'amore, comporta il suo alto sacrificio per essere perseguiti, nonostante poi spesso tali sacrifici vengano solitamente ripagati ampiamente è innegabile che essi esistano e siano una condizione basilare per trovare il piacere o la serenità.
Su tutti quelli che hanno detto preferisco la serenità al dolore rispondo dicendo "ma chi ha mai detto di preferire il dolore alla serenità?"
Io ho detto solo che per trovare il vero piacere è indispensabile il dolore.
Il mondo è un concerto dove l'affermazione di una cosa passa necessariamente dal suo opposto e che possa piacere o no è così.
Se poi per serenità viene inteso di finire carini carini i propri studi universitari, trovare il lavorino tranquillino tranquillino e terribilmente routinario da fare per quarant'anni tutti i giorni, trovare una personcina tranquilla tranquilla da sposare per fare famiglia in un piccolo appartamentino (naturalmente di propria proprietà per poter dire "questa è la mia casettina carina" dando una parvenza d'autonomia e sicurezza) per vivere senza tanti sussulti la propria vita in perfetta tranquillità ed equilibrio...beh, se questa qualcuno la può chiamare serenità lo faccia pure, ma io sinceramente la chiamo merda e altro non vorrei fare che impostare la mia vita su binari così abitudinari e monotoni.


Vado conciso perchè avevo scritto tanto ma mi si è impappato il pc.......

E' sbagliata secondo me l'eguaglianza che poni tra dolore e sacrificio. L'uno può derivare dall'altro,ma non necessariamente,e non tanto spesso.Sacrificio è dedizione,impegno,far convergere le proprie energie in un unico punto di esplosione(che sia l'amore per gli altri o la propria realizzazione) ma per far ciò non si prova dolore,o ciò che io comunemente intendo con questa parola. (Il piacere poi, viene non tanto dal contrasto risolutivo con qualcosa di opposto come il dolore,ma dalla totale assenza di quest'ultimo,ma questo è un altro discorso).Chiudendo la parentesi,è affascinante quanto rischioso il sillogismo che stabilisci a partire dal "growing with love" sino al "growing with pain" perchè nel mezzo c'è un buco.Il sacrificio stesso è amore non dolore,dato che chi lo compie se lo compie lo fa spinto dall'amore,altrimenti semplicemente si astiene.Il sacrificio raramente porta dolore,anche quando evitato. Se scantonato,porterà rimorso. Se compiuto,porterà piacere

Per arrivare al piacere è necessario il sacrificio,non è indispensabile il dolore.

Ripeto è terribilmente nichilista assumere il dolore come veicolo diretto (e necessario,questa è la cosa più tremenda) al piacere.

E' lapalissiano,imho: se non c'è dolore c'è piacere;c'è piacere se c'è lotta per ottenerlo.
_________________
sono un bugiardo e un ipocrita

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 25-02-2006 15:58  
Mettiamola cosi mul.... il senso generale è chiaro a tutti... i suoi molteplici sviluppi un po' meno. in particolare,sarebbe interessante sapere la piega che l'autrice avrebbe voluto che il topic prendesse. Con "senso" io intendevo questo.

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