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Autore e fu così che crollò anche la balla delle molotov
nboidesign

Reg.: 18 Feb 2006
Messaggi: 4789
Da: Quartu Sant'Elena (CA)
Inviato: 12-11-2008 15:52  
Fonte: La Repubblica

Diaz, l´ultima immagine dello scandalo
ecco l´uomo che porta le molotov

di Massimo Calandri

In una ricostruzione della Bbc si vede un uomo che introduce nella scuola le bottiglie incendiarie

Eccola la fotografia-simbolo di quella notte maledetta . Inedita. Oscura. Inquietante. È stata estrapolata da un filmato girato da un operatore Rai e depositato dalle parti civili il mese scorso. Nel mosaico riportato qui a fianco, è il quadrato sulla destra in alto. Si riconoscono il cortile della scuola Diaz, le sagome dei funzionari di polizia che si allontanano dopo aver chiacchierato a lungo intorno al sacchetto azzurro con le due bottiglie incendiarie. Sullo sfondo le grandi finestre dell´istituto, le stanze illuminate. E a sinistra - piccolino, cerchiato di rosso - il profilo di un uomo sulla soglia dell´ingresso laterale. È di spalle, in borghese, indossa un casco protettivo. Nella mano sinistra stringe qualcosa. Sì. È il sacchetto azzurro delle molotov. Accanto riporta una didascalia in inglese, perché l´immagine fa parte di un´inchiesta giornalistica della Bbc di prossima pubblicazione: «Naples Digos Inspector entering Diaz Pertini».

Si tratta cioè del fantomatico ispettore della Digos di Napoli che introduce materialmente nella scuola le molotov della vergogna, una della prove fasulle - la "regina" delle prove false - con cui la Polizia di Stato avrebbe voluto "giustificare" il massacro e le manette ai 93 no-global.


Il documento è paradossalmente eccezionale. Perché da un lato rappresenta il punto di non ritorno della vicenda: ecco come le forze dell´ordine hanno truccato le carte, barato, mentito fin dalla prima ora di quella notte dannata.

È tutto vero: fu un pestaggio cinico e bestiale, e i servitori dello Stato preferirono raddoppiare l´orrore - aggiungendo alla carneficina l´ingiustizia della prigione - piuttosto che ammettere le proprie responsabilità, il fallimento. Ma d´altro canto, quella spaventosa bugia è così chiara, solare, che persino alcuni avvocati della difesa nella loro recente arringa la davano per scontata. Alla Diaz abbiamo imbrogliato, embé? La catena è stata definitivamente ricostruita nel corso di quasi quattro anni di dibattimento e centocinquanta udienze.

L´agente Michele Burgio prende le due molotov - che erano state sequestrate nel pomeriggio durante gli scontri di corso Italia dal vice-questore Pasquale Guaglione, e da lui affidate a Valerio Donnini, padre degli specialissimi nuclei anti-sommossa e capo di Burgio - e nel cortile della scuola le consegna al vice-questore Pietro Troiani. Il funzionario le mostra al collega Massimiliano Di Bernardini. Poi entra in ballo Gilberto Caldarozzi, l´uomo che qualche anno dopo avrebbe partecipato alla cattura di Bernardo Provenzano. Qualche minuto più tardi, il sacchetto azzurro delle molotov è impugnato da Giovanni Luperi e mostrato agli altri super-poliziotti che gli si fanno intorno. E questa, di immagine, la conosciamo bene. Quello che succede dopo ce l´hanno raccontato gli stessi protagonisti in negativo del blitz. Luperi, attuale direttore dell´ex Sisde, ricorda di aver chiamato una funzionaria che stava all´esterno della scuola. Perché mai? Per affidarle il reperto, che pure in quel momento - visti gli sviluppi successivi - aveva una straordinaria importanza investigativa. Bene: Luperi chiama Daniela Mengoni e le dice di avere cura delle molotov. E la Mengoni che fa? A sua volta chiama un sottufficiale. «Credo fosse un ispettore della Digos di Napoli».

Credo, dice. Non ne conosce il nome, non è in grado di riconoscerlo. Nessuno degli ispettori Digos napoletani, rintracciati anni dopo dai magistrati, corrisponde a quello indicato dalla donna. E dunque, con lui e il sacchetto si avvicina all´entrata secondaria della scuola Diaz. Chissà perché. Si avvicina, e gli affida la prova «regina». Le molotov, che il nostro codice equipara ad armi da guerra. La prova intorno alla quale avrebbero poi giustificato l´intera operazione. «Tienile un momento, che devo fare una cosa». Lo molla lì. Quando torna, le bottiglie incendiarie saranno allineate sul lenzuolo che ospiterà il resto dell´"arsenale" sequestrato ai fantomatici Black Bloc della Diaz: i coltellini multiuso, le sottile anime in alluminio degli zaini fatte passare per spranghe, gli assorbenti femminili, la biografia del reverendo Jesse Jackson fatta passare per materiale "eversivo". E i picconi, le mazze rubate da un vicino cantiere.

Alla storia si aggiunge oggi quest´ultima immagine. Quella dell´ispettore Digos di Napoli (?) che entra nella scuola. C´è poi un altro fotogramma che ritrae lo stesso uomo mentre esattamente cinque minuti prima entra nella scuola, un camicione blu fuori dai pantaloni di colore beige. È quello in basso a sinistra. A fianco, nel terzo riquadro, l´ispettore leaving - che la lascia - la Diaz. La visiera del casco ben calata a nascondere il volto. Sono trascorsi altri quattro minuti. Nove in tutto. Per entrare, piazzare le bottiglie e andarsene. Ma tornando al riquadro lassù in alto, quello dell´ingresso delle molotov nella scuola, vale la pena di sottolineare i due funzionari indicati dalla Bbc.

Uno è appunto Luperi, oggi ai vertici del ministero dell´Interno. Nel processo ha rifiutato di essere interrogato, preferendo le "dichiarazioni spontanee". Senza contraddittorio. Ha spiegato che quella sera lui era tutto sommato rimasto ai margini dell´operazione. Era soprattutto preoccupato di portare i colleghi a cena, ricordava. L´altro era Spartaco Mortola, adesso questore vicario a Torino, allora capo della Digos di Genova. L´ufficio cui vennero affidate per la custodia le molotov, il reperto trasformatosi in un boomerang per la Polizia di Stato. Le bottiglie furono "accidentalmente" distrutte dagli stessi agenti. Questa è un´altra storia, verrebbe da scrivere. Ma purtroppo la storia è sempre la stessa.

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TheSpirit

Reg.: 21 Set 2008
Messaggi: 3605
Da: Napoli (NA)
Inviato: 12-11-2008 15:54  
Eh, in verità è da tanto tempo che è crollata... Certo ala Bbc va riconosciuto il merito, in più, di aver trovato le immagini del poliziotto che porta dentro le molotov, che non è poco.
Grandi giornalisti...

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nboidesign

Reg.: 18 Feb 2006
Messaggi: 4789
Da: Quartu Sant'Elena (CA)
Inviato: 12-11-2008 16:03  
anche la rai poteva trovarle quelle immagini visto che ce le aveva in casa (è stato un giornalista rai a fare il filmato) .. chissà perchè non le ha mai pubblicate! :|
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dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 12-11-2008 17:39  
è sempre importante trovare una prova in più, diretta e inequivocabile. ma era chiaro fin da subito (fin da quella stessa notte) che la polzia si era resa responsabile di un massacro ingiustificato. e che fossero circolate delle menzogne per legittimare quell'intervento sanguinario.

la commissione d'inchiesta non serviva per criminalizzare la polizia, ma proprio per discutere di fatti di questo tipo.

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dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 13-11-2008 09:05  
bertinotti ha riferito ieri di un fatto importante, sulla notte dell'assalto alla diaz.

ricevette la telefonata di una europarlamentare che, piangendo, gli disse che erano in corso dei veri e propri massacri da parte della polizia. e lei gli chiese di fare qualcosa.

bertinotti si mise in contatto con gianni de gennaro (finito sotto inchiesta per aver "convinto" il questore di genova a dare ai magistrati differenti versioni dei fatti su quella notte), il quale gli disse: "e cosa vuole che faccia? lì non c'è l'extratteritorialità".

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TheSpirit

Reg.: 21 Set 2008
Messaggi: 3605
Da: Napoli (NA)
Inviato: 14-11-2008 11:32  
Naturalmente, inutile sottolinearlo, meravigliosa sentenza.

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nboidesign

Reg.: 18 Feb 2006
Messaggi: 4789
Da: Quartu Sant'Elena (CA)
Inviato: 14-11-2008 11:59  
che paese di merda

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dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 14-11-2008 13:16  
oltre che vergognosa è una sentenza anche illogica: perchè riconosce (e meno male, almeno) che ci furono violenze attuate all'interno della scuola diaz da parte di agenti di polizia. e riconosce che non poteva essere esente da resposnabilità il comandante di quella unità che fece l'irruzione.

ma, di contro, afferma (la sentenza) che nessuuno di coloro che occupava all'epoca posti di comando negli organi di polizia (e che oggi è salito ancor di più, nel comando)aveva responsabilità.

resposnabilità nel sapere, nel tacere, nell'insabbiare e anche nel dover prendere provvedimenti contro quegli agenti (quand'anche, per assurdo, l'avessero saputo solo dopo che cosa era successo alla diaz).

hanno avuto paura, i giudici di genova, a prendersela con i vertici di comando.

anche perchè è chiaro che questi potenti occupano i posti attuali grazie al potere politico di destra e sono protetti dal governo in carica.

e berlusconi ha sempre pronte, dietro l'angolo, le leggi di ritorsione contro i magistrati.

come al solito, insomma, le conseguenze ricadono sì su dei veri responsabili. ma solo su una parte di questi, i meno potenti nella gerarchia.

e cmq 2, 3 anni di carcere a testa per 13 poliziotti non è che l'1-2% di quanto dovrebbero effettivamente scontare (il pm aveva chiesto 108 anni complessivi di detenzione per gli imputati).

sentenza oltretutto grave, per 2 motivi:

i vertici di polizia sanno da adesso che ordinando "macellerie messicane" o cmq coprendole e insabbiandole la possono sempre fare franca. tutt'al più pagheranno i poliziotti in divisa.

in secondo luogo, lasentenza è così debole e illogica che addirittura potrebbe essere girata e rigirata dagli avvocati difensori degli imputati per farla ancor più alleggerire a carico dei condannati. se non, addirittura, a farla annullare dagli altri due gradi di giudizio.

ma quest'ultima eventualità, naturalmente, mi auguro proprio che non si verifichi.

un riconoscimento di responsabilità e un riconoscimento di verità non possono essere cancellate.

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 14-11-2008 14:05  
Nel suo editoriale di oggi su L'Unità, Concita De Gregorio scrive parole che trovo illuminanti:

"Giacchè si è stabilito che la colpa è solo di chi tiene il manganello, non di chi glielo ha dato, d'ora in poi la cura di chi in divisa aggredisce sarà quella di coprirsi meglio il volto e non farsi riconoscere, di muoversi veloce e venire sfocato nelle foto. Gli altri, quelli negli uffici possono stare tranquilli."

Condivido pienamente.
Adesso una commissione parlamentare su quei fatti è ancora più necessaria, ma dubito che la vedremo.

[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 14-11-2008 alle 14:06 ]

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vietcong

Reg.: 13 Ott 2003
Messaggi: 4111
Da: roma (RM)
Inviato: 14-11-2008 15:38  
sono passato al livello successivo.
prima mi vergognavo a essere italiano.
adesso ho PAURA degli italiani.
_________________
La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili

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